Quando effettuare una cistoscopia
Salve, ho già chiesto questo tipo consulto, ma credo di aver sbagliato ad un certo punto la procedura, perché mi sono agganciata al"rispondi"per comunicare, tempo dopo, aggiornamenti e quesiti.
Temo cmq di aver ecceduto in argomentazioni distogliendo dal centrare il problema, ma forse è proprio questo il punto.
Attualmente, nonostante terapia per 15 gg con colpogyn ovuli (sospesa per 1 g.
al dodicesimo) e prosecuzione per altre 2 volte a settimana già da due, il bruciore che avverto, da quasi un anno, nell'area intima, soprattutto lato urinario, e` diventato persistente, intenso in alcuni giorni, in altri molto piu` lieve.
La terapia è stata
però prescritta per un periodo di 3 mesi (non 3 settimane), la diagnosi riferisce atrofia genitale e certe "petecchie biancastre" vaginali, la secchezza potrebbe interessare tutta l'area compresa la parte urinaria, e si prevede una cistoscopia alla persistenza dei sintomi. La citologia urinaria è negativa, pure precedenti urinocolture lo sono, tamponi vaginali danno prima enterococco, poi streptococco agalactiae curato con antibiotico, infine flora mista considerata come normale. Esame feci negativo. Uroflussometria nella norma. Ecografia addome con prolasso vescicale. Febbricola, di cui ho pero' sofferto anche da prima, da sempre, forse per problemi intestinali e diverticolite.
Non ematuria o altre secrezioni.
Non incontinenza urinaria, frequenza minzionale in correlazione all'infiammazione, con fasi più acute e altre meno. Fumo circa 10 sigarette al g., il cui consumo è aumentato di recente
per combattere ansia e depressione, che non voglio curare con psicofarmaci, che pur mi sono stati prescritti dopo consulto psichiatrico alquanto approssimativo, ma voluto dalla mia psicoterapeuta.
La fase di attacco dei primi 15gg di terapia sembrava aver dato un qualche effetto, anche se poi non mancavano gg di riacutizzazione dell'infiammazione, che non sapevo se attribuire alla patologia o ad una sensibilizzazione alla terapia stessa. Passata poi alla somministrazione bisettimanale, l'infiammazione si è ancora manifestata, a volte intensamente, in altre molto di meno. Ho notato però che sento leggera dolenza anche al solo tatto sul clitoride/uretra, e ogni tanto pure stando seduta. Non potrebbe trattarsi di una forma di vulvodinia? Alla minzione adesso sento più sensibilità che bruciore, che compare magari dopo e che è persistente. Stando in ansia, ho ricontattato il gino-urologo, che mi aveva visitata, e lamentando con lui già da adesso insuccesso nella terapia, è chiaro che si sia espresso a favorevole alla cistoscopia! Avrei dovuto invece terminare la terapia per i tre mesi previsti?
In origine mi sono sottoposta a visita urologica che prevedeva una cura con integratore uroial, di cui ho assunto ben 4 confezioni di 12 bustine, con blando effetto, ed un' urodinamica invasiva in caso di non remissione dei sintomi. Ora devo sottopormi alla cistoscopia, o aspettare ancora? O ripetere prima una visita urologica con altro medico (la prima non fa più servizio all'ospedale), oppure andare già al controllo ginecologico? Il problema è multidisciplinare, che è difficile coniugare, specie a livello del S. S. N. Grazie
Temo cmq di aver ecceduto in argomentazioni distogliendo dal centrare il problema, ma forse è proprio questo il punto.
Attualmente, nonostante terapia per 15 gg con colpogyn ovuli (sospesa per 1 g.
al dodicesimo) e prosecuzione per altre 2 volte a settimana già da due, il bruciore che avverto, da quasi un anno, nell'area intima, soprattutto lato urinario, e` diventato persistente, intenso in alcuni giorni, in altri molto piu` lieve.
La terapia è stata
però prescritta per un periodo di 3 mesi (non 3 settimane), la diagnosi riferisce atrofia genitale e certe "petecchie biancastre" vaginali, la secchezza potrebbe interessare tutta l'area compresa la parte urinaria, e si prevede una cistoscopia alla persistenza dei sintomi. La citologia urinaria è negativa, pure precedenti urinocolture lo sono, tamponi vaginali danno prima enterococco, poi streptococco agalactiae curato con antibiotico, infine flora mista considerata come normale. Esame feci negativo. Uroflussometria nella norma. Ecografia addome con prolasso vescicale. Febbricola, di cui ho pero' sofferto anche da prima, da sempre, forse per problemi intestinali e diverticolite.
