Frattura tibia e perone non consolidata

Oggetto: Frattura tibia e perone che non vuole calcificare o consolidare

Ho 61 anni, di sesso maschile, il 17/02/09 ho subito una frattura scomposta a spiroide del terzo distale di tibia e perone della gamba destra ed il giorno 20, dopo 3 giorni di trazione ho subito un intervento chirurgico di osteosintesi con chiodo endomidollare e 3 viti, 2 inferiori ed uno superiore.
Premettendo che pratico quasi giornalmente ciclette, ginnastica, esercizi fisici e quant’altro mi permette di condurre una vita o una deambulazione quasi normale anche se provo dolori e fastidi in sede di frattura, oggi, sopportabili in pianura con una accentuazione in posti accidentati , salite, discese o prolungati movimenti.
Considerato che dalle radiografie fatte mensilmente dopo 4 mesi si notavano ancora in modo evidente le rime di frattura oltre ad una cura a base di Cacit Vitamina D3 e Fosomax a causa di una sospetta osteoporosi, che tutt’ora continuo, visto che il terapista non era d’accordo ad una terapia con Magneto Terapia a causa del chiodo endomidollare al titanio, mi è stato consigliato una terapia con Biostim della IGEA, cosa che ho fatto per ben cinque mesi.
Il primo mese ho avuto un discreto risultato, il secondo mese niente completamente e i restanti tre mesi pochissimi progressi, così come si evince dalle radiografie mensili che continuano a refertare ben evidenti le rime di fratture.
Nel frattempo a seguito di dolori e fastidi al ginocchio ed alla caviglia dalle Ecografie ed Eco-Color-Doppler vengono riscontrati: una minima falda di versamento intrarticolare, ispessimento e disomogeneità dell’inserzione sull’apofisi tibiale anteriore del tendine rotuleo, ispessimento del periostio in sede di lesione, scarsi segni di callo osseo riparativo e nessuna anomalia in merito all’Eco-Doppler.
Il 10 dicembre, dopo 10 mesi dalla frattura, a seguito dell’ultima radiografia che non refertava niente di nuovo, l’Ortopedico, che mi ha seguito fino ad ora e verso cui ho nutrito fiducia, mi ha detto che nella frattura ci si è applicata una pseudoartrosi per cui dovrei sottopormi:
- A Dinamizzare il chiodo per vedere se si riesce a procurare un qualche micro trauma che permette all’osso di potersi rigenerare; ( la perplessità sta nel fatto che il chiodo libero di muoversi potrebbe andare in contrasto con il tendine rotuleo peggiorando la situazione del ginocchio, permettere all’arto di accorciarsi, dare fastidio o compromettere l’attuale buon funzionamento della caviglia,……….)
- Intervento Chirurgico per scarificare l’osso con possibile innesto osseo; ( è un intervento molto invasivo e di lunga degenza che per la sua complessità non garantisce la completa e sicura riuscita con il rischio di peggioramento della mia attuale condizione dovuta a possibili infezioni, rigetti, embolia, menomazione di legamenti e muscoli,……..)
- Considerata la mia età, 61 anni, Continuare la terapia calcificante cercando di convivere con i disturbi e micro dolori evitando qualsiasi sforzo, movimento o sollecitazioni eccessive della gamba; ( autoconvincermi che non potrò essere quello di un anno fa e che dovrò fare attenzione a qualsiasi brusco movimento e sperare che le cose non peggiorino )
- Sentendo parlare dell’applicazione delle Onde d’Urto in ortopedia, trovare qualche centro che sia in grado di intervenire con le Onde d’Urto anche senza garantire la sicurezza della riuscita ma garantendo la terapia in tempi ragionevoli e senza nessuna ulteriore complicazione o peggioramento dell’attuale condizione.
Sarei molto grato ad eventuali suggerimenti, consigli e quant’altro possa dare una risposta o un consiglio, al mio problema ed alle mie perplessità in merito.
Grazie, distinti saluti ed auguri di Buone feste
Mario


[#1]
Dr. Antonio Mattei Ortopedico, Geriatra 938 50 10
Gentile utente
Innanzitutto sarebbe interessante capire perchè la sua frattura non sia guarita.
Poi inteanto Le consiglierei di dinamizzare il chido (procedura molto semplice e in genere senza grosse conseguenze nel senso che non creerà nessun problema a carico del tendine rotuleo o della rotula a meno che il chiodo non sia già di per sè già sporgente in articolazione)
L'accorciamento che in questi casi si provoca è millimetrico e quindi non influisce sulla lunghezza dell'arto se non in modo minimo.
Dopo la dinamizzazione (che io avrei effettuato già da qualche mese) se la frattura tende alla guarigione allora non si deve fare altro in caso contrario purtroppo si deve ricorrere agli interventi che Le hanno suggerito.
Intanto però si sottoponga a quest'intervento poco invasivo e tra 1 o 2 mesi ne riparliamo.
Cordiali saluti

Antonio Mattei

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Mattei
Innanzi tutto Vi prego di scusarmi per il ritardo con cui Vi rispondo.
Nel ringraziarla per il Suo gentile ed utile consiglio, anche se il chiodo sembra essere già un po sporgente in articolazione tant'è vero che spesso ho un notevole fastidio al tendine rotuleo, prenderò in considerazione il suo consiglio parlandone con il mio ortopedico dopo questo periodo festivo.
Grazie ed infiniti auguri di Fine Anno e che il 2010 sia migliore del 2009 per Lei, tutto lo Staff di madicitalia e gli utenti;
Mario
Osteoporosi

L'osteoporosi è una malattia dell'apparato scheletrico che provoca il deterioramento delle ossa. Come si riconosce, quali sono i fattori di rischio e come si cura?

Leggi tutto