Dolore dopo intervento varicocele

Buongiorno,
vi racconto la mia esperienza. Ho subito un intervento di varicocele circa 1 anno fa. Dopo circa 2 mesi ho subito un intervento di idrocele. In estate, mi è stata riscontrata un epididimite, guarita con antibiotici. Oggi, a circa un anno dell'intervento, provo ancora un dolore piuttosto forte al testicolo sx. Ad esso si aggiunge un fastidio all'interno della coscia sinistra subentrato negli ultimi due mesi (che cito per completezza, ma che probabilmente non ha nulla a che fare). L'ecocolordopplertesticolare eseguita un mese fa parla di dimensioni corrette e di nessun varicocele recidivo. Da aggiungere che soffro di una marcata stenosi rachidea nel tratto L2/L4
I diversi urologi (ed anche un neurologo) che mi han visto mi dicono che è solo questione di tempo; l'ultimo in particolare ha rilevato all'esame manuale che il dolore è principalmente in corrispondenza dell'epididimo e mi ha parlato di un possibile intrappolamento del nervo nella rilegatura, dicendomi anche che in tal caso purtroppo i tempi si allungano con il rischio che una totale guarigione sia impossibile. Mi chiedevo se realmente in caso di intrappolamento il quadro sia così "drammatico" e se realmente devo attendere inerme che questo dolore passi e vi sono possibili strade da percorrere.
A margine, aggiungo che l'utilizzo del sospensorio (che ho ripreso da circa una settimana) mi procura un certo sollievo.
Grazie per le eventuali risposte
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Diremmo che il problema ortopedico potrebbe avere nel suo caso una rilevanza sostanziale, ora come forse anche prima degli interventi. Piuttosto spesso accade di osservare casi di dolori testicolari sproporzionati alle alterazioni locali, che possono essere del tutto assenti oppure modeste (il rilievo di un piccolo varicocele è frequentissimo, specie se vengono eseguiti degli accertamenti specifici). In questi casi l'urologo esperto dubita sempre la componente neurologica, legata ad una irritazione del nervo ileo-inguinale e delle sue ramificazioni dovuta a problemi della colonna vertebrale (es. ernie del disco, scoliosi, postura viziata, ecetera). Nel suo caso, l'alterazione è evidente e potrbbe oggi causare un'accentuazione della sensibilità, a fronte di una anche modestissima infiammazione residua a livello del contenuto scrotale. Crediamo meno al cosiddetto "intrappolamento" più comune nella chirurgia dell'ernia inguinale. Ció detto, purtroppo la situazione è di difficile gestione, anche perchè non esistono accertamenti specifici in grado di far individuare un punto preciso sul quale agire, sempre posto che questo esista. Spesso queste situazioni, che non hanno più possibilità di vantaggio dal punto di vista urologico, si giovano delle cure della terapia del dolore, a base di farmaci, infiltrazioni locali, elettrostimolazioni, eccetera.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta. Ritene altresì vero che questo tipo di problematiche col tempo guarisce? O bisogna per forza agire in qualche modo?
Inoltre, ci sono delle abitudini che possono peggiorare la situazione o rallentare la guarigione?
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Si agirebbe volentieri nel momento in cui fosse chiaro ed evidente dove e come farlo. Mantenere lo scroto il piú fermo possibile con un adeguato sospensorio è probabilmente la misura conservativa più ragionevole.
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dopo
Utente
Utente
In verità ho constatato che l'utilizzo del sospensorio mi da benefici sul momento, facendomi sentire più protetto, ma mi genera un maggior dolore quando lo tolgo. E' come se il testicolo fosse troppo schiacciato, magari semplicemente quello che uso è stretto. Mi farebbe comunque piacere sapere se nei casi che magari ha seguito in passato ci siano stati casi di guarigione spontanea più o meno a lungo termine. La ringrazio
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Tutto sta a comprendere se questo suo fastidio origini direttamente dal testicolo oppure sia dovuto ad una alterata sensibilità dovuta al noto problema ortopedico-neurologico,alla,colonna vertebrale. Come già le dicemmo, è piuttosto difficile discernere, poichè non potendosi disporre di accertamenti specifici, ci si deve basare unicamente su quanto apprezzabile alla visita duretta. Questo è ovviamente proporzionale alla sensibilità, pazienza ed esperienza dello specialista che se ne occupa. In ogni caso, si può trattare di una condizione relativamente fastidiosa per lei, ma certamente non pericolosa, il cui destino a lungo termine è molto probabilmente destinato a vertere al miglioramento, anche spontaneo.