Come aiutare un'anziana paranoica?

Mia madre ha 86 anni e crede ci sia una persona che durante la notte entri nel suo giardino e compia dei dispetti o suoni il campanello.
Queste credenze erano presenti già molti anni fa, ma in questi ultimi mesi sono aumentate e ne parla quasi ogni volta ci vediamo.
Ha identificato il possibile responsabile delle azioni e un giorno è andata autonomamente in comune, mi pare ai servizi sociali a parlarne senza ricevere una risposta.
Ho installato delle telecamere e ovviamente non hanno ripreso nessuna persona introdursi nel giardino, eppure lei pensa che riesca a passare da un'altra parte.
Non riesco a farci un ragionamento e non so come aiutarla perchè rifiuterebbe di andare da un medico visto che non è lei "la matta" ma quello che si introduce nel suo giardino.
Chi potrebbe aiutarla e come?
Grazie
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Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Gentile utente,

da quanto riferisce sua madre sembrerebbe avere un'organizzazione di personalità psicotica e, nello specifico, un disturbo delirante di persecuzione. Naturalmente in questa sede non è possibile formulare una diagnosi, quindi si tratta di un'ipotesi che dovrebbe essere confermata o meno da uno psichiatra, psicologo o psicoterapeuta, successivamente ad uno o più colloqui.

Qualora fosse corretta la mia ipotesi, tenga presente che nella psicosi il pensare e il percepire sono spesso scollegati dalla ragione e dall'oggettività del mondo circostante.
Conseguentemente forse lei, nell'entrare in contatto con sua madre, prova un senso di estraneità di fronte al suo mondo interno che percepisce distante dal suo, e dal quale magari è spaventato per l'irragionevolezza o l'incomprensibilità. Allora legittimamente si appella alla ragione, cercando di "farla ragionare", installando delle telecamere che forniscano una prova della realtà, smentendo ciò che sua madre racconta. Tuttavia la convinzione di sua madre non si lascia scardinare, trova un modo per confermarsi ("la persona che riesce a passare da un'altra parte").
In questo potrebbe ottenere la prova che forse la soluzione non consiste nel far leva sulla ragione di sua madre, ma nel consultare uno psichiatra e uno psicoterapeuta per una valutazione.

Rispetto al "come", posso dirle che sua madre probabilmente necessiterebbe di un trattamento integrato farmacologico, psicoterapeutico e sociale. Si potrebbe rivolgere al Centro salute mentale della sua città, dove potrebbe essere presa in carico da un'equipe multidisciplinare composta da psichiatra, psicologo e assistente sociale.
Le suggerisco di accogliere quanto sua madre le racconta, restituendole la sua sofferenza nel sentirsi in balìa di qualcuno che invade il suo spazio privato per danneggiarla. Infatti, credo che in questo caso, come in molti altri, l'aiuto che può fornirle debba passare da un riconoscimento del vissuto e della sofferenza percepita di sua madre, che non equivale a credere ad una sua convinzione palesemente infondata, ma solo ad ascoltarla, ad accoglierla, al di là del giudizio, offrendole un riconoscimento simbolico indipendentemente dalla sua sensatezza. Anche perché fare appello alla ragione, è forse un suo modo, peraltro comprensibile, di rifiutare quello che appare come un delirio, circoscrivendolo alla sua insensatezza e irragionevolezza, che però presumibilmente viene percepito e vissuto da sua madre come un rifiuto.

Spero di esserle stata utile.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it