Complesso edipo non superato in ragazzo 30enne

Salve a tutti!!

Il mio ragazzo ha 29 anni e siamo insieme da ormai un annetto.
I suoi genitori mi hanno raccontato che da piccolo aveva difficoltà di concentrazione e memorizzazione scolastica e questo li ha portati a fargli pressione per lo studio, in quanto il metro di paragone era suo fratello, 3 anni piu piccolo, ma più rapido e sveglio nello studio.
Purtroppo in quel periodo si è assistito a una forte preferenza del padre nei confronti del fratello minore, che ha portato il mio ragazzo a sentirsi sempre insicuro e credersi un "rimbambito" come lo definiva il padre.

Nel 2010 i suoi genitori si separano definitivamente dopo un periodo un po duro, caratterizzato da silenzi e lievi tensioni in casa, ma mai da urla o discussioni pesanti, ed il padre si trasferisce nell'appartamento a fianco.
Da quella stessa sera il mio ragazzo, di sua iniziativa, ha deciso di abbandonare il letto singolo nella camera doppia con suo fratello ed andare a dormire nel letto matrimoniale con sua madre.
Purtroppo mia suocera non ha bloccato sul nascere la cosa, essendo poi il mio ragazzo il primogenito e prediletto di lei.
Parallelamente, il mio ragazzo a 19 anni ha avuto la sua prima storia con una ragazza obesa, mai accettata da mia suocera, durata 8 anni...

Dopo qualche anno, mio cognato si trasferì a convivere con la sua ragazza, lasciando la camera al mio ragazzo, ma nonostante questo lui ha continuato a dormire con sua madre.
Non mi sono stati riferiti atti incestuosi.

Purtroppo nel 2015 il mio ragazzo, ormai single, ha dovuto superare varie difficoltà, in quanto a inizio anno hanno scoperto un cancro intestinale a suo padre e dopo qualche mese un tumore alla tiroide a sua madre.
Essendo rimasto in casa con loro, ha sopportato tutti i giorni le visite all'ospedale e il post operatorio per entrambi.
Da qui, di comune accordo con la madre, hanno deciso che sarebbe andato a dormire di là col padre in caso avesse avuto bisogno.
Tuttora, mio suocero sta facendo la chemioterapia ed il mio ragazzo 2-3 sere a settimana, va a dormire nel letto matrimoniale con lui.
Mia suocera ha trovato un altro uomo intorno a metà 2015 e quando l'ha fatto presente al mio ragazzo questo ha reagito in maniera inappropriata, arrabbiandosi come se fosse stato tradito, smettendo di parlarle, ma continuando a dormire con lei.

Nonostante stiamo insieme da inizio 2016, se non vado io a dormire a casa sua, lui o dorme con sua mamma o con suo padre, il quale lo ritengo più giustificabile in quanto potrebbe avere reali necessità durante la notte.
Oltre a tutto ciò, vederci durante la settimana e farlo venire a dormire a casa mia risulta sempre problematico in quanto ha la paranoia delle serate dedicate ai rispettivi genitori e se viene da me in un giorno che era precedentemente stabilito per un genitore, si sente in colpa.

Non si tratta di una questione di gelosia ma di capire se ciò può avere ripercussioni per la nostra storia, una vita futura e per la sua maturità.

Grazie in anticipo!!
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

sembra che il suo ragazzo dorma con tutti i Suoi cari, tranne che con Lei..

E' una battuta, ma certamente impressiona questo trentenne che dorme nel letto matrimoniale con uno dei due genitori a turno!
Non ha a suo tempo affrontato la solitudine del letto "solitario" quando era il momento.
Come del resto non accetta che la propria madre abbia un uomo.
Del resto non risulta che - a sua volta - la madre abbia lanciato messaggio che NON era lui il suo uomo...

Lei si chiede, giustamente, <<se ciò può avere ripercussioni
per la nostra storia,
una vita futura e
per la sua maturità.<<.

Risponderei tre sì.

Qui scorgo il bisogno di un nostro Collega di persona.
Per lui in primis, se è d'accordo (anche se non sono molto ottimista sulla sua consapevolezza della necessità di aiuto).
In alternativa per Lei, per capire meglio in una interazione de visu quanto sta succedendo tra Voi e come Lei riesce a tollerare la situazione, pur facendo fronte ai dubbi che La hanno spinta anche a scrivere a noi.

