Esito frattura piatto tibiale

in seguito ad un incidente avvenuto lo scorso anno ho subito un danno al ginocchio dx; l'esito della rmn indicava:" frattura del piatto tibiale esterno con modesto affondamento in sede mediale tra le spine tibiali ...LCA stirato e presenta segnale alto come per imbibizione.. corno anteriore del menisco esterno fratturato a tutto spessore. Edema intraspongioso reattivo. Flda fluida intrarticolare"
In ospedale avevano proposto il ricovero per un intervento (non mi hanno specificato di che tipo); su suggerimento del mio medico di famiglia mi sono rivolta ad un ortopedico privato che mi ha prescritto l'uso delle stampelle senza caricare sul ginocchio dx per circa due mesi (senza gesso nè tutore)
Al 1. controllo l'ortopedico mi disse di iniziare a rafforzare il quadricipite.
Non mi sto a dilungare sulle varie peripezie ma, per farla breve, ad un primo controllo rx risultava una mancata calcificazione ossea; dopo una decina di giorni, fatti nuovamente i raggi
l'esito era di "assenza di traumi"; l'ortopedico mi disse di riprendere a caricare gradualmente sulla gamba e di rifare una rmn dopo due mesi circa; il problema è sorto nel momento in cui ho dovuto rifare i raggi per l'assicurazione che mi deve risarcire il danno e dopo sole due settimane risultava: "frattura non consolidata del piatto tibiale esterno".
Mi sono rivolta ad un altro ortopedico che si mostrò molto preoccupato per lo "scalino" rimasto nel piatto tibiale e sorpreso che non fosse stata immobilizzato l'arto!
Per evitare un intervento, mi diede una cura di calcio, punure di "difosflonal", ciclo di fisioterapia, magnetoterapia, kinesi, elettrostimolazioni.
Finalmente, dopo 7 mesi dall'incidente, la frattura risultava "parzialmente calcificata".
Ho ripreso a fare la mia vita di sempre ma continuo ad avere problemi quando faccio alcunu movimenti, soprattutto se sono laterali; faccio fatica a salire e scendere le scale e dopo passeggiate molto lunghe o dopo essere rimasta seduta a lungo, avveto fitte lancinanti che si irradiano lungo la tibia e verso il ginocchio interno.
Da un'ultima visita risulta: "dolore alla digitopressione del punto meniscale esterno e del piatto tibiale esterno oltre che del tratto inserzionale dei tendini della zampa d'oca. La manovra di valgo e varo stress risultava positiva compatibilmente con una instabilità e lassità capsulo-legamentosa... evidenza di una limitazione della flessione di qualche grado (circa 5°) e i segni di una condropatia rotulea"
La mia dottoressa mi ha consigliato un'ulteriore rmn per valutare la situazione dei legamenti.
(devo ancora fissare un appuntamento); la mia domanda è: ho sbagliato a non farmi operare? era più corretto immobilizzare la gamba come mi aveva detto il secondo ortopedico? era inevitabile che rimanessero queste conseguenze?
E queste conseguenze a cosa mi porteranno? Il primo ortopedico aveva specificato che il menisco si sarebbe calcificato da sé; è possibile? I dolori e le limitazioni che ho, passeranno col tempo?
Perchè il primo ortopedico mi parla di frattura del piatto tibiale "consolidata" quando poi si scopre che non è così? (dove ho rifatto i raggi mi hanno spiegato che la frattura era "scomparsa" perchè le proiezione era sbagliata).
Voglio specificare che ho 40 anni, normopeso, ho sempre svolto attività fisica, ho avuto due gravidanze con due cesarei, non fumo e non ho problemi seri di salute.
Vi ringrazio
Cordiale saluti
Francesca
[#1]
Dr. Matteo Bianchi Ortopedico, Medico dello sport 170 10
Per risponderle è necessario visitarla e visionare le RMN; sono disponibile; distinti saluti

Matteo Bianchi

[#2]
Dr. Fulvio Di Cosmo Ortopedico, Medico dello sport, Chirurgo vascolare, Medico legale, Medico aeronautico, Cardiologo 159 9
1)E' del tutto improbabile che il menisco possa risaldarsi. Credo, a distanza di tanto tempo che l'iunica possibilità sia quella di un'asportazione della parte distaccata.
2)Credo che, se le cose corrispondono alla descrizione della lesione da lei fatta, le avrei consigliato l'intervento per una correzione la più precisa possibile della frattura (i "gredini intrarticolari" quasi mai sono ben tollerati. Certo, sarebbe opportuna la visione della radiografia e della RMN per una valutazione più precisa.
3)il quadro clinico dell'ultima visita da lei riferita pare riconducibile alla lesione meniscale, all'incongruenza articolare, a fatti tendinitici, verosimilmente imputabili all'uso scorretto dell'articolazione e forse ad una coesistente lesione legamentosa. Potrebbe quindi essere utile ripetere l'esame RMN.
4)E' possibile che una proiezione radiografica non speciica mascheri una lesione (falso negativo)
Una previsione per il futuro non è facile con i pochi elementi di cui dispongo.
Cordiali saluti.
fdc

Dr. Fulvio Di Cosmo
Specialista in
Ortopedia, Chirurgia vascolare, Medicina dello sport.
Master 1° liv. in Medicina legale - Master 2° liv. in

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori,
Vi ringrazio per le risposte.
Ho rifatto due giorni fa la rmn e attendo i risultati per la prossima settimana.
Vi aggiornerò per chiederVi un ulteriore parere
Sicuramente valuterò la possibilità di farmi visitare nuovamente!
Vi ringrazio ancora e colgo l'occasiona per salutarvi cordialmente
Francesca
Emicrania

L'emicrania è una delle forme più diffuse di cefalea primaria, può essere con aura o senz'aura. Sintomi, cause e caratteristiche delle emicranie.

Leggi tutto