Calcolosi ossalato di calcio

Gentile Dr. Paolo Piana,
ho letto con molto interesse il Suo articolo pubblicato sul portale Medicitalia, dedicato ai calcoli di ossalato di calcio, in particolare all’approfondimento sulle sostanze che potrebbero ostacolarne la formazione e/o l’accrescimento.
Avendo una lunga esperienza personale con la calcolosi renale, posso confermare quanto sia difficile contrastare efficacemente l’ossalato di calcio.
Nel mio caso, l’assunzione quotidiana di allopurinolo (Zyrolic 300) ha consentito la completa eliminazione dei calcoli di urato e di altra natura, ma purtroppo l’ossalato di calcio si è dimostrato finora imbattibile.
Vorrei inoltre sottolineare come il consiglio di assumere citrati (Lithos o Lithos Plus) venga spesso dato in modo generico, senza indicazioni precise sui tempi di assunzione né con una reale convinzione circa la loro efficacia.
Le sarei quindi grato se potesse chiarire meglio gli effetti dell’uva rossa e del tè verde: dall’articolo non mi è del tutto chiaro se il loro impatto sulla calcolosi da ossalato sia da considerarsi positivo, ambiguo o addirittura potenzialmente negativo.
Poiché la mia lotta è ormai concentrata contro l’ossalato, Le chiedo anche un parere più dettagliato sull’impiego del Lithos: in particolare, su quali siano i tempi di assunzione più opportuni e su quali benefici concreti ci si possa attendere dalle sostanze citate nel Suo articolo.
La ringrazio sin d’ora per l’attenzione e per l’eventuale risposta.

Cordiali saluti.
Dr. Paolo Piana Urologo 49.7k 2k
L’articolo si riferisce ad una sperimentazione effettuata in laboratorio, siamo pertanto ancora MOLTO lontani dal poter affermare su basi scientifiche che una o più di queste sostanze possano davvero essere efficaci nella profilassi e metafilassi della calcolosi ossalo-calcica. Non ci risulta che questi studi siano mai stati eseguiti sulle varie - erbe spaccapietre- che comunque riscuotono un certo successo commerciale. Non ci stupiremmo quindi che prossimamente vengano proposti prodotti a base di tè verde o fieno greco (!) nelle combinazioni più varie e bizzarre, d’altronde mettere sul mercato un integratore alimentare è infinitamente più semplice e meno costoso di far approvare un vero farmaco.
I citrati hanno subito una simile trafila sperimentale, con alcuni decenni di anticipo. Pertanto la loro efficacia in laboratorio è stata ampiamente dimostrata. Anche sul loro utilizzo nella pratica clinica sono stati fatti decine di studi con risultati - diciamo - incoraggianti. Questo ovviamente corrisponde neanche lontanamente alla risoluzione del problema dei calcoli di ossalato di calcio. Il più grosso ostacolo è l’aderenza del paziente alla terapia. Se vi sono i presupposti, il citrato dovrebbe essere assunto a tempo indefinito, poiché la sua efficacia non è curativa, ma solo preventiva. In pratica i citrati non sono efficaci sui calcoli già formati. È di fatto molto difficile, ai limiti dell’impossibile, che un paziente assuma a tempo indefinito un prodotto non propriamente salva-vita per una situazione che può rimanere silente per lunghissimi periodi. Con queste premesse, noi abbiamo sempre evitato di prescrivere i citrati - tanto per - così come si fa con tutti gli integratori alimentari che oggi affollano gli scaffali dei farmacisti. Le nostre indicazioni sono quindi oggi ristrette a situazioni di rischio particolare:
- le fasi successive ad un intervento di frammentazione dei calcoli (endoscopica od extra-corporea) con presenza di residui/polvere, per prevenirne il precoce ri-compattamento;
- situazioni di calcolosi ad elevatissima frequenza di recidiva, che però dovrebbero essere studiate più accuratamente, anche dal punto di vista genetico, riguardo al metabolismo dell’acido ossalico

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/

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