Diarrea viaggiatore.

Vomito e diarrea

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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo

La gastroenterite virale è una patologia benigna che provoca disidratazione a seguito di possibili e ripetuti episodi di diarrea e vomito. Come distinguerla da un'intossicazione alimentare? Come far passare la diarrea?

Gastroenterite virale o diarrea del viaggiatore

Vomito e diarrea? Brutte parole per un titolo, eppure ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha provato la spiacevole sensazione di “sentirsi uno straccio” a seguito di una gastroenterite virale: una situazione tanto fastidiosa quanto, per fortuna, passeggera.

Gli Americani l’hanno definita Traveller’s Diarrhea, la diarrea del viaggiatore, per sottolineare il fatto che spesso ne viene colpito chi cambia clima e abitudini alimentari. E gli Italiani, da sempre grandi viaggiatori, hanno recentemente scoperto che in Egitto la Maledizione di Tutankhamon costringe ogni giorno un piccolo drappello di turisti a rinunciare ad una giornata dedicata ai fondali marini in favore della toilette di una camera d’albergo. Mentre chi ha visitato la Riviera Maya, in Messico, sa bene che la Vendetta di Montezuma è perfettamente in grado di mietere lo stesso numero di vittime.

Sintomi della gastroenterite virale

Insomma, qualunque sia la definizione che vogliamo adottare, anche se a volte fantasiosa, siamo in ogni caso di fronte ad una sindrome autolimitante, a localizzazione gastrointestinale e ad andamento benigno.

Che però porta con sé una serie di sintomi che rendono a volte impossibile lo svolgimento delle normali attività sociali e lavorative:

  • nausea,
  • vomito,
  • diarrea,
  • febbre (per lo più non elevata),
  • dolori addominali diffusi,
  • astenia,
  • disidratazione,
  • pressione bassa,
  • difficoltà a stare in piedi.

Per fortuna non sempre tutti insieme, ma già la semplice combinazione di un paio di essi è spesso più che sufficiente per rovinarci la giornata.

Gastroenterite o tossinfezione alimentare?

Per prima cosa è necessario distinguere una gastroenterite virale da una tossinfezione alimentare batterica (avvelenamento da cibo).

È prassi comune dare la colpa agli alimenti recentemente assunti, ma va tenuto presente che in quel caso i sintomi sarebbero ben più seri e soprattutto sarebbe diversa l’epidemiologia: tutti (o quasi) gli avventori del ristorante “incriminato” sarebbero nelle medesime pessime condizioni, mentre invece parenti e amici che hanno mangiato le stesse cose stanno benone.

E a volte può capitare che stia male anche chi si è cucinato da solo! La ragione infatti è un’altra: pur avendo lavato i cibi per bene e cotto a dovere, certo non abbiamo sterilizzato tutto ciò che ingeriamo; pertanto una certa quantità di germi rimane anche nelle preparazioni più attente.

Di norma il nostro organismo è perfettamente in grado di tenere a bada questi agenti, ma talvolta basta un po’ di stanchezza, uno stress, una momentanea immunodepressione ed ecco che non riusciamo a combattere più nulla!

Questo spiega perché il nostro partner, per esempio, ha mangiato le stesse cose e non ha avuto problemi; e anche perché il viaggiatore è più soggetto a questi disturbi, visto che facilmente entra in contatto con microrganismi diversi da quelli a cui è abituato.

Insomma, non è un problema di pulizia dei cibi, ma di assuefazione: infatti l’Egiziano ne soffre se viene nel nostro Paese non meno di noi quando ci rechiamo in Mar Rosso. Recentemente ho visitato un cittadino Statunitense, che aveva avuto parecchi grattacapi a seguito di un paio di pasti in ottimi ristoranti di Roma e che aveva ritrovato la pace solo quando aveva deciso di cenare nei Fast Food: pazzesco, ma possibile.

Questo però non deve indurre a sottovalutare la situazione: la possibilità di un avvelenamento da cibo esiste, anche se molto più rara. Come del resto esistono numerose altre patologie che causano sintomi talvolta analoghi a quelli citati: per tale ragione è comunque sempre consigliabile ricorrere alle cure di un Medico, affinché possa escludere guai peggiori e che soprattutto fornisca le indicazioni terapeutiche più utili caso per caso.

In particolare i dolori addominali possono simulare quadri a volte simili ad alcune urgenze chirurgiche, che vanno ovviamente escluse per prime: per tale ragione nei casi dubbi è opportuno ricorrere ad una visita effettuata da uno Specialista in Chirurgia.

È accertato comunque che,anche per una gastroenterite virale, il pericolo principale è rappresentato dal livello di disidratazione che essa induce: vomito e diarrea infatti provocano una evidente perdita di liquidi, che potrebbe risultare difficile da contrastare perché la sola idea di bere molta acqua rischia di aumentare la nausea stessa.

Bambini molto piccoli e persone anziane sono poi in questo senso ancora più a rischio, in quanto soffrono maggiormente lo stato di disidratazione.

Per approfondire:Disidratazione anziani: attenzione ai diuretici in estate

Come curare la gastroenterite?

Non è attualmente possibile intervenire sulle cause: occorre soltanto attendere che l’infezione faccia il suo corso; il più delle volte sono sufficienti tra le 48 e le 72 ore, ma ho visto giovani riprendersi completamente dopo mezza giornata, così come altri pazienti che invece ne hanno sofferto per una settimana e oltre. Nel frattempo però si può fare molto per alleviare i sintomi e soprattutto per evitare la disidratazione.

Contrastare la disidratazione

Regola numero uno: bere molto; anche tre litri al giorno, di più con climi particolarmente caldi; evitare tutto ciò che non sia acqua naturale a temperatura ambiente, molto meglio se imbottigliata.

Ma come si fa a bere tanto se la nausea e il vomito non lo permettono?

Qui può venire in aiuto, ma soltanto nei casi in cui sia un Medico a prescriverlo, la Metoclopramide per via orale, un farmaco della categoria dei procinetici che riduce il senso di nausea e consente al paziente di bere: nei casi acuti potrà essere eventualmente somministrato anche in fiale per via intramuscolare (o endovenosa) al fine di esser certi che il paziente non vomiti il farmaco stesso.

Per taluni pazienti invece la fleboclisi potrà rivelarsi l’unica soluzione possibile: cito a titolo di esempio la Soluzione Fisiologica, da eseguire in ambiente idoneo e anche in questo caso, ovviamente, sotto controllo Medico.

Alimentazione leggera

Regola numero due: non sforzarsi di ingerire cibi solidi ad ogni costo. Il nostro organismo è perfettamente in grado di capire se e quando sarà possibile farlo, iniziando ovviamente dai cibi più leggeri; imporre al nostro stomaco più di quanto possa sopportare non farebbe altro che peggiorare la situazione; sempre che nel frattempo si riesca ovviamente a rispettare in pieno la regola numero uno e sempre che questa fase non superi qualche giorno!

Come far passare la diarrea?

E per la diarrea? Nella borsa del turista previdente e nell’armadietto del bagno di molte nostre case, c’è quasi sempre una confezione di Loperamide.

Ma attenzione! Anche questo è un farmaco da utilizzare soltanto a seguito di prescrizione medica, anche perché forse non tutti sanno che, pur trattandosi di una compressa molto piccola, la sua azione è a volte estremamente incisiva. Personalmente per esempio non lo prescrivo mai a chi, anche occasionalmente, soffre di stipsi: meglio una scarica diarroica in più che fermare l’intestino per una settimana.

Altri farmaci possono poi essere utilizzati nei casi in cui il Medico ne ravvisi l’utilità: per esempio i cosiddetti disinfettanti intestinali o anche i fermenti lattici.

In merito a questi ultimi vorrei però sottolineare che personalmente ritengo sia spesso poco utile assumerli nel corso della fase acuta: meglio aspettare un tangibile miglioramento della sintomatologia, in modo da consentire all’organismo di ricostituire la flora batterica perduta sia a causa dell’infezione che per l’eventuale utilizzo di alcuni dei suddetti farmaci. Ad ogni modo si ottengono nella pratica i medesimi risultati anche se al posto del prodotto della farmacia si acquista un po’ di yogurt di qualità al più vicino supermercato.

Il quadro clinico naturalmente può essere più complicato quando ci troviamo di fronte a bambini molto piccoli, a persone anziane o in condizioni generali compromesse. In questi casi, come già detto, la disidratazione può rivelarsi un’eventualità da considerare con attenzione ancora maggiore: il Medico potrà a volte essere costretto a prescrivere il ricovero in ambiente ospedaliero. Ricovero che comunque può rivelarsi l’unica soluzione possibile anche per giovani e adulti in buone condizioni generali qualora ci si trovasse di fronte ad una sintomatologia particolarmente seria.

Data pubblicazione: 04 giugno 2011

Autore

stefano.spina
Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1993 presso Università degli Studi di Roma .
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 45164.

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