Ipertone dello sfintere esterno

Egregi Medicitalia.

Sono un paziente più volte ricoverato nel reparto di urologia per calcolosi renale e ureterale bilaterale trattati con ureterolitolapassi e ESWL.
Nel corso degli anni e più precisamente dal 2002 ho maturato una I.P.B. sin d’allora trattata con farmaci alfa-litici con scarsi risultati.
Il 17 ottobre 2006 mi sono sottoposto ad una ecotranstrettale che evidenziava una prostata con dimensioni di mm. 44,5 (long) x 47,7 (trasv) x 30,9 (sagitt) e un peso di 26 grammi circa, ecostruttura nel complesso regolare, confini della capsula conservati, vescichette seminali regolari, angoli vesvico-seminali liberi, e un residuo post-minzionale di 60cc circa.
Esami: dosaggio P.S.A. 0.4 - Urocoltura negativa - uroflussometria di limiti inferiori della norma.
Alla luce di una disuria sempre più ostile e insensibile alla terapia medicale si è convenuto per un intervento disostruttivo.
Il 27 dicembre 2006 sono stato sottoposto a T.U.R.P. con questo esito:
Uretra prostatica deformata da due lobetti laterali, collo sollevato e molto rigido.
Quadro vescicale regolare. Resezione endoscopica della prostata. DTC dei punti sanguinanti. Catetere vescicale a dimora.
Conclusioni: IPB. Strumento: RESETTORE IGLESIAS.
Dopo l’intervento, avevo due sacche per la cistolusi che venivano alternativamente sostituite, e il liquido refluo del lavaggio vescicale che inizialmente era di un colore rosato di li a poco divenne di un rosso carico.
Passai tutta la notte e parte del giorno dopo con infermieri e urologi intenti a fermare in qualche modo l’emorragia. Tentarono da prima gonfiando più o meno il palloncino cercando di tappare la perdita, poi misero più volte in trazione il catetere con degli elastici legati al mio alluce senza alcun risultato.
Il 28 dicembre, giorno successivo, verso mezzogiorno, le mie condizioni peggiorarono ulteriormente. Ebbi un forte calo pressorio e persi i sensi. Eseguirono un emocromo urgentemente e mi propinarono due flaconi di Emagel 500ml. a gocce veloci, mentre l’equipe si organizzava per liberare una sala operatoria.
Esito del secondo intervento:
Agevole l’introduzione dello strumento. Si aspirano numerosi coaguli sino ad evidenziare il tessuto resecato. DTC di numerose piccole boccucce venose. Catetere vescicale in dimora.
Conclusioni: EMATURIA post TURP - Strumento RESETTORE IGLESIAS - Anestesia SPINALE eseguita in posizione DISTESO DI FIANCO.
Esito esame istologico
Macro: Diversi frammenti di resezione endoscopica del peso di gr. 8, che si prelevano totalmente.
Diagnosi: Frammenti prostatici con iperplasia adenofibroleiomiomatosa.
Il 30 dicembre il liquido refluo del lavaggio vescicale era chiaro, mi tolsero il catetere, mi prescrissero una terapia con Levoxacin 500mg, Seleparina e Cistalgan, e mi dimisero dall’ospedale. Anche se con valori di EMOCROMO sotto alla norma e grosse difficoltà a reggermi in piedi.
20 giorni dopo, la minzione era molto difficoltosa, usciva a gocce, con bruciore e molto sforzo.
Mi sono recato dall’urologo che mi ha prescritto una cura di 10 giorni con Unidrox 600mg x2 Die e di 30 giorni di Aulin x2 Die. In seguito c’è stato un periodo di benessere, tanto è vero che, 10 giorni dopo, il flusso era talmente abbondante, che ho espulso, senza difficoltà i voluminosi coaguli dovuti alla caduta delle escare.
