Terapia adiuvante post orchifunicolectomia

Salve, sono stato sottoposto in data 26/03/2015 ad intervento di orchifunicolectomia sinistra con posizionamento di protesi.
Il referto dell'esame istologico cita Seminoma Classico di mm30 con assenza di invasioni linfo-vascolari, non interessamento dell'epididimo, non estensione alla tonaca vaginale, al cordone spermatico e ai tessuti molli paratesticolari, margini di resezione indenni da neoplasia (pT1NXMX)
Unico fattore di rischio presente nella istologia è l'infiltrazione della rete testis.
Marcatori neoplastici preoperatori negativi e TAC TA negativa per secondarismi.

Stamattina ho avuto il consulto con l'oncologo che mi ha illustrato le 2 possibili strategie da intraprendere per abbattere le possibilità di una recidiva o in alternativa uno stretto follow-up.

Scusate se mi dilungo, vengo al punto.
Mi ero presentato all'appuntamento sicuro di ricevere maggiori informazioni su tutto quello che concerne una probabile radioterapia adiuvante mentre l'Oncologo mi ha spiazzato escludendola e caldeggiando invece un trattamento con un unico ciclo di chemioterapia con carboplatino AUCx7.

Ho già preso un appuntamento per un secondo consulto ma i miei dubbi aumentano: perchè consigliare una monochemioterapia quando le linee guida in caso di seminoma pT1 parlano in prima battuta di Radioterapia?

Grazie mille a chi vorrà rispondere, Vi auguro un buon pomeriggio.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Carissimo,

Le opzioni sono 3:
-Follow up: rischio di recidiva 10-15 percento
-Carboplatino (1 ciclo) AUC 7: rischio di recidiva 4-8 percento
-Radioterapia sui linfonodi addominali retroperitineali( 10 sedute): rischio di recidiva 3-5 percento.
La radioterapia e' lo standard storico di trattamento, con una lunga storia di elevatissima efficacia; adesso però è sempre meno consigliata di prima perché :
1) rispetto alla chemioterapia, introdotta più di recente in questo setting, può dare un rischio (meno dell'1 percento) di tumori radioindotti, soprattutto nei giovani con prospettive di vita di molti decenni e quindi statisticamente negli anni più potenzialmente suscettibili.
2) i centri di radioterapia spesso sono di difficile accesso sul territorio rispetto alle oncologie mediche, diffuse in modo più capillare in quasi ogni ospedale.

Senta comunque il suo oncologo per una spiegazione più bilanciata di rischi e benefici di ogni opzione. Anche l'ansia da attesa in caso di Follow up può fare vivere male...



Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

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dopo
Utente
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Salve Dottore, prima di tutto la ringrazio per il lavoro che svolgete su questo sito dedicando il vostro tempo e la vostra professionalità per aiutarci a sciogliere i dubbi che purtroppo nascono a volte in noi pazienti.

Quello che ha scritto rispecchia in pieno quello che tre diversi Oncologi mi hanno detto la scorsa settimana.
Personalmente dopo una attenta valutazione di tutti i pro e i contro la mia scelta è caduta su una stretta sorveglianza.

Input decisivi sono arrivati anche da quanto citato nell'ultima versione (1.2015) della linea guida del National Comprehensive Cancer Network (NCNN) in tema di Seminoma Pt1 che l'oncologo a cui mi sono affidato ha esaminato attentamente con me.

Spero di aver intrapreso la strada 'giusta' essendo consapevole che ognuna di quelle che mi era stata precedentemente indicata non sarebbe comunque stata errata (e lo sottolineo perchè avere a disposizione più soluzioni quando si parla di problemi oncologici è di sicuro una grande fortuna).

Le auguro un buon week end e la ringrazio ancora per l'interesse dimostrato.

M.