Non so più come gestire le paranoie sul mondo del lavoro

Buongiorno, ho un problema per quanto riguarda l'affrontare il lavoro.
In quasi 26 anni ho lavorato un solo anno, ad oggi ho cercato tanto e mi dispero quando nessuno mi chiama per fare i colloqui, ma allo stesso tempo mi dispero quando, dopo tot mesi, mi arriva una chiamata per fissarne uno.
Penso sempre che la vita non sia fatta solo di doveri ma anche di piaceri, inteso come il tempo libero, nulla di materialistico.
E son sempre lì a pensare a quanto sarebbe bello trovare un part time per guadagnare qualcosina di meno ma avere poi la giornata libera per fare altro, a quanto sarebbe bello non vivere in un sistema capitalistico per cui non esiste domenica, non esiste festa, non esiste nulla se non il lavoro e poter lavorare solo da lunedì a venerdì.
Oggi che ho avuto la fortuna di ricevere un'offerta part time vado comunque nel panico, iniziando spesso e volentieri alle 5 del mattino inevitabilmente la mia routine cambierà.
E non c'è niente che mi spaventi e agiti più di questo.
Amo rimanere nella mia bolla, avere i miei tempi, potermi fare le mie serate (so che è un discorso immaturo e che lavorare è necessario, ma a 40 anni sicuramente non avrò le energie che ho ora e me le vorrei godere finché ci sono, soprattutto perché le paghe oggi come oggi ti fanno anche passare la voglia).
Con quegli orari (su turnazione, per cui non accadrà tutti i giorni ma sicuramente molto spesso) avrò sicuramente la giornata libera ma sarò sempre stanca (non mi bastano mai 10 ore di sonno, anche ora che non lavoro sono sempre stanca, in più sono in uno stato depressivo e la cosa non aiuta) e dovrò andare a dormire molto presto, il che inevitabilmente non mi permetterà di vedere il mio ragazzo (che è l'unica cosa che mi fa stare bene nella vita, sono abituata a vederlo tutti i giorni e dormire sempre con lui) come succede ora e se ci penso mi viene da piangere, perché la mia poca voglia di lavorare c'è proprio grazie a lui e al pensiero di poter prima o poi andare a vivere insieme.
Quindi sono in un limbo di paranoie in cui penso che sarà difficile vedersi e incastrare i tempi e che comunque andrò a fare qualcosa che sicuramente non mi gratificherà (supermercato), ma a pensarci non so fare nulla avendo in mano solo il diploma e non c'è niente che mi piaccia effettivamente fare, quindi dovrò accontentarmi a vita di lavori (per quanto tutti i lavori siano dignitosi) qualunque, in più non so davvero come smettere di rimanere incastrata in questo loop di pensieri negativi e autodistruttivi (anche a causa di una bassissima autostima), pianti, nevrosi e affrontare il lavoro come lo affrontano le persone "normali": non ho voglia, ma lo faccio.

Preciso che per un bel po di mesi sono stata in terapia per questo e mille altri motivi da una psicologa, ma non sono comunque riuscita ad eliminare questa repulsione nei confronti del lavoro e del cambio della routine.

Come se ne esce?
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Dr. Francesco Beligni Psicologo, Psicoterapeuta 257 18
Cara utente

quando lavoravo al centro per l'impiego ho visto molte di queste situazioni. Molte persone restano bloccate a seguito di stop dal lavoro oppure anche nella mancanza di un vero e proprio avvio professionale.
Entrano in ballo molti fattori, quali paura di non essere all'altezza, non sentirsi adeguati, ma anche ansia e fobie varie.

Sei evidentemente bloccata in una situazione che hai portato avanti per troppo tempo e dalla quale hai imparato a reagire in modo non funzionale a determinate circostanze.

Inoltre nel tuo racconto vedo determinati fattori che mi fanno suonare alcuni campanelli d'allarme: "sicuramente non mi gratificherà" "dovrò accontentarmi a vita" pensieri negativi e autodistruttivi, pianti, nevrosi".
non posso che consigliarti di chiedere un consulto psicologico. Oltre che nell'orientamento professionale, sarà in grado di aiutarti con il tuo senso di inadeguatezza e la tua sensazione che "comunque andrà male" che ti porta inevitabilmente a creare le tue profezie che si autoavverano.

E' importante che tu inizi a prendere in mano la situazione, dalla quale sono certo che avrai modo di uscire. Pena: rimanere bloccata nel limbo.

Spero di esserti stato d'aiuto

resto a disposizione

Saluti

Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it