Strano rigonfiamento piedi
buongiorno, mio suocero di anni 76 soffre da alcuni mesi di un disturbo ad entrambi i piedi. Nello specifico, la cosa si è presentata con uno strano rigonfiamento dell'alluce destro, sensibile al tatto al punto da provocare dolore. Il sintomo si è poi esteso alla pianta del piede e si è presentato anche al piede sinistro, accompagnandosi ad una colorazione fortemente rossa. Si manifestava con dolore, rigonfiamento diffuso, difficoltà a calzare scarpe e a camminare. A seguito di visita ortopedica, abbiamo fatto delle analisi, la Ves risultava alta, l'uricemia a posto, la proteina C reattiva alta, Rx negativa. Il medico curante ci ha suggerito di fare anche un'ecocolodoppler dei vasi carotidei, negativa anche questa. Dopo una breve terapia a base di antinfiammatori, la situazione si è temporaneamente risolta, per ripresentarsi a distanza di alcuni giorni, con gli stessi sintomi, in entrambe le estremità inferiori. Aggiungo infine che mio suocero aveva sofferto in passato di gotta, e questa e' stata finora l'ipotesi piu' plausibile secondo i pareri medici, ma ormai dura da troppo tempo e la sintomatologia è tale e quale all'esordio. Siamo ad un punto fermo, dove ci dicono di insistere con gli antinfiammatori senza pero' avere una diagnosi precisa della causa. Mi rivolgo alla vostra competenza ed esperienza al fine di avere suggerimenti circa un possibile percorso diagnostico da poter seguire. Saluti
[#1]
Come lei sa a distanza ogni diagnosi o terapia non solo non è possibile, ma non è nemmeno consentita per ragioni di correttezza etica e professionale verso di voi.
Posso solo fornirle alcune informazioni che spero le risulteranno utili.
La gotta come malattia conclamata (= dimostrata presenza di depositi di urati = cristalli di ac.urico nelle parti molli periarticolari) è una cosa, l'attacco gottoso altra cosa.
Mi spiego.
Quando nel caso di un paziente gottoso noto si formano precipitati sotto forma di urati come nell'articolazione metatarso-falangea del primo dito del piede (sede più frequente, ma non l'unica) si viene a creare una situazione di irritazione meccanica e chimica permanente dovuta alla presenza di quei precipitati nella capsula articolare e nelle borse contigue. In occasione dei primi episodi di solito il corteo sintomatologico periferico e il dato ematologico dell'iperuricemia possono corrispondere.
Dopo di che l'esplosione di altri successivi episodi infiammatori (calore, arrossamento, dolore, tumefazione e alterazione della funzione articolare) di quell'articolazione e di quelle contigue possono anche manifestarsi SENZA la presenza di iperuricemia in quanto, come detto sopra, la sola presenza dei depositi di cristalli di acido urico periarticolari rappresentano una spina irritativa sempre presente.
Questa spina può essere riattivata o esarcebata da diversi fattori occasionali come:
- traumi anche minimi
- freddo
- ipossia
- squilibri metabolici locali o generali
ecc.
In poche parole quello che serve è un costante inquadramento clinico di questi eventi da parte di un medico che sappia correlare l'episodio infiammatorio occasionale in periferia (dolore, tumefazione e arrossamento del piede) con qualche noxa (= stimolo lesivo) magari completamente diversa dalla malattia di base (= gotta) e di carattere più generale: da interpetare.
In particolar in un maschio di 76 anni con VES e PCR elevata si possono tratteggiare varie ipotesi che però, per correttezza, vanno lasciate ai suoi medici curanti.
Cordialità
Dr. A. Valassina
Posso solo fornirle alcune informazioni che spero le risulteranno utili.
La gotta come malattia conclamata (= dimostrata presenza di depositi di urati = cristalli di ac.urico nelle parti molli periarticolari) è una cosa, l'attacco gottoso altra cosa.
Mi spiego.
Quando nel caso di un paziente gottoso noto si formano precipitati sotto forma di urati come nell'articolazione metatarso-falangea del primo dito del piede (sede più frequente, ma non l'unica) si viene a creare una situazione di irritazione meccanica e chimica permanente dovuta alla presenza di quei precipitati nella capsula articolare e nelle borse contigue. In occasione dei primi episodi di solito il corteo sintomatologico periferico e il dato ematologico dell'iperuricemia possono corrispondere.
Dopo di che l'esplosione di altri successivi episodi infiammatori (calore, arrossamento, dolore, tumefazione e alterazione della funzione articolare) di quell'articolazione e di quelle contigue possono anche manifestarsi SENZA la presenza di iperuricemia in quanto, come detto sopra, la sola presenza dei depositi di cristalli di acido urico periarticolari rappresentano una spina irritativa sempre presente.
Questa spina può essere riattivata o esarcebata da diversi fattori occasionali come:
- traumi anche minimi
- freddo
- ipossia
- squilibri metabolici locali o generali
ecc.
In poche parole quello che serve è un costante inquadramento clinico di questi eventi da parte di un medico che sappia correlare l'episodio infiammatorio occasionale in periferia (dolore, tumefazione e arrossamento del piede) con qualche noxa (= stimolo lesivo) magari completamente diversa dalla malattia di base (= gotta) e di carattere più generale: da interpetare.
In particolar in un maschio di 76 anni con VES e PCR elevata si possono tratteggiare varie ipotesi che però, per correttezza, vanno lasciate ai suoi medici curanti.
Cordialità
Dr. A. Valassina
Nota:informazione web richiesta dall'Utente senza visita clinica; non ha valore di diagnosi, trattamento o prognosi che si affidano al medico curante
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.9k visite dal 16/05/2011.
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