Senso di colpa, sono una madre ingrata?

Salve, dopo anni di ricerche e sofferenze, io e mio marito siamo riusciti finalmente ad avere la nostrs bambina, è la cosa più bella della mia vita, sono tanto grata di averla tra le mie braccia, ancora non mi sembra vero.
Forse perché la mia prima gravidanza è andata male e ancora non riesco a realizzare...
Questa bimba è davvero un dono, e ho una paura folle anche di essere felice, perché ho il terrore che possa svegliarmi bruscamente da questo sogno... come se non potessi rilassarmi per paura che accada qualcosa di brutto.
Io invece voglio godere a pieno di ogni singolo momento, vorrei rilassarmi, ma mi rendo conto di essere sempre impaurita da tutto.

Scrivo poi perché oggi ho avuto un pensiero di cui mi pento e sto piangendo per averlo pensato.
Premetto che in questo periodo dormo poco e sono stanca, ma passando davanti a casa di una coppia di amici, che purtroppo non riesce ad avere figli, ho pensato " questi scialano senza orari".

È stato un pensiero affiorato senza nessun preavviso, e mi sono sentita tremendamente in colpa verso mia figlia, mi sono sentita una madre ingrata e non meritevole, per aver pensato che loro non avessero orari a cui stare (sonno/poppate) e io si.

Anche se in realtà non mi pesa affatto, sono solo un po' stanca.

Sto piangendo da tutto il giorno perché mi sento in colpa verso la bimba, sono una madre ingrata per questo mio pensiero?

È come se mi dicessi " hai osato pensare una cosa simile, non meriti di essere madre, se succede qualcosa di brutto te lo sei cercato, visto quello che hai pensato".

Ho un senso di colpa enorme nei confronti della bimba, io la amo sopra ogni cosa, non potrei pensare ad una cosa più meravigliosa ed importante nella mia vita!
Grazie
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Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Gentile utente,

nelle sue parole ci sono molti spunti di riflessione, molte tracce di sé, della sua vita, dei suoi dolori e desideri.
Rispetto alla sua "folle paura di essere felice", la comprendo. In effetti la felicità, a volte, può spaventare tanto quanto la sofferenza, in quanto, per collegarmi alle sue parole, ci lascia nella sensazione di adagiarci sulla vita, non preparandoci ai rischi, alle delusioni, ai dolori che possono sopraggiungere e colpirci.
Rispetto a quel pensiero affiorato, che ora le provoca un insostenibile senso di colpa, posso rassicurarla sulla sua assoluta normalità.
Quando si è madri, cogliersi a pensare quello che ha pensato lei e anche molto altro, così come a provare emozioni contrastanti, è assolutamente sano e comprensibile, anche se può apparire sbagliato, e in taluni casi addirittura mostruoso.

La maternità, in quanto condizione umana, peraltro delicata, complessa, difficile, a tratti sofferta per le rinunce, le preoccupazioni, le angosce che porta con sé, contempla ambivalenza, indistinte sfumature, zone d'ombra di fronte alle quali ci si può sentire spaventate, ingrate, alle volte persino indegne. E allora subentra l'angosciante paura di non amare abbastanza il proprio figlio.
Ma la verità è che una madre può essere gioiosa per il proprio figlio e contemporaneamente e comprensibilmente anche stanca, esausta (come lei); può amarlo e allo stesso tempo recriminargli silenziosamente di averle portato via la libertà, la pace, il sonno.
Questi pensieri o emozioni che la turbano così tanto, non tolgono nulla a sua figlia o all'amore che nutre per lei; non fanno alcun male alla sua bambina, ma ne fanno solo a lei mamma.

Le suggerisco di consultare uno psicologo per intraprendere un supporto psicologico e/o un percorso di sostegno alla genitorialità.
Credo che lei dovrebbe imparare a dialogare con le sue ombre, a mettersi in contatto con la voce dentro di sé che la rimprovera per ciò che pensa, che le dice che è immeritevole, imparare ad ascoltarla, a comprenderla, lasciandosi magari portare ai luoghi accidentati della sua infanzia, cioè a quei ricordi, momenti che l'hanno ferita profondamente, nei quali ha avvertito la colpa, la sensazione di essere immeritevole o sbagliata.
Ripercorrendo quei dolorosi trascorsi personali, dando ad essi un senso, una voce, un ascolto, potrà probabilmente imparare ad essere più indulgente con sé stessa, con lei come persona e come madre, concedendosi la possibilità di conoscersi e di essere quel che è. E magari imparare anche a non difendersi dalla felicità e accettare il rischio che ad essa possa sopraggiungere il dolore.
D'altronde le difficoltà e i dolori fanno parte della vita e quindi sono ineludibili. Cercare di proteggersi da essi preparandosi, attendendoli, la condanna a vivere un dolore forse apparentemente più lieve e sopportabile, ma perpetuo.

Auguri per tutto.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2020 al 2023
Ex utente
Buonasera Dottoressa, la ringrazio per la risposta, ha centrato in pieno il problema, per istinto di protezione credo, ormai ho rimosso grandissima parte della mia infanzia, se ci penso ho un vuoto, mi piacerebbe poter approfondire insieme.
Ho visto dove riceve, io non vivo distantissima ma nemmeno troppo vicina, mi piacerebbe sapere se fa consulenze online e come potrei contattarla. Grazie
[#3]
Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Gentile utente,

sì, ricevo sia online che in studio ad Ancona. Se desidera può trovare i miei recapiti cliccando sul mio sito personale sotto la firma.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it