Non so più cosa fare!

Salve, scrivo a seguito di una serie di accertamenti eseguiti dopo aver avuto dei rapporti a rischio infezione da malattie veneree.

Nel dettaglio avendo notato, a Dicembre scorso, un cambiamento nel flusso e nella potenza dell'urina, un calo della libido ed
assenza di erezione mattutina, fastidio alla zona perineale mi sono sottoposto ad alcuni test PCR alla ricerca di eventuali patogeni (specifico tuttavia di non aver mai avuto secrezioni dal pene, evidente arrossamento del meato e bruciore durante la minzione).

Dapprima ho effettuato una PCR specifica sulla ricerca di Clamidia su campione di liquido seminale.
Esito negativo.

Essendo sorto il dubbio su altri patogeni ho effettuato una PCR multiplex (Clamidia, Tricomonas, Gonorrea, Micoplasmi ed Ureaplasmi) nello stesso laboratorio sempre su liquido seminale.
Esito negativo.

Successivamente mi sono documentato sul fatto che il campione d'elezione in realtà sarebbe il primo mitto di urina e quindi ho effettuato la ricerca PCR multiplex in questo modo in altro laboratorio.
Esito negativo.

Essendo in dubbio sulla qualità del mio campione prelevato la mattina ma a distanza di tre ore e mezza dall'ultima minzione, ho effettuato un ulteriore test PCR multiplex in altra struttura che poi ho scoperto aver trasferito il contenitore delle urine dal centro Italia al laboratorio situato in Lombardia.
Da qui l'ulteriore dubbio che anche questo campione non fosse attendibile, quindi anche l'esito negativo non è servito a tranquillizzarmi.

Ho deciso quindi di fare una ricerca IFA di IGG e IGM anticlamidia cambiando, almeno su questo patogeno, tecnica di ricerca.
Esito negativo.

A questo punto, data la persistenza dei sintomi a distanza di 4 mesi, avendo notato un leggero ingrossamento di un linfonodo inguinale sx, avendo ottenuto negli ultimi esami di urine un livello di emazie 58, mi chiedo se rischi di essere contagiato ed eventualmente quale altro accertamento potrei fare.

Specifico di aver effettuato già tre visite urologiche che non hanno riscontrato problemi prostatici.

Grazie.
Dr. Paolo Piana Urologo 49.7k 2k
Il drenaggio linfatico dell'apparato uro-genitale interno non interessa i linfonodi inguinali. Diremmo che in base ai numerosissimi riscontri negativi, l'ipotesi di una infezione in corso abbia ormai perso definitivamente perso di consistenza. I suoi disturbi potrebbero essere facilmente associati ad una comune congestione della prostata, che come è ben noto, spesso non dimostra alcuna alterazione agli accertamenti e talora anche alla stessa visita diretta. D'ogni modo, considerata la presenza di tracce di sangue, a questo punto diventa opportuna una valutazione endoscopica (uretro-cistoscopia).

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
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Grazie Dott. Piana. Il fatto è che tutti gli accertamenti, seppur svolti con la metodica ritenuta come "Gold Standard", sono stati svolti in laboratori privati ed ognuno ha mostrato di avere la sua metodica. Di qui l'incertezza sui risultati. Per motivi personali non ho possibilità di accedere a centri MST pubblici.
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Gentile Dott. Piana, la volevo aggiornare a seguito di effettuazione RM prostata multiparametrica con mezzo di contrasto che avevo in lista da un paio di mesi:

La prostata risulta nei limiti delle dimensioni con segni di iperplasia adenomiomatosa della zona di transizione. Si evidenzia una flogosi cronica nella zona periferica ed ectasia delle vescichette seminali.

Secondo lei tale quadro, in riferimento anche alla microematuria, può ancora rientrare in un quadro di congestione della prostata o devo ancora insistere nella ricerca di patogeni a trasmissione sessuale?
Grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 49.7k 2k
La risonanza magnerica multiparametrica è un'indagine principalmente tesa ad individuare aree di sospetta degenerazione tumorale. Individua genericamente anche l'infiammazione, ma certamente non è in grado di differenziarne la causa.

Paolo Piana
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