Radioterapia per tumore prostata

Considerando la radioterapia uno strumento con intenti curativi del tumore alla prostata vorrei porre alcune domande:
- il valore del psa sempre inferiore a 1 o al massimo uguale a 1 nel corso dei 4 anni dalla fine della terapia (radioterapia radicale combinata con terapia bat e con valore nadir post rt 0,20) è segno di prognosi favorevole?
- in questi casi in che fase si considera il paziente?
- il termine del follow up di 10/15 anni sta ad indicare che deve trascorrere questo lungo periodo prima di considerarsi "liberi da malattia"?
- in questi casi per ritenere che ci sia una ripresa di malattia dobbiamo raggiungere un valore di psa +2 dal valore nadir o ci potrebbe essere anche con valori piu' bassi?
- se nel corso di questi 10/15 anni di follow up ci dovessimo trovare di fronte a una ripresa di malattia, la terapia bat potrebbe essere utilizzata?
- una ripresa di malattia dopo terapia con intenti radicali cosa cambierebbe nel percorso di guarigione?

Grazie infinite a tutti coloro che vorranno aiutarmi a trovare risposta a questi miei dubbi

Gradirei una risposta anche da parte del Dott.Alongi

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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Caro utente,
come già ha anticipato, il PSA dopo un trattamento di RT deve essere il più basso possibile.
In ogni caso, 1ng/Ml dopo la fine del trattamento, passato circa un anno, è un fattore prognostico positivo, cioè favorevole.
La definizione più recente dell'ASTRO (American Society Radiation Oncology) considera come fallimento biochimico un valore di +2 dal nadir, cioè dal valore minimo post-RT.
Comunque per rispondere a tutti i suoi quesiti bisogna calarsi nel caso specifico e conoscere ogni dettaglio del paziente e della sua storia clinica, preferibilmente con una visita.

Cordialmente

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Grazie infinite per aver risposto
Il caso in questione riguarda un uomo che all'età di 61 anni ha scoperto tramite biopsia di avere un tumore alla prostata gleason 5+2 (4+3 biotipo) stadio T2/T3 M0 N0 trattato con radioterapia e terapia bat con intento curativo e successivo intervento turp tutto questo tra la fine del 2004 e metà del 2006.
Dalla fine della terapia ad oggi il valore del psa è risultato sempre inferiore a 1 (due volte a raggiunto 1) e tutti i controlli ripetuti in questi anni compresa una seconda scontigrafia, esame citologico delle urine...sono risultati tutti negativi. Dal 2006 ad oggi nessun tipo di terapia ripreso.
Il medico curante visto la prognosi inziale di medio rischio a deciso di riprendere un ciclo di terapia bat alla soglia del valore psa 1 (rilevato ad aprile 2010) pur non rilevando una ripresa di malattia
Dopo i primi 3 mesi di terapia il psa è sceso subito a 0,030 e all'ultima visita costatando gli ottimi risultati ha rimandato il prossimo controllo non più a 3 mesi ma a mesi.
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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
..ma a 6 mesi
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Non posso giudicare l'operato di altri colleghi, tantomeno senza visitare il paziente ma solo con pochi dati su internet.
Comunque, da ciò che scrive, forse la terapia ormonale potrebbe essere adesso un eccesso di zelo, indipendentemente dalla frequenza dei controlli..riprendere il BAT con PSA sottocontrollo è come sparare prima di vedere la preda. Sebbene il pattern maggiore del Gleason sia di 5, il periodo adiuvante è già trascorso e mi riserverei l'arma dell'ormone per quando serve, non in questa fase. Ma naturalmente è una mia opinione in base all'esperienza delle strutture in cui ho lavorato.
Dovrebbe continuare inoltre, a mio avviso, i controlli anche con i radioterapisti oncologi che hanno curato, in fase iniziale, con successo, la malattia.
[#5]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Quando dice "mi riserverei l'arma dell'ormone per quando serve e non in questa fase" è perchè ritiente che nel futuro ce ne sarà sicuramente necessità o perchè partendo dal grado score gleason si ritiene ci possa essere ma non è una certezza un medio/alto rischio di recidiva?

In che cosa consistono i controlli con i radioterapisti?

Conosce casi in cui la malattia è stata curata con successo con la radioterapia e hanno terminato con successo il loro follow up senza ripresa di malattia?

