Biopsia prostatica

Salve,
vi scrivo in merito a un problema di mio padre.
Pz anni 60, 94 kg, dislipidemico in trattamento con simvastatina, con ipertensione arteriosa in trattamento con furosemide, cardiopatico portatore di protesi valvolare meccanica aortica (operato nel 2012) in trattamento con warfarin (su controllo INR) e propanololo per aritmie. NO diabete, NO patologie oncologiche.

PSA 5.38 Ratio 38% (fine marzo)
L'urologo ha consigliato terapia antinfiammatoria per possibile prostatite.
E.O. Prostata aumentata di volume (50 gr circa) con note cliniche di benignità (consistenza parenchimatosa).
Dopo la terapia, PSA 6.5
Indicazione per biopsia prostatica.

Dopo aver sostituito il warfarin con enoxaparina 6000 U.I. 2x/die, INR 1.23, eseguita biopsia in data 20/04/2015. Prelevati n. 12 prelievi istologici.
Cateterismo vescicale fino al giorno successivo.

Allo stato attuale, dopo 3 giorni, mio padre lamenta difficoltà a trattenere le urine (tanto che allo stimolo di mingere, se non scappa subito in bagno, ne ha una immediata perdita) ma soprattutto riscontra ematuria al primo getto (ma riscontra macchie di sangue rosso vivo anche nelle mutande).

1) i soli 12 prelievi sono sufficienti ad evidenziare un eventuale problema oncologico?
2) era davvero necessario eseguire la biopsia?
3) cosa dovrebbe fare per bloccare queste mini emorragie, visto che non può assumere procoagulanti per os/ e.v.? esiste un metodo locale?

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Dr. Matteo Giglio Urologo 328 24 3
Buongiorno.
cerco di rispondere alle sue domande
1) in una prostata di 50 grammi 12 prelievi rappresentano la biopsia prostatica standard (si possono fare biopsie anche con più prelievi, di solito quando si tratta di rebiopsie)
2) L'indicazione alla biopsia è basata su 2 diversi PSA risultati elevati. Considerando la giovane età di Suo padre direi che l'indicazione è corretta (anche in assenza di noduli palpabili alla visita e in presenza di un rapporto PSA libero/totale favorevole).
3) Queste perdite si sangue all'inizio della minzione sono molto frequenti e normalmente terminano spontaneamente nel giro di qualche giorno. Anche nel liquido seminale vedrà probabilmente delle tracce di sangue. Nel caso di Suo padre è importante non riprendere la terapia anticoagulante e proseguire quella a base di eparina fino a quando le urine saranno completamente chiare (e per qualche giorno dopo).
Aggiungo che se vi è una sintomatologia urinaria importante (minzione molto frequente, urgenza, bruciori, sensazione di minzione difficoltosa ecc) può essere opportuna una copertura antibiotica (soprattutto se la biopsia è avvenuta per via rettale) e una terapia sintomatica temporanea con farmaci alfa-litici. Ne parli con il Suo urologo. Cari saluti

Dr. Matteo Giglio
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille Dr. Giglio. La Sua risposta è stata rapida e pienamente esaustiva. La copertura antibiotica è stata eseguita sia pre sia post biopsia. Questa momentanea incontinenza potrebbe essere data dall'uso del cateterismo? E porre del ghiaccio sulla zona peniena potrebbe dare possibili benefici per l'ematuria (consiglio del medico di famiglia)?
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Dr. Matteo Giglio Urologo 328 24 3
Questa severa sintomatologia disurica successiva alla biopsia è probabilmente dovuta a un processo infiammatorio / infettivo che riguarda la prostata. E' un'evenienza non troppo rara nei giorni successivi a una biopsia prostatica. Penso sia utile avere un confronto con l'urologo che ha seguito il caso per valutare l'indicazione ad un'eventuale terapia di supporto (es: prolungare l'assunzione dell'antibiotico, eventuali farmaci anti-infiammatori da prendere per bocca o come supposte, eventuali farmaci alfa-litici, ecc).
Non credo che il posizionamento del catetere abbia inciso più di tanto. E non credo che mettere del ghiaccio sul pene possa aiutare a ridurre il sanguinamento. Può essere utile bere molto e limitare gli sforzi e spostamenti. Cari saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Si, confermo. Gli è stato detto di bere più di 2 litri al giorno. Chiederemo maggiori chiarimenti all'urologo che l'ha seguito! La ringrazio davvero tanto. La aggiornerò sui risvolti. Cordialmente.
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dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Giglio, le riporto il referto della biopsia, arrivato il 25/04: IPERPLASIA FIBROMIOADENOMATOSA IN RESIDUI DI PROSTATITE CRONICA.
L'urologo ha prescritto circa 10 giorni di terapia con TAVANIC, TOPSTER e tamsulosina, ma mio padre non riferisce miglioramenti evidenti; sono presenti ancora lieve ematuria al primo getto e grave urgenza minzionale. Cosa può dirci per rincuorarci dott.Giglio? Quali ulteriori esami e/o terapie dovrebbe eseguire? Siamo sicuramente felici che il referto sia negativo per neoplasia, ma come ben sa anche una tale sintomatologia è discretamente invalidante per un uomo di 59 anni, ancora in piena attività lavorativa.
La ringraziamo sinceramente.
Cordiali saluti.
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Dr. Matteo Giglio Urologo 328 24 3
Le notizie provenienti dal referto istologico sono ottime.
La terapia consigliata dal vostro urologo mi sembra adeguata.
Tuttavia è abbastanza strano che non vi siano miglioramenti dopo più di 20 giorni dall'esecuzione della biopsia (mi riferisco in particolare ai sintomi disurici).
Potrebbe essere utile:
- escludere la presenza di un abbondante residuo postminzionale (facendo una semplice ecografia dell'addome inferiore)
- controllare che non vi siano ascessi prostatici o comunque infezioni urinarie resistenti agli antibiotici in uso (flurochinolonici). In questi casi conviene cambiare antibiotico (e magari passare alla somministrazione intramuscolare).
Parlatene con il vostro urologo e/o il medico di medicina generale.
Ancora saluti !
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