Una domanda:
come va tra Voi la vita di coppia? E la sessualità: desiderio, iniziativa, funzionamento?

Saluti cordiali.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno !!

Innanzitutto grazie mille per la rapidità e la completezza della risposta!!

Purtroppo come lei ha già pronosticato, il mio ragazzo non è incline a una visita di persona da un collega, nemmeno consigliato dal suo medico di base che dopo aver parlato con mia suocera, la quale gli aveva chiesto aiuto per il suo atteggiamento ostile, glielo aveva proposto.
Nonostante abbia provato a parlargli io stessa, soprattutto del problema relativo alla sua smodata gelosia verso la madre, non vuol sentir ragioni e quest'altro uomo non vuole nemmeno sentir nominare.

Inoltre, aggiungo un altro fattore, forse scatenante; il mio ragazzo non ha uno splendido rapporto con suo fratello, in quanto la totale diversità dei caratteri, fin dall'infanzia, ha portato sempre ad avere scontri e discussioni tra i due.

Nonostante mi conceda, le cose sono migliorate molto; purtroppo non ho potuto scriverle nel dettaglio tutta la storia, ma ultimamente con la madre ha ripreso ad avere un rapporto civile, normale.... inizialmente non le rivolgeva nemmeno la parola!!
Ed anche col fratello, ha riallacciato un pò i rapporti, complice anche il fatto che quest'ultimo si è trasferito in una casa poco lontano da quella del mio ragazzo e dei loro genitori.

Per rispondere alla sua domanda devo prima fare una premessa:
Io e il mio ragazzo ci conosciamo dai tempi delle medie; abbiamo avuto, verso i nostri 16-17 anni (lui ha un anno in più) una piccola esperienza insieme durante una serata tra amici (qualche bacio e un pò di petting, nulla di che) poi dopo qualche mese, complice le scuola superiore diversa, la patente nuova e le compagnie lontane ci siamo un po' persi di vista.
Come le avevo accennato nel messaggio precedente, ai suoi 19 anni, lui ha conosciuto questa ragazza, con vari problemi anche lei, in quanto in forte sovrappeso e siccome entrambi avevano problemi di accettazione in famiglia, ho ipotizzato che i due si siano trovati bene a livello psicologico e mentale.
Purtroppo però come le avevo detto, mia suocera non ha mai potuto accettare questa ragazza, in quanto limitava fortemente la sua vita; a lui piace la bicicletta, camminare, la moto...è tutto ciò per questa ragazza era inavvicinabile.
Mi hanno inoltre riferito gli amici che lui con lei non aveva comportamenti "dolci" (penderla x mano, abbracciarla o baciarla) in mezzo alla gente, cioè la compagnia sapeva che loro due erano fidanzati, ma le persone al di fuori non l'avrebbero mai detto.
Nonostante tutto sono stati insieme per ben otto anni...dei quali mi hanno detto, solo i primi felici, in quanto purtroppo la ragazza rimase incinta e c'è stata un IVG...e da lì, lei avrebbe usato la cosa come arma psicologica per far sentire in colpa il mio ragazzo, in quanto solo lei avrebbe voluto tenere il bambino.
Negli ultimi due anni della loro relazione, mia suocera mi avrebbe riferito che il mio ragazzo avrebbe voluto lasciarla, ma tutte le volte che se la trovava davanti, non trovava il coraggio.

Il mio ragazzo è estremamente responsabile, ma anche molto sensibile, quindi come può notare anche lei, ci sono stati vari episodi della sua vita che probabilmente hanno avuto risvolti a livello psicologico (parlo da ignorante, ma ciò mi pare, purtroppo, evidente).
Come avrà capito questa è stata l'unica storia seria del mio ragazzo...

Per rispondere finalmente alla sua domanda:
"come va tra Voi la vita di coppia?
E la sessualità: desiderio, iniziativa, funzionamento?"