2 mesi e mezzo dopo l’intervento la situazione è precipitata con la presenza costante dei seguenti sintomi che si attenuano con Aulin o similari, per poi recidivare una volta esaurito l’effetto antinfiammatorio.
Impellenza minzionale. Bruciori intensi durante la minzione che si protraggono per 10 - 15 minuti.
Senso di ostruzione e di non completo svuotamento della vescica. Notevole diminuzione del flusso (2-2,5mm. di calibro) e funzione minzionale a intermittenza. Frequenti perdite di urina dopo la minzione. Dolore del perineo. Senso di non svuotamento nella defecazione. Sensazione di avere la cistite e le emorroidi. Peso nella vescica e dolori anche esercitando una minima pressione con la mano. Forti e improvvise stilettate che dal glande salgono lungo l’uretra sino in vescica, paragonabili a qualcosa che raschia e mentre scemano sembra debba scendere qualcosa, ma non esce niente.
L’eiaculazione come si presupponeva è retrograda. Sessualmente pero, ho perso anche sensibilità, non sento più il momento del coito. La sensazione è come di averlo interrotto. In seguito ho grosse difficoltà espellere lo sperma dalla vescica, mi rimangono forti bruciori e più appesantite le capacità urinarie per qualche giorno.
La settimana scorsa, a 5 mesi e mezzo dall’intervento, lo stesso urologo ha deciso di effettuare una uretrocistoscopia di approfondimento che ha dato il seguente esito:
Uretra anteriore regolare, discreto ipertone dello sfintere esterno. Esiti ben conformati di resezione prostatica. Loggia epitelizzata, collo ampio. Osti ureterali in sede regolare, mucosa vescicale regolare su tutti i quadranti.
Conclusioni: STRANGURIA - Strumento: STORZ 15,5 - Anestesia: PER CONTATTO
L’esito in verità, mi lascia un po’ perplesso in quanto, molti disturbi prima dell’intervento non li accusavo.
Dopo endoscopia mi sono stati prescritti disinfettanti per 3 giorni e una cura di 30 giorni con Spasen 40. Ad oggi dopo 10 giorni di cura non noto alcun beneficio se non una più marcata insensibilità sessuale data probabilmente da una componente del farmaco stesso.
L’altro ieri, disperato per quanto stavo male, ho telefonato all’urologo il quale, mi ha suggerito di provare ad assumere una compressa di TERAFLUSS 5 mg. L’ho ingerita e come per miracolo dopo circa due ore tutti i problemi si sono praticamente disciolti in una mega-pisciata.
Ora, evidenziando anche a voi che, alfa-litici non posso più assumerne per gli effetti collaterali che mi procurano (ipotensione, tachicardia, aumento di peso, edemi alle caviglie e debolezza, sia muscolare che tendinea.) e che questo è uno dei principali motivi che mi hanno spinto a favore di un intervento disostruttivo, vi chiedo, scusandomi per la mia estrema dilungagine:
È mai possibile che il malanno sia solo quello diagnosticato ora e che sia causa di tutta questa serie di problematiche?
È se si, esistono dei farmaci mirati per risolvere l’ipertonia dello sfintere secondario che non siano alfa-litici?
Infine, considerando che tale sfintere si trova comunque in quella parte dell’uretra all’interno della prostata, dove più o meno sono stato operato, cosa ne pensate dell’effetto del Terafluss?
Non è che per caso ci sia ancora di mezzo l’IPB?

Sentitamente sin d’ora vi ringrazio.

Dennis 38103 Venezia.
[#1]
Dr. Roberto Mallus Urologo 5.5k 109 4
La sua storia clinica è incompleta di una flussimetria urinaria pre 1° intervento.
Comunque tutto è stato eseguito come si deve,compresa la complicazione emorragica
Eè probabile che i suoi disturbi siano da riferire ad un quadro infiammatorio della prostata residua.
IL terafluss per poco tempo può aiutare ma soprattutto antiinfiammatori e regole alimentari e di vita faranno si che tutto si risolva.
Cordiali saluti

Dott.Roberto Mallus

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Mallus.
La ringrazio innanzitutto per aver gentilmente risposto.

Chiedo scusa per la mia ignoranza in materia, ma forse non conosco la differenza tra uroflussometria (o esame urodinamico) e flussimetria urinaria; credevo fosse la stessa cosa. È forse perché esistono anche altre metodologie per eseguirla?
Se è così, l’urologo, che mi cura da più di 10 anni e che ha praticamente visto e sentito crescere la mia prostata, deve senz’altro aver tralasciato qualche cosa. O più probabilmente avrà ritenuto in quel momento più che soddisfacente il quadro clinico che aveva sottomano.
Si vedrà… Da che mondo è mondo “Il tempo ha sempre restituito torti e ragioni”.
Ho ancora qualche molti dubbi in merito e considerando che ho già monopolizzato il vostro tempo con la mia precedente, cercherò di essere il più preciso e conciso possibile.
Questi sono solo alcuni tra gli esami di laboratorio eseguiti prima del 1° intervento:
In data 10 ott. 2006: dosaggio P.S.A. 0.4 - Urocoltura negativa.
Il 17 ott. 2006: sottoposto in ambulatorio a ecotranstrettale.
In data 14 nov. 2006: esame urodinamico che dava limiti inferiori della norma.
In data 27 dicembre 2006 primo intervento disostruttivo con metodo T.U.R.P.
Per quanto riguarda “regole alimentari e moderato stile di vita”, per tutta una serie di altri motivi di salute, sono principi che ho sempre dovuto tenere in considerazione e sono tuttora di fondamentale rispetto.
In quanto a cure, oserei dire che in questi 6 mesi ho assunto tanti antinfiammatori da contribuire fortemente al bilancio delle entrate delle case farmaceutiche, a discapito del mio apparato gastro-epatico. Certo, questo mi ha consentito di tirare avanti, ma sembra che comunque non siano risolutivi visto che se non li assumo tutti i sacrosanti giorni, i sintomi già precisati, recidivano quasi subito.
E poi, mi chiedo, perché il terafluss riesce a togliere questi sintomi, se sono gia stato resecato?
E ancora, che proprietà dovrebbe possedere il medesimo se riesce ad attenuare fino a far sparire dopo neanche 2 ore i disturbi di un’infiammazione prostatica, un tipo di farmaco che inizialmente era nato, studiato e classificato per la cura dell’ipertensione?
Grazie sin d’ora a chiunque mi risponderà.
Dennis 38103
Venezia.
[#3]
Dr. Giovanni Luca Giliberto Urologo, Andrologo 113 4
Caro utente,
è possibile che l'ipertono sfinterico sia estrinsecato dall'infiammazione provocata dalla TURP e dal reintervento per la macroematuria.
Io ritengo che il quadro dovrebbe normalizzarsi....continui ad assumere la terazosina ed esegua una flussometria di controllo tra 3 - 4 mesi.
A disposizione per ulteriori chiarimenti
G.L. Giliberto

Dott. G.L. Giliberto

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Giovanni Luca Giliberto,
la ringrazio per il suo intervento che apprezzo molto.
Mi piace soprattutto il fatto che esprima in qualche modo un’onesta cautela quando afferma: “è possibile che…” sono certo che lei non dia mai niente per scontato. Questo aggiunto alla disponibilità a futuri dialoghi dimostra il possesso di una grande professionalità.
Trovo anche che la sua risposta, sintetica ma efficace, contenga una certa logica e credo che seguirò i suoi consigli, magari assumendo la terazosina a intervalli di 2-3 giorni visto che l’effetto del farmaco, almeno per ora, è abbastanza duraturo. Questo dovrebbe consentirmi di mantenere un buon flusso minzionale e minimizzare gli effetti collaterali che esso mi procura.
Volevo approfittare anche per dire che non ce l’ho con nessuno.
Capisco che non sareste neanche obbligati a fornire consulti a distanza. Il fatto che spesso vi troviate di fronte a richieste poco comprensibili e senza conoscere il paziente che le ha scritte rende sicuramente il ruolo che vi siete posti non sempre facile. Ho letto molte risposte nel sito, nonostante ciò, siete sempre e comunque di grande aiuto per tanta gente e state facendo un grande lavoro.
Credo mi rifarò vivo tra qualche mese, sperando che per allora non ci siano altre complicazioni e che i miei problemi si sia del tutto risolti.
Dennis 38103
Venezia.

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