Ansia dovuta a relazione, autolesionismo

Buongiorno,
Premetto che nello scorso ultimo anno ho avuto diversi problemi di natura psicologica: nel giugno 2015 dopo vari mesi di crisi (non voglio usare termini come depressione, nessuno mi ha mai diagnosticato quel tipo di disturbo) ho provato a "suicidarmi" svuotando un mezzo flacone di benzodiazepine. Ancora prima di giugno 2015 ero solita tagliarmi da sola, all'altezza dei polsi e, dopo giugno, anche sulle gambe. Da allora, a peggiorare il mio stato lunatico, il mio fidanzato, dopo 3 anni di storia, mi ha lasciato ad ottobre, da un giorno all'altro, senza avvisaglie. Ne ho approfittato per andare in terapia da una psicologa. Devo dire che da allora (ottobre) sono riuscita a controllare meglio i miei stati. A dicembre però ho cominciato ad uscire con un ragazzo, il quale attualmente è il mio compagno. Se nei primi due mesi di relazione ero serena, forse dovuto al fatto che ero ancora "fresca" di terapia, e che avevo preso la relazione puramente da un punto di vista sessuale, ora invece sono ripiombata in stati di ansia. Non riesco a vivere serenamente la relazione soprattutto a causa degli sbalzi di umore di lui. Ha completamente mancanza di fiducia nei miei confronti, non riesco più a scegliere con la mia testa perché temo di farlo arrabbiare. Ad esempio: lo scorso mese ho provato due volte ad andare al mare (con i miei genitori) e lui ha tenuto, in quei giorni in cui ero fuori città, un comportamento freddo e staccato, accusandomi che se io me ne andavo voleva dire che non tenevo alla relazione, che dato che non ero con lui, lui non si fidava. Non capisco cosa devo fare, perché nonostante i miei problemi ho deciso, ed ho tenuto, di avere un comportamento aperto con lui, parlare di come sto, cosa mi da noia, mentre lui avendo questo atteggiamento ostile e misterioso, mi provoca solo ansia. Erano mesi che non mi tagliavo ma, dopo un ennesimo suo attacco, ho provato piacere di nuovo a tagliarmi. Nonostante tutto mi sono innamorata, e lui lo sa, ma se