Senza scendere nel particolare delle mie esperienze pregresse, le posso dire che non potevo desiderare altro...!!!
Abbiamo molteplici interessi comuni, riusciamo a comunicare senza grossi problemi, le discussioni che finora si sono presentate sono state risolte in breve ed in maniera civile e anche quando siamo fuori in compagnia chiunque direbbe che siamo fidanzati.
Purtroppo per motivazioni economiche, non possiamo ancora iniziare una convivenza, ma speriamo di farlo entro breve.
Per ciò che è la sfera sessuale problemi reali non ce ne sono, ma ammetto che il mio ragazzo ha qualche carenza a livello pratico, data forse dall'inesperienza o dall'impossibilità di fare certe cose in precedenza....
Per il resto ha molta iniziativa e sta imparando in fretta colmando così eventuali lacune "pratiche"!
Consideri che ero molto preoccupata, in quanto nella mia precedente relazione i problemi sessuali erano elevati..ero arrivata al punto di credere di non funzionare più mentre invece ora funziona tutto... e anche fin troppo bene!!

In ultimo gentilissima Dottoressa, le chiedo se ha qualche cosa da consigliarmi prima di giungere ad un consulto diretto, improbabile e forzoso....

È davvero così preoccupante che il mio ragazzo dorma ancora coi suoi?
Si potrebbe risolvere nel giro di qualche tempo, o perlomeno con la convivenza??
Ci possono essere problemi un domani che decidiamo di allargare la famiglia e lui diventa padre??
Con i dovuti modi e relativi tempi potrei provare a parlargli io, mostrandomi diciamo gelosa, o lo considera controproducente?
Come le ho anticipato, non è tanto gelosia ma quanto più capire se ci possono essere problemi a livello psicologico in un futuro, tra l'altro non troppo lontano.

Ringraziandola nuovamente,
attendo aggiornamenti!
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66

Gentile utente,

<<le chiedo se ha qualche cosa da consigliarmi prima di giungere ad un consulto diretto, improbabile e forzoso...<<
Improbabile perchè?
Imposto da chi?
Perchè un Suo consulto potrebbe rivestire tali caratteristiche?

Qualche buon consiglio non serve in questo caso...


[#4]
dopo
Utente
Utente
Buonasera gentilissima Dottoressa!!

Mi perdoni ma non la seguo nella sua risposta.
Io mi riferivo ad un consulto diretto per il mio ragazzo non tanto per me...
Io purtropo non me lo posso permette, almeno non prima di aver terminato gli studi all'università e trovato un lavoro.

Mia suocera ha provato a parlare dell'atteggiamento del mio ragazzo con il loro medico di base e quest'ultimo ha cercato di proporglielo, indirettamente, per confrontarsi sullo stress che aveva accumulato l anno scorso, a seguito degli interventi subiti dai genitori, ma lui è stato categorico dicendo che non aveva alcun bisogno.
Non credo si possa forzare un maggiorenne ad un consulto psicologico se lui non lo ritiene necessario....

Per questo sono qui a scrivervi e a chiedervi se potete darmi qualche consiglio o eventualmente delle dritte su come affrontare la questione, io stessa.
O nel caso, se lo ritenete più produttivo, come potrebbe affrontarlo mia suocera.

Se non potete dirmi come affrontarlo con il mio ragazzo, potete almeno dirmi quali sono le possibili problematiche future a cui andrò incontro??

Perché è questo principalmente che mi preoccupa: il futuro e la nostra stabilità, in quanto vorrei il nostro rapporto possa continuare a funzionare e mi piacerebbe realizzare dei progetti di vita con questo ragazzo.

In attesa di un Vostro gentile riscontro,
Grazie mille nuovamente per le vostre risposte,
saluti!
[#5]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno a voi tutti!!
Innanzitutto mi scuso per la doppia replica, ma mi sono resa conto di aver dimenticato un particolare importante!

Ho omesso che quando il mio ragazzo dedica a me una serata precedentemente dedicata ad uno dei genitori, non tanto la madre quanto più il Padre, mostra un certo vittimismo ed atteggiamenti che fanno sentire in colpa il mio ragazzo per averlo trascurato, diciamo.
Mio suocero fatica a stare da solo e data la sua malattia ha purtroppo paura di vivere poco.
Almeno due, se non tre volte a settimana, il mio ragazzo e suo padre mangiano insieme o comunque lui passa la serata in compagnia di altri famigliari o amici.

Immagino questo possa avere importanza a livello psicologico x il mio ragazzo, o sbaglio??
Questa cosa che non è sufficiente passare insieme la serata, ma bisogna concluderla dormendo con l uno o con l altra, da cosa dipende??
Traumi, paure, insicurezze??

