Delucidazioni!

Buongiorno Egregi Dottori!

So che l’ egregio Dr. Claudio Pedicelli ha già risposto ad un altro utente che: “Gentile utente, se avesse guardato le risposte a domande analoghe fatte da altri utenti avrebbe già risolto il problema.
Ripeto anche a lei che le dosi di radiazioni utilizzate in diagnostica sono lontanissime dall'essere causa di tumori solidi o sistemici……….”

il punto però è che ho appena letto un articolo dove il dr. Alfredo Siani fra i rischi delle radiazioni della radiologia dice che: “una singola Tac del cranio comporta un rischio aggiuntivo di sviluppare un tumore fatale nel corso della vita di 1 su 10.000.
In ogni caso, l’esposizione alle radiazioni per uso medico è coinvolta nei casi di cancro in una percentuale tra l’1 e il 3% di tutti quelli registrati nei Paesi industrializzati.”

Queste cose non le ho lette su internet da siti poco seri o scientifici ma sono dichiarazioni che sono state fatte dal presidente della Società italiana di radiologia medica e direttore dell’area funzionale di radiodiagnostica dell’ Ist. Nazionale per lo studio dei tumori Fondazione Pascale di Napoli.

Considerando allora che io ho 36 anni e ho già fatto nella mia vita numerose radiografie e soprattutto ho già fatto 3 o 4 Tac (la penultima alla schiena 9 anni fa e l’ultima una “rocche petrose” un anno fa – quindi secondo quanto riportato sopra rientro nella media del rischio di 1 su 10.000 per una singola Tac al cranio),
leggere questo articolo purtroppo mi ha messo molta ansia addosso e sono anche molto – molto arrabbiato perché ho subito la Tac al cranio per un intervento che non andava fatto ma che i dottori (per soldi) mi hanno fatto, faccio infatti presente che a distanza di un anno da questo intervento son dovuto andare a Roma a togliere quello che mi era stato impiantato l’anno prima in Toscana e per il quale mi hanno fatto la Tac rocche petrose.

Oltre al fatto quindi che ho subito due interventi evitabilissimi e ad aver dovuto sopportare i problemi e i disagi avuti con questo impianto, adesso che ho letto che la Tac che ho fatto potrà farmi venire un tumore, mi riempie di rabbia e di dolore.

Orami il danno è stato fatto è dunque Voi dottori potete pensare che è meglio dirmi che non ho nulla da preoccuparmi (tanto se avrò problemi perchè saperlo anni prima? meglio dunque "mentire per la mia tranquillità" piuttosto che sottopormi ad ulteriore stress "ossidativo" che potrebbe peggiorare ulteriormente le cose) ma io non riesco a non pensare che se il dr. Siani ha detto che 1 su 10.000 sviluppa un tumore, allora io adesso rischio molto, ma molto più di prima che facessi la Tac al cranio
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Dr. Claudio Pedicelli Radiologo 580 23
Gentile utente, lungi da me far passare l'idea che le radiazioni ionizzanti non siano causa di tumore o, men che meno, di mentire a soli fini " umanitari"; l'etica deontologica , prima ancora che il codice, e anche la ragione non lo consentono.
I dati, da Lei citati, riferiti al prof Alfredo Siani, presidente della società italiana di radiologia, sono assolutamente corretti, solo che vanno valutati e ponderati rispetto a tutte le altre cause di tumore.
In Italia, come in tutti i paesi sviluppati, abbiamo, ogni anno, 4 nuovi tumori ogni 1000 abitanti, le cui cause note, come si sa sa , sono prevalentemente di ordine genetico, ambientale (ambienti di vita e di lavoro), alimentari,tossiche, farmacologiche. Queste cause in genere agiscono sinergicamente, nel senso che difficilmente la causa è unica e ancora più difficile è dimostrarlo. Quel tumore su 10.000 persone riferito dal prof Siani, verosimilmente è concausato anche da una o più delle altre cause, e sembra come cifra piuttosto irrisoria se si considera quanto segue.
Ciascuno di noi ha il 30% di probabilità di morire per cancro ma , da almeno un decennio, questa cifra tende a ridursi in assoluto per alcuni tumori, oppure mostra un'accelerazione ridotta per altri, questo nonostante l'incidenza assoluta di nuovi tumori continui ad aumentare, essenzialmente a causa dell'allungamento della vita media che favorisce una più lunga esposizione agli oncogeni.
Ora naturalmente un contributo a ciò è dato dal miglioramento delle terapie chirurgiche e chemioterapiche, ma il maggior contributo alla ridotta mortalità dei tumori è dato dalla loro diagnosi precoce e, in questo, la diagnostica per immagini , comprese le radiazioni ionizzanti , gioca un ruolo fondmentale.
Del resto l'uso delle radiazioni ionizzanti è regolato dal cosiddetto principio di giustificazione, ampiamente definito in ambito legislativo, secondo il quale l'esposizione di un paziente alle radiazioni ionizzanti è il frutto di un'accordo tra il medico richiedente, consapevole che i benefici che derivino da quella prestazione sono maggiori dei danni, e il radiologo che la fornisce, che avrà cura di decidere se per lo stesso fine esistano alternative a minore o assente esposizione.
Dunque si tratta di un sistema, ben definito in ambito professionale e legislativo.
Naturalmente è sacrosanto il diritto di non avere fiducia nel sistema attraverso lo strumento del consenso informato, che può sempre essere negato.
Con la speranza di esserle stato di una qualche utilità , le porgo i miei cordiali saluti.

Dott. Claudio pedicelli
Specialista in Radiologia
Ecografia