Stenosi foraminale cervicale

Mio marito è in cura presso un reparto di terapia del dolore pre la problematica di cui al titolo del consulto. Alcuni farmaci utilizzati nel tempo non hanno dato risposta positiva (palexia) altri (targin, tralodie) a dosaggi di 100 mg controllano parzialmente il dolore (spalla e braccio) ma già dopo 14 giorni dall'assunzione causano forti effetti collaterali; senso di testa vuota, nausea, affaticamento. Vorrei sapere se la terapia del dolore significhi prendere dei medicinali tutti i giorni della propria vita, se abbia senso farla una volta fallite tutte le rimanenti possibilità (compreso l'intervento chirurgico) o possa essere un'alternativa all'intervento stesso (essendo una stenosi esclusivamente formaninale senza interessamento del midollo ne mancanza di forza o sensibilità e con elettromiografia nella norma; in sostanza "solo" dolore). I pensieri dei neurochirurghi contattati non sono conformi (addirittura uno di questi ha parlato di rischio di tetraplegia in caso di edema susseguente alla foraminotomia).E proprio per questa diformità di pensieri si era poi rivolto in terapia del dolore. Ci sarebbe in linea terorica la possibilità della terapia del dolore interventistica nel suo caso (neuromodulazione o altra terapia interventistica)?Grazie.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Buona sera,

innanzi tutto occorrerebbe poter visionare le immagini della RM Rachiede Cervicale. In assenza di queste Le chiederei di riportare "tra virgolette" il referto dell'esame.

Cerchiamo di comprendere di quanti neuroforami si tratta.

Ritengo una sciocchezza il discorso di una tetra- o paraplegia per edema midollare conseguente ad una foraminotomia.

Quanti sono i forami stenotici?
E nel caso fossero più di uno o due una trattamento anti-edema con corticosteroidi e mannitolo pre-, intra- e post- operatorio ovvierebbe a questa remota possibilità.

Se non vi è contatto tra speco vertebrale (e quindi i forami) ed il midollo spinale e valutato come la foraminotomia sia praticata dall'esterno verso e sul forame medesimo al fine di ampliarlo solo un "asino bendato" che vada più volte a contundere il midollo medesimo potrebbe provocare un disastro simile a quello paventanto dal neurochirurgo.

Ma intanto le informazioni richieste poi parleremo del caso particolare che Lei ben sintetizza come "solo dolore" e della terapia del dolore (farmaci ed altri approcci) in alternativa all'intervento chirurgico.

Cordialmente.
www.otellopoli.it

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

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dopo
Utente
Utente
Grazie dottore,
il referto tac recita: "rettilinizzazione della lordosi cervicale con dimrnsioni del canale spinale nei limiti di norma e riduzione in ampiezza a livello c6-c7 dello spazio intersomatico con irregolarità osteofitosichenmargino somatiche e uncoartrosi determinante riduzione bilaterale nelle dimensioni dei forami d coniugazione prevalentemente a sinistra"
il termine "solo" riferito al dolore stava a significare che il dolore è presente prevalentemente in posizione seduta mentre è del tutto assente da sdraiato (tant'è vero che il sonno non è pregiudicato)
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Pertanto la stenosi foraminale è ad un solo livello !

Confermo quanto espresso circa la fantasiosa lettura (il neurochirurgo che ha previsto una tetraplegia da edema del midollo spinale) del quadro clinico/strumentale che eventualmente si presentebbe dopo una foraminotomia.

I farmaci che funzionano nel dolore neuropatico (quale è il dolore radicolare che interessa solo le fibre C amieliche tanto da render conto di una Emg/Eng negativa) son alcuni anti-epilettici (Gabapentin, Pregabalin, ecc) in eventuale associazione con alcuni antidepressivi (Duloxetina, ecc).

Le consiglio di postare il medesimo quesito in area "neurochirurgia".

Cordialmente.