C'è da aggiungere che comunque questa Programmazione è dovuta anche al fatto che il mio ragazzo ha vari impegni durante la settimana; oltre a lavorare 8 -10 ore al giorno in fabbrica: lunedì e giovedì sera va all'allenamento di karate, mercoledì sera cena dai nonni materni, martedì e venerdì sera più sabato pomeriggio va in palestra col suo migliore amico.
Ultimamente il martedì - mercoledì sera veniva dedicato a me, nel senso che per cena o dopo cena, il mio ragazzo veniva a dormire da me.
Si tratta di un traguardo raggiunto faticosamente solo negli ultimi mesi perché inizialmente, durante la settimana quasi tutte le sere ero io a cena da loro, e potevo dormire là solo martedi o mercoledì, le altre sere me ne dovevo tornare a casa...
Siccome, all'inizio di novembre è stato il compleanno del mio ragazzo, con la scusa di festeggiare insieme a mia mamma, gli ho proposto di cenare da me; da lì, ho fatto presente che se voleva venire anche lui ogni tanto sarebbe stato carino.
Ultimamente però, ha cominciato a farmi notare che venendo da me, trascurava la madre, quindi in sostanza, non viene quasi mai a cena da me, perché così almeno mangia con lei...

Dopo ciò, ammetto di avere iniziato a stare un pochettino più a casa mia, per fargli capire che non posso sempre sacrificarmi ed andare io per stare insieme, nonostante la cosa mi faccia stare malissimo.
Da qualche settimana, vado solamente al lunedì sera che ceno con entrambi i miei suoceri, ed ogni tanto vado al mercoledì per vedere i nonni, del resto sto a casa mia ed aspetto il weekend...

Come dicevo precedentemente, la mia paura è che questi comportamenti possano avere ripercussioni per la nostra serenità futura; sono piuttosto preoccupata perché non so se è solo il mio ragazzo ad avere problemi a superare la cosa o se effettivamente i genitori hanno un ruolo fondamentale in tutto ciò e fungono, con la loro presenza, da blocco psicologico.

Come posso fare??
Qualcuno ha qualche consiglio su come eventualmente parlarne al mio ragazzo o ai suoi genitori?
In caso la questione non si risolva prima della convivenza a cosa posso andare incontro?? Ed in caso di gravidanza cosa devo aspettarmi dal mio ragazzo?

Un grazie anticipato a chiunque vorrà aiutarmi a comprendere meglio la situazione emotiva e psicologica del mio ragazzo.

In attesa,
Saluti
[#6]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66


Gentile utente,

volevo dire proprio "per Lei".
E' Lei che ci scrive e che si fa (giustamente) problemi.
Lui giostra abilmente tra genitori, amici, sport, e varie ed eventuali.

E' Lei che si pone problemi groosi e impegnativi, per il Suo presente ma ancor più per i progetti futuri
<<Come posso fare??
Qualcuno ha qualche consiglio su come eventualmente parlarne al mio ragazzo o ai suoi genitori?
In caso la questione non si risolva prima della convivenza a cosa posso andare incontro?? Ed in caso di gravidanza cosa devo aspettarmi dal mio ragazzo?<<

Ma online non è possibile darLe queste risposte, nè aiutarLa a <<comprendere meglio la situazione emotiva e psicologica del mio ragazzo<< che noi conosciamo solo per riferito.
Noto unicamente che il rapporto tra Voi si sta rarefacendo negli incontri.

Per questo la consiglio di essere Lei che cerca aiuto: allo sportello univarsitario, al Consultorio dell'Azienda sanitaria. Sono gratuiti.
L'aspetto economico quindi può rappresentare solo un alibi.




[#7]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno!
Mi scuso della prolungata assenza ma sono stata via per questo ponte.

Mi perdonerà dottoressa, ma non vedo per quale motivo IO debba andare da uno psicologo quando i problemi sono del mio ragazzo??

Non sono io che dormo ancora con i miei genitori a quasi 30anni, non sono io che nella mia testa ho le giornate programmate per l uno o per l altra e se non asserisco ai miei doveri mi sento in colpa....
E sempre, non sono io che non ho alcuna intenzione di andare da uno psicologo perchè sono sicuro di non avere problemi....

