Ho perso il controllo (ammesso che l'abbia mai avuto) della mia vita

Salve dottori,
Fin da piccolo ho avuto un carattere molto ritroso, timido e ho subito le prese in giro degli amici che avevano buon gioco ad "abusare" di me perchè ero molto insicuro. Con gli anni non è cambiato molto: non ho mai saputo gestire i rapporti con gli altri, soprattutto quando questi cominciavano a scherzare: arrivai alle medie a mettere le mani addosso ai miei amici..

Alle superiori mi è crollato il mondo addosso: prima derealizzazione poi attacchi di panico; ero quasi tutti i giorni all'ospedale; con parecchia fatica ho ripreso la mia vita,e con la psicoterapia, ho imparato a vedere i miei difetti, sapevo dove sbagliavo!
Tuttavia non riuscivo (e non riesco ) a fare quello step successivo per stare finalmente meglio.
Sono ripiombato un pò nella tristezza quando due anni fa ho iniziato l'università: le persone, decuplicate rispetto ai miei compagni di classe a scuola, mi hanno messo un'ansia assurda,una paura di dover interagire con cosi tanta gente che ha fatto si che io rigettassi ogni tipo di contatto con i miei colleghi di corso. L'anno scorso ebbi difficoltà a superare gli esami, poichè mentre seguivo ero insofferente a stare li e non rendevo bene e quindi mi sono riscitto al I anno.
In tutto questo, continuo ancora oggi ad avere difficoltà con gli esami, non per lo studio, piuttosto vado li tesissimo come se dovessi dimostrare qualcosa a qualcuno con unico risultato quello di incasinarmi e non riuscire a passare l'esame, come successo ieri per un esame che sapevo svolgere ma che ho sbagliato per i 3/4..
Il fatto di dover dimostrare qualcosa deriva da un pensiero nella mia testa che dice:" Non sai stare con gli altri, hai un carattere alienato dalla società, devi almeno rendere bene didatticamente, altrimenti puoi farti fuori" (ne riparlo dopo).

Affianco a tutto questo poi, c'è la mia frustrazione sull'argomento "ragazze": ho vergogna ad approcciare perchè mi sento brutto (anche se non ritengo di esserlo); so che anche se ci riuscissi non durerebbe perchè sono impacciato, arrossisco e sono irascibile: mi chiedo come gestirei me e una ragazza. E comunque mi manca l'amore, ho bisogno che una ragazza mi voglia bene e ho bisogno che io abbia una ragazza cui voler bene..
Tutto questo, unito al fatto che comunque sono un "mantenuto" dalla mia famiglia, ( non sarò l'unico ma..) fa si che io veda poca serenità, e pensi, "un pò a caso", di farmi fuori.
Forse penso a questo perchè ritengo che non sia come vorrei essere, che non sia all'altezza della mia vita e che vorrei far capire a chi mi circonda come sto: forse farmi fuori sarebbe un modo per dire:"ci sono anch'io"; solo che in realtà non ritengo di essere cosi sicuro di morire, e inoltre non avrei MAI il coraggio di farlo..
Un semplice grazie a chi leggerà e mi darà un parere.
Ah dimenticavo: dopo aver vinto una schedina (un pò di soldi con una scommessa irrisoria) sono andato due volte a prostitute (d'appartamento) e forse ci riandrò, anche se non è quello che voglio..
Saluti
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

lei ci parla di un passato doloroso e travagliato che non ha probabilmente ancora superato, nel senso che è possibile che il disagio e le difficoltà per le quali è stato in cura anni fa siano ancora presenti e siano anzi peggiorati dalle caratteristiche dell'ambiente universitario che frequenta, oltre che dal carico di aspettative che questa fase della vita porta con sè.

Non so che psicoterapia ha effettuato nè per quanto tempo è stato seguito, ma sulla base di quanto riferisce le suggerisco di riprendere il discorso e lavorare su di sè con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta per risolvere tutto quello che è rimasto in sospeso e che le provoca ancora forte sofferenza.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2016 al 2022
Ex utente
Innanzitutto grazie per la risposta Dr.ssa Massaro,
devo essere sincero: non tornerei in psicoterapia perchè ho sviluppato un'idea secondo cui neanche lo/la psicologo/a cambierebbe molto la mia situazione, a maggior ragione perchè mi pesa il pensiero che tale persona mi ascolterebbe solo perchè verrebbe pagata e poi perchè farei preoccupare i miei ai quali (nei limiti del possibille) nascondo questo mio disagio..
Da quando ho scritto ho fatto un altro esame, ma tuttavia ritengo di averne fatti troppo pochi in due anni e quindi non riesco ad essere ottimista..
In tutto questo spesso poi "litigo" con quei pochi amici stretti che ho perchè a loro ritegono fastidioso il fatto che io mi lamenti costantemente di queste cose, e penso abbiano pure ragione..
Chissà forse se avessi ascoltato mio cugino e fossi andato a frequentare l'uni fuori casa, sarei migliorato sotto tutti i punti di vista..
Saluti
[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Il passato ormai è passato e non può tornare sulle decisioni prese, ma la invito a riflettere sul fatto che se la prima esperienza di aiuto psicologico che ha avuto non è andata a buon fine (forse perchè troppo breve o inadatta a lei) non significa che la strada per cambiare e superare il suo disagio non sia quella.

Non per niente infatti ha scritto proprio a noi psicologi di questo sito per chiedere una mano: la chieda anche di persona, perchè da qui non è possibile fare molto per lei ed è necessario un lavoro condotto di persona per consentirle di affrontare il suo disagio.

Ci rifletta e se vuole mi faccia sapere.
[#4]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile utente,
più che il controllo della sua vita, lei riferisce di aver difficoltà nel rapportarsi agli altri, soprattutto nelle situazioni ansiogene.

E' certo inoltre di aver scelto gli studi più adatti a lei?

Le consiglio di indagare e lavorare su questi punti assieme ad uno psicoterapeuta, perché sono molto importanti per il suo futuro e di non sottovalutarli.

Esistono tecniche efficaci di terapia psicologica breve per i suoi problemi, perché non sfruttarle?

Probabilmente dal momento che lei non è economicamente indipendente, la terapia migliore sarebbe quella familiare, ma se i suoi non fossero disponibili a collaborare le consiglio di iniziare da solo

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
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