Non ematuria o altre secrezioni.
Non incontinenza urinaria, frequenza minzionale in correlazione all'infiammazione, con fasi più acute e altre meno. Fumo circa 10 sigarette al g., il cui consumo è aumentato di recente
per combattere ansia e depressione, che non voglio curare con psicofarmaci, che pur mi sono stati prescritti dopo consulto psichiatrico alquanto approssimativo, ma voluto dalla mia psicoterapeuta.
La fase di attacco dei primi 15gg di terapia sembrava aver dato un qualche effetto, anche se poi non mancavano gg di riacutizzazione dell'infiammazione, che non sapevo se attribuire alla patologia o ad una sensibilizzazione alla terapia stessa. Passata poi alla somministrazione bisettimanale, l'infiammazione si è ancora manifestata, a volte intensamente, in altre molto di meno. Ho notato però che sento leggera dolenza anche al solo tatto sul clitoride/uretra, e ogni tanto pure stando seduta. Non potrebbe trattarsi di una forma di vulvodinia? Alla minzione adesso sento più sensibilità che bruciore, che compare magari dopo e che è persistente. Stando in ansia, ho ricontattato il gino-urologo, che mi aveva visitata, e lamentando con lui già da adesso insuccesso nella terapia, è chiaro che si sia espresso a favorevole alla cistoscopia! Avrei dovuto invece terminare la terapia per i tre mesi previsti?
In origine mi sono sottoposta a visita urologica che prevedeva una cura con integratore uroial, di cui ho assunto ben 4 confezioni di 12 bustine, con blando effetto, ed un' urodinamica invasiva in caso di non remissione dei sintomi. Ora devo sottopormi alla cistoscopia, o aspettare ancora? O ripetere prima una visita urologica con altro medico (la prima non fa più servizio all'ospedale), oppure andare già al controllo ginecologico? Il problema è multidisciplinare, che è difficile coniugare, specie a livello del S. S. N. Grazie
Diremmo che solo la valutazione endoscopica, effettuata appena possibile, può portare elementi di giudizio utili per definire la situazione, che comunque apre avere un interesse più ginecologico che urologico.
Smettere di fumare arreca sempre vantaggi a tutte le patologie.
Smettere di fumare arreca sempre vantaggi a tutte le patologie.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Utente
Grazie sentitamente per la gentile e pronta risposta.La valutazione endoscopica sarebbe l'uretrocistoscopia,che rimane un esame urologico?Ma eseguendolo si potrebbero intanto escludere patologie urinarie,per poi meglio definire quelle che lei ipotizza siano ginecologiche?Spero di aver inteso bene.Che debba smettere di fumare l'ho capito,dovrei però liberarmi dall'ansia ,che anche questo problema alimenta .Grazie.Buonasera
- La valutazione endoscopica sarebbe l'uretrocistoscopia,che rimane un esame urologico? -
Certo. Si tratta dell'indagine più precisa a nostra disposizione.
Certo. Si tratta dell'indagine più precisa a nostra disposizione.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Utente
Grazie,volevo essere sicura.Trattasi dell'esame più preciso ,ma anche il più invasivo e doloroso.!!Mi sono persuasa che sia da fare,anche se potrebbe ancora non spiegare del tutto questi sintomi, se lei stesso ipotizza si tratti di patologia ginecologica.Grazie ancora
In una donna, la cistoscopia ha una invasività minima, tanto più se effettuata con uno strumento flessibile e può essere effettuata ambulatorialmente in semplice anestesia da contatto. Può essere che la cistoscopia non riveli alcuna alterazione, questo definirà la pertinenza esclusivamente ginecologica dei disturbi.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Utente
Pare però che sia ancora in uso il tubo rigido. Grazie cmq per avermi rassicurata.Buonasera
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 565 visite dal 09/05/2025.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Vulvodinia
La vulvodinia è una patologie che colpisce la vulva, si manifesta con costante bruciore, secchezza e sintomi dolorosi che compromettono la vita sessuale.