Sono volontaria della CRI e so di poter trovare suporto psicologico, per me...ma qui non si tratta di me, ma di un consulto indiretto per un altra persona che non si è resa conto di averne!
Ammesso ne abbia, in quanto nessuno dei miei dubbi è stato chiarito...quindi mi perdonerà, ma non ho ancora capito se ciò è un problema o meno...
Mi ha solo detto che in futuro potrei averne, ma non mi ha detto in che misura e in che modo....
Insomma mi ha solo messo più confusione che altro, aumentando solamente i miei dubbi e le miei perplessità riguardo la situazione!

Capisco incentivare il supporto di qualche collega di persona, ma qui c'erano delle necessità ben diverse in quanto mi pare di aver minuziosamente descritto la situazione e penso, nonostante la mia ignoranza, che un minimo di risposta ai miei dubbi poteva essere data, quantomeno come affrontare io personalmente con lui, o con i suoi genitori, questa situazione.
A un collega posso dire le stesse identiche cose, per sentirmi dire cosa??
Ritorni col suo ragazzo??
...allora non abbiamo capito il problema....!!

Per questo quindi ero qui a scrivervi: per chiedere qualche informazione in merito in quanto portare lui da uno psicologo non è possibile (a meno che non si tragga in inganno....) e per quanto sia io a farmi queste domande, purtroppo da voi, non ho ricevuto nessun aiuto.
Avendo io un rapporto molto sincero e aperto, sia con il mio ragazzo, che coi suoi genitori era mia intenzione fargli eventualmente leggere le vostre risposte e spiegazioni, ma così, senza alcunché, cosa posso far leggere??
Se gli faccio notare la cosa, che per lui è normalissima, senza avere alcuna pezza d appoggio, ma soprattuto, senza sapere IO, di cosa sto parlando e senza avere argomentazioni valide per dissuaderlo e farlo diventare "normale", rischio solo di andare a discutere, e prendermi pure dei nomi!!

Speravo di trovare in voi un aiuto, anche solo per sapere in che argomenti della psicologia andare a vedere per studiarmeli e poi affrontare preparata l argomento, ma purtroppo così non è stato....
Grazie comunque per il tempo che mi ha dedicato.

In caso lei, o qualche collega, abbia qualcosa da aggiungere, sono comunque connessa al vostro sito.
Saluti.

[#8]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Faccio la sintesi così forse risulta più chiaro...

L'argomento di cui si parla è l'invischiamento del suo ragazzo con tutti gli altri e poco con lei.
Lei fa parte della turnistica: padre, madre, nonni, amico, karate, ... e poi c'è lei.

L'aiuto da noi lo riceve non certo facendo ipotesi sul Suo ragazzo; noi ci occupiamo di chi scrive, perchè per interposta persona non si giunge a nulla.

E per quanto riguarda Lei,
l'abbiamo aiutata chiedendoci/Le come mai si accontenti di un posto che dall'esterno appare come residuale,
in una fase in cui l'attrazione e il desiderio di stare insieme dovrebbero essere elevati da ambedue le parti.

Se però per Lei questo non rappresenta un problema, non si crei problemi.
Se invece è un problema, ne parli con lui esplicitamente; qui noi non facciamo diagnosi (online non è possibile, ovviamente),
ma il titolo che Lei ha dato al consulto fa capire cosa ne pensa Lei. Se ne ha già parlato senza giungere a nulla, il problema non è Suo e da sola non riesce a muovere nulla.

<<In caso la questione non si risolva prima della convivenza a cosa posso andare incontro?? Ed in caso di gravidanza cosa devo aspettarmi dal mio ragazzo?<<
Per rispondere occorrerebbe la sfera di cristallo, che noi psy non utilizziamo. Occorre siate aiutati da uno Psicologo a far evolvere questa situazione.

In conclusione:
Consigli online su un caso tanto complesso non servono; va fatta una consulenza de visu. A chi dei due è disponibile.


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Dalle "Linee guida" del nostro portale:
"La portata di un consulto psicologico online non può che essere limitata, più limitata di una consulenza faccia a faccia. La parola chiave sul significato del lavoro dello psicologo Medicitalia è orientare gli utenti nel reperire i servizi o le risorse di cui hanno bisogno nel mondo “reale”, non nel virtuale.
La maggioranza delle richieste in area Psicologia perviene infatti da persone che avrebbero bisogno di aiuto professionale, ma che per vari motivi (spesso legati proprio al loro problema) non riescono a farlo. In questi casi la speranza dell’utente fin troppo evidente, ma illusoria è di trovare una soluzione online."