[#6]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
mi scuso ma avrei necessità di aggiungere un'altra domanda:
- la terapia bat adiuvante alla radioterapia quale trattamento con intenti radicali si valuta renda la terapia più efficace e aumenti la sopravvivenza libera da malattia, il controllo totale e la sopravvivenza totale
quindi significa che con questo tipo di trattamento se applicato con successo posso pensare di ridurre i rischi di ripresa malattia e/o di tenere meglio sotto controllo la situazione durante il periodo di follow up (10/15 anni) o per aumento della sopravvivenza significa che concede semplicemente qualche anno in più prima che si ripresentino recidive o peggio?
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Lei ha letto bene su alcune fonti e riporta dati corretti, ma li deve contestualizzare. È vero che l' ormonoterapia associata alla RT né può aumentare gli effetti di controllo di malattia e persino di sopravvivenza, ma in alcune serie e in alcune circostanze.
La terapia ormonale è usata come neoadiuvante, cioè prima della RT per ridurre la prostata e aumentare l'effetto delle radiazioni in pazienti con stadio di rischio intermedio e alto. Negli stessi casi è promosso l'utilizzo della deprivazione androgenica(BAT)anche in fase adiuvante, cioè dopo la fine dell'RT. Sebbene recenti studi la consiglino per 1-2 e altri per 3-5 anni,non c'è consensus. Se interrotta la terapia di deprivazione androgenica solitamente si riprende solo se c'è ripresa biochimica(PSA in rialzo), altrimenti si facilita l'ormonorefrattarietà. Tale problema rende vano l'intento della terapia ormonale di controllare la malattia poiché le cellule crescono nonostante il blocco ormonale. Per questo si suggerisce spesso una terapia ormonale intermittente, cioè a "corrente alternata":aggiungendo il BAT solo quando il PSA riprende e si allontana o rallenta l'inesorabile ormonoresistènza.
Nel suo caso non mi sembra ci sia un rilazo del PSA significativo e si è concluso il periodo adiuvante avendo interrotto da un pò la ormonoterapia. Perché allora riprenderla?si rischia l'ormonoresistenza anticipata, ma questo è solo il mio parere espresso in funzione della sua domanda.
[#8]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Sono consapevole che ogni caso, ogni paziente ha una storia a se.... e che quindi le notizie lette poi debbano essere interpretate nello specifico...

Le volevo inoltre specificare che nel mio caso la terapia bat è stata utilizzata sia prima che dopo trattamento RT

Inoltre volevo approfittare della sua cortesia per rivolgerLe altre domande sempre a titolo generale:

- cosa si intende per "aumento della sopravvivenza libera da malattia"?... possibile riduzione del rischio di recidive nel corso del follow up (10 anni?) o semplice spostamento di qualche anno alla "certa" progressione della malattia?

- lei parla nel mio caso di ormonoresistenza anticipata... quindi a parte la ripresa della terapia di oggi forse non necessaria ritiene che prima o poi l'ormonoterapia dovrà essere ripresa? (anche se i valori psa rimangono quelli di oggi?)

- ci sono stati casi o ritiene ci possano essere in cui la terapia con intenti curativi quale radioterapia (combinata con bat) ha permesso di considerare certi pazienti liberi da malattia? e se sì questo dopo 5 anni di follow up o 10/15 anni (con mantenimento costante dei valori sotto i parametri stabiliti)?
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Le domande che pone sono consone ad un incontro medico-paziente, non ad una frettolosa botta e risposta su questo forum. Pertanto le rispondo per l'ultima volta RIMANDANDOLA ai medici che la seguono:a loro deve porre queste domande, poiché loro stanno facendo le scelte terapeutiche del caso di cui lei deve avere massima chiarezza.

La radioterapia, più o meno associata alla ormonoterapia è un trattamento curativo per la prostata, non palliativo. I tassi di guarigione si valutano nel tempo con:
- il controllo biochimico di malattia:l'assenza di rialzi patologici del PSA,
- la sopravvivenza libera da malattia, cioè senza segni di ripresa di malattia
- la sopravvivenza assoluta, cioè indipendentemente dalla presenza o meno della malattia.

Questi sono alcuni dei parametri citati negli studi per capire se la terapia è efficace in rapporto ad un' altra.
Al paziente interessa solo una cosa:che il psa rimanga entro i valori normali per quella fase. Ciò, in assenza di altri segni sospetti indica che il paziente è libero da malattia e quindi curato al meglio. Questa condizione, se la cura ha avuto successo può durare a tempo indeterminato, ma non possiamo predire se 5 o10 o 15 anni siano sufficienti per considerarsi definitivamente liberi da malattia. Per questo è giusto fare controlli periodici con serenità e dagli specialisti del caso, a cui fare tutte le domande che servono a fugare i dubbi.
[#10]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
La ringrazio e mi scuso se le mie domande sono risultate non adatte a questo contesto anche se come le avevo anticipato più che rivolte al caso specifico avevano come fine quello di chiarirmi le idee su alcuni termini, su alcune frasi che non ero riuscita ad interpretare e che in alcuni casi mi avevano confuso le idee.
Quando si ha a che fare con certe malattie io credo sia normale cercare conferme, risposte ai mille dubbi un pò ovunque ma soprattutto in un sito come questo fatto di tanti specialisti come lei.
Questo però non toglie niente al lavoro e alle risposte ottenute dal ns medico curante del quale mi fido assolutamente.
GRAZIE ANCORA
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