Il cromosoma Y non è destinato a scomparire

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

A dispetto di tutta una serie di lavori, in campo genetico, che prospettavano la scomparsa del cromosoma Y (quello che caratterizza appunto il cariotipo di un maschio), un recentissimo lavoro, condotto da alcuni ricercatori dell'Università di Berkeley in California e pubblicato sulla rivista PLoS Genetics, sembra dimostrare invece che i geni che caratterizzano questo cromosoma, anche se sono solo 27, sono troppo importanti per il maschio, soprattutto per la sua fertilità, e per questo motivo sono stati tenacemente difesi e mantenuti dalla selezione evolutiva naturale

Nonostante le sue dimensioni ridotte, infatti, il cromosoma Y umano ha geni unici e specifici e l’attuale ricerca, appena pubblicata, smentirebbe una serie di teorie precedenti che prevedevano invece una sua progressiva scomparsa.

 
Cromosoma Y ed X a confronto

E’ vero alcuni mammiferi hanno perso il loro cromosoma Y e ciò sembrerebbe un chiaro segno che la selezione naturale lo stia “eliminando” ma la riduzione delle sue dimensioni potrebbe essere vista anche come un processo di selezione naturale per cui alcuni geni “dannosi” sono stati rimossi, lasciando sull’ Y solo i geni essenziali ed “importanti”.

Melissa W. Sayres, una delle ricercatrice che ha condotto lo studio in questione, ha spiegato che 200 milioni di anni fa, quando i mammiferi erano comparsi da poco tempo sul nostro pianeta, avevano i cromosomi sessuali X e Y molto più simili alle altre coppie di cromosomi e che, a ogni generazione, avveniva uno normale scambio di geni; per qualche ragione, ancora non ben comprensibile, i geni, che innescavano la cascata di eventi che porta ad avere quelle che definiamo normalmente le "caratteristiche" maschili, si sono “fissati” sul cromosoma Y che ha così attratto anche altri specifici geni maschili, come quelli che controllano lo sviluppo dei testicoli e la produzione di spermatozoi.

Molti di questi geni, presenti sulla Y, erano “dannosi” per le donne e quindi i cromosomi X e Y hanno smesso di scambiarsi materiale genetico e i due cromosomi hanno preso strade diverse. 

Questo processo spiegherebbe perché in altri mammiferi il cromosoma Y non è riuscito più a correggere i suoi errori, si è degradato ed è scomparso; nelle femmine invece questo non è successo perché hanno due cromosomi X, continuano a scambiarsi geni e a correggere gli eventuali errori presenti e quindi questi cromosomi hanno mantenuto le loro originali “dimensioni”.

Detto tutto ciò, anche se con pochi geni, per ora il cromosoma Y nel maschio umano rimane un cromosoma importante e decisivo, soprattutto per la sua vita sessuale e riproduttiva.

 

Fonte:

http://www.plosgenetics.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pgen.1004064

 

 

Data pubblicazione: 15 gennaio 2014

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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