La dottoressa hanno attribuito questo comportamento

Salve a tutti. Sono un ragazzo di 22(quasi) anni e vi scrivo per dirvi del problema della mia ragazza (20 anni e mezzo). Vi scrivo io perchè da quanto ho scoperto il suo problema con il cibo ho deciso di prendermi carico della situazione e di cercare di tirarla fuori da questo tunnel, dato che lei aveva molte difficoltà a farlo. Vi racconto la sua storia, riportando quanto lei stessa a scritto in una mail ad una psicologa, cercando di aggiungere qualche dettaglio in più. Ringrazio tutti per la pazienza che avranno nel leggere. So bene che problemi di questo tipo hanno bisogno della consulenza di uno psicologo, e infatti ho già chiesto un consulto in quella sezione, ma la costante perdita di peso ci preoccupa.
15 luglio ’09
Ho iniziato circa 3 anni e mezzo fa ad avere problemi col mangiare. Quando ho iniziato a mettere il cerotto per avere il ciclo regolare (sotto controllo medico) ho preso qualche chilo; ero convinta che fosse colpa del cerotto, però magari mi sbaglio. Quindi ho deciso di mangiare in un determinato modo per perdere quei chili, ho iniziato a mangiare poco e cibi che per me non facevano ingrassare. All’inizio il mio obiettivo era solo quello di perdere quei chili, non volevo spingermi oltre. Solo che poi la situazione è degenerata senza che me ne rendessi conto.
A furia di mangiare in un determinato modo per cercare di dimagrire mi è entrata in testa una mentalità per cui volevo continuare a dimagrire a livello indeterminato. Cioè non pensavo “voglio arrivare a pesare … chili” ma pensavo “voglio pesare sempre di meno”. Ero attratta dall’idea di magrezza e volevo continuare a dimagrire perché pensavo che solo così sarei riuscita a stare bene con me stessa e col mio corpo.
Mangiavo sempre le stesse cose, ho eliminato certi cibi perché ero convinta che facessero ingrassare, controllavo sempre le calorie scritte sulla confezione degli alimenti. Avevo una forte paura di ingrassare e mi pesavo almeno una volta al giorno. Qualche volta ho pure cercato di vomitare mettendo le dita in bocca, ma senza riuscirci.
All’inizio mia mamma non era contraria al fatto che volessi perdere qualche chilo, ma poi quando ha visto che non volevo più fermarmi ha iniziato ad andarmi contro. Mi ha detto tante volte di fermarmi perché aveva paura che a un certo punto non sarei più riuscita a controllare la situazione, però non aveva capito che se mi comportavo così non era perché ero stupida e non capivo l’importanza di una corretta alimentazione, ma perché avevo dei problemi. Forse non l’ha capito perché nessuno glielo ha mai spiegato.
Ho parlato di questa situazione con due amiche; ne ho parlato con loro perché hanno avuto problemi simili al mio; parlando con loro mi sono accorta che pensavano le stesse cose che pensavo io e che avevano i miei stessi comportamenti. Mi hanno detto più volte di fermarmi, anche per un confronto con quello che poi è successo a loro.
Ma io non ho voluto fermarmi perché non ho avuto la forza di dire “voglio guarire, voglio uscire da questa situazione”.
Un girono ero andata su Wikipedia sotto la voce “anoressia” e ho notato che c’erano alcune caratteristiche comuni tra me e la ragazza anoressica: una forte paura di ingrassare, l’essere bugiardi con se stessi e con gli altri e il non ammettere la gravità della propria situazione, un forte senso del dovere che a volte sfocia nel perfezionismo.
La situazione è cambiata circa 2 settimane fa; mi veniva la nausea durante i pasti e ho iniziato a fare molta fatica a mandare giù il mangiare. Ho avuto molta paura di stare male seriamente e di non riuscire più a controllare la situazione. Quindi sono arrivata a pensare che voglio uscirne. Ci ho messo tanto a capirlo, ma alla fine ci sono arrivata. Quindi ho ripreso a mangiare normalmente; all’inizio ho fatto molta fatica, ma pare che ci sto riuscendo. Però questo non basta. Ho iniziato a mangiare normalmente perché ho avuto molta paura di stare male. Ma non perché da un giorno con l’altro ho capito che la mia mentalità è sbagliata. Voglio riuscire a convincermi che il mio modo di rapportarmi col mangiare è sbagliato, voglio riuscire a buttare via quell’eccessivo controllo sul mio peso e su quello che mangio. Però non ce la faccio da sola.
La terza e ultima persona con cui ho parlato di questo problema è il mio ragazzo ed è stato lui a convincermi a scrivere queste righe; mi ha detto che se non parlo io di quello che penso comportandomi così nessuno se lo può immaginare. Ad esempio, mia mamma e la dottoressa hanno attribuito questo comportamento a cause che per me sono sbagliate e io non ho avuto il coraggio di dire la verità a entrambe.
Solo che io faccio fatica a parlare di questa situazione, ma non so perché. Spero solo di riuscire a uscirne.

Questo è quello che lei ha scritto a una psicologa a luglio dell'anno scorso. E' passato molto tempo e le cose non sono cambiate di molto. E' alta 1.60 e a luglio pesava tra i 45 e i 46 kg. Ha avuto un colloquio con una psichiatra che non le è piaciuta e non ci vuole tornare anche perchè le ha consigliato degli psicofarmaci. E' passato poi tutto l'autunno e l'inverno. Nonostante si sforzi a mangiare e cerchi di mangiare regolarmente sta continuando a dimagrire. Ora pesa intorno ai 44.5 kg. Ha fatto una visita presso il reparto per i dca presso un ospedale dove le hanno detto che dovrebbe arrivare a pesare almeno 49 kg. e ha iniziato un percorso di 10 incontri con una psicologa ma ci va malvolentiri. Non perchè non le piaccia la persona, ma perchè non le piace affrontare l'argomento e quando va la risponde alle domande con monosillabi. Ne parla quasi volentieri solo con me. Ha paura di stare male e di finire in ospedale. Spesso capita che si vada fuori a mangiare ma quando siamo soli noi due dice che non ha problemi anche se non sempre mangia tutto, mentre se è con altra gente si vergogna e si sente a disagio. Inoltre fa molta fatica a fare colazione: è il pasto della giornata che le pesa di più. Io le dico che deve sforzarsi a mangiare anche quando non ce la fa perchè almeno da un punto di vista fisico si alimenta e non rischia di stare male, ma non so se il consiglio è giusto. ieri il peso è sceso a 44 kg. Oggi ancora un etto in meno Ci tengo a sottolineare che non vomita. A questo punto ho un po di domande:

1) La colazione: se non ha fame è giusto che non mangi o è comunque meglio se si sforza?
2) Ha nausea durante e dopo quasi tutti i pasti: perchè? come possiamo evitare che accada?
3)Nella sua famiglia sono tutti praticamente vegetariani. Le sue sorelle però mangiano pesce. Lei nemmeno quello. Solo pasta,riso,verdure e formaggi, frutta. Ha quindi un'alimentazione poco varia. Può essere questa una causa?o un problema in più?
4)E' già stata da un gruppo di dietologi che le hanno prescritto una certa dieta, tenendo anche conto del fatto che è vegetariana, ma lei ha detto che non si discosta più di tanto da cosa mangia di solito. Mi viene in mente che potrebbe essere che le quantità di cibo che lei mangia non siano troppe. E' vero che non saranno esagerate, ma non mi paiano nemmeno così poche da causare una perdita di peso così eccessiva.
5) quanto può influire lo stress e la tensione per gli esami?
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Dr. Serafino Pietro Marcolongo Dietologo, Medico estetico 8.6k 129 47
Gent. utente,
ho letto con molta attenzione il Suo post.
Francamente, da medico, ritengo che allo stato attuale non sia importante stabilire quale alimentazione possa essere più adatta alla Sua ragazza, se sia corretto o sbagliato insistere con la colazione, quali possano essere le quantità di cibo corrette o se stress e tensioni per gli esami contino in una situazione così descritta...ma è di estrema necessità affidarla alle cure di un buon specialista in Psicologia-Psicoterapia. Un Disturbo del Comportamento Alimentare va affrontato innanzitutto sulle cause che hanno indotto la ragazza a sviluppare un "rifiuto" verso il cibo.
Continui ad incoraggiarla a proseguire in questo tipo di terapia.
Ci tenga pure informati, se lo ritiene opportuno.
Cordialmente


Dott. Serafino Pietro Marcolongo
Dietologia - Medicina Estetica

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