Dubbi e ossessioni sul trasferirsi per lavoro e cambiare vita

Ciao, sono un ragazzo che attualmente sta cercando un lavoro, ho iniziato così a cercarlo in tutta Italia mandando dei curriculum e ironia della sorte ho trovato un'azienda che sembra disposta ad assumere ragazzi con requisiti come i miei in una città vicina a dove abita mia sorella, lei si è trasferita al nord da 10 anni ormai ed è sposata.
Ha detto che è disposta ad appoggiarmi inizialmente a casa sua, tuttavia, se da un lato sono eccitato dall'idea del cambiamento, in quanto ho sempre desiderato vivere in un contesto diverso dal mio, in una città che offre tante cose anziché nel mio misero paesetto, dall'altro iniziano le mie ossessioni, in quanto dove vivo io è un paese di piccolo e senza opportunità, ma ha comunque dei lati positivi in quanto qui non rubano, non avvengono omicidi, le persone sono tutte rispettose, non si sente mai una sirena di ambulanza o di carabinieri, si può uscire tranquillamente la sera fino a tarda ora senza rischi ed inoltre cosa importantissima qui non esiste lo smog e l'aria è purissima e per niente inquinata, insomma da questo punto di vista è un paradiso, mentre in città sarebbe esattamente il contrario.

Insomma, non so proprio cosa fare, se trovassi lavoro qui potrei vivere con i miei ed evitare di sborsare 400/500 euro al mese di affitto (aggiungendo spese e bollette).

Vivendo da solo però migliorerei tanto sul piano personale, ampliando la mia mente ma a caro costo, ossia facendo una vita tutto sommato quasi povera...
Non so cosa fare, sono decisioni troppo difficili...
L'ossessione principale è la questione smog, ho paura che abitando in una città mi vengano delle malattie ai polmoni a causa dell'aria inquinata.
Però come detto io vorrei superare me stesso, ossia vorrei mettermi in gioco per vedere come me la cavo, anche i miei sogni che faccio durante la notte mi indicano questa incessante voglia di cambiamento.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Si chiama "uscire dal guscio".

Può essere una difficoltà su vari livelli. Nel tuo caso riguarda almeno:

- il distacco dalla famiglia
- il distacco dal tuo paesello di origine
- il distacco dalla dipendenza economica dai tuoi
- il distacco in generale da un'età infantile in cui si è più figli che persone adulte

L'opportunità che ti si è presentata mi sembra positiva, non sprecarla. Se poi le cose dovessero andarti male, puoi sempre tornare indietro.

>>> mentre in città sarebbe esattamente il contrario

Chi te l'ha detto? I telegiornali? Gli amici? Allora spegni la tv e cambia amicizie.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
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Dunque mio padre è molto discordante sulla questione, nei momenti in cui diciamo è più arrabbiato dice che devo andare via di casa, nei momenti invece di serenità e lucidità mi dice che la città è molto pericolosa perché possono truffarmi, c'è brutta gente etc. e di conseguenza vuole che io vado a lavorare dove va lui, in quanto potrei lavorare anche qui, il punto è che non mi piace né il posto, né quel tipo di lavoro e né le persone con cui dovrei avere a che fare, quella è l'unica possibilità che ho di lavorare dalle mie parti, più di questo non c'è.

>>Si chiama "uscire dal guscio".
Esatto, il punto è che la mia famiglia mi sta facendo capire che quello che vorrei fare non è una cosa intelligente, in quanto appunto restando qui potrei mettermi tanti soldi da parte, lì invece è tutto un mistero, in quanto brucerei tanti soldi per un affitto che potrei evitare (senza contare bollette e spese per vivere), perché giustamente non potrei abitare per sempre a casa di mia sorella e della sua nuova famiglia, però come dice lei, in casi estremi si può sempre ritornare al luogo di origine no?

>>Chi te l'ha detto? I telegiornali? Gli amici? Allora spegni la tv e cambia amicizie. (In riferimento alle ossessioni e paranoie sviluppate)
Diciamo che personalmente, trovo un dato oggettivo il fatto che in città ci siano più problemi con l'aria che si respira, certo ovviamente oltre a ciò come dicevo le mie paure sono soprattutto incrementate dalla mia famiglia che mi dice che non sto facendo una cosa giusta.

Ultima cosa, ma non per importanza, l'opportunità non è una sicurezza perché come le dicevo non è assolutamente ancora detto che l'azienda mi assumi, però già l'idea di trasferirmi lì mi ha risvegliato in me tanta voglia di futuro, cosa che qui proprio non riesco ad immaginarmi anche se avessi un lavoro.

In conclusione personalmente la mia idea è: meglio fare una vita non ricca ma che sia portata alla crescita personale lontano dalla famiglia piuttosto che una vita con una stabilità economica ma a discapito di un benessere mentale per niente soddisfacente, e con la costante sensazione che non avrei la stessa apertura mentale che svilupperei lontano dalle influenze locali e famigliari.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
L'ambiguità di tuo padre sulla questione è abbastanza ovvia, dato che da una parte ti vuole bene, ma dall'altra vuole il <tuo> bene. Che sono cose diverse.

Decidi per quanto possibile con la tua testa, senza farti influenzare dall'esterno, perché diventare adulti significa appunto questo.

Buona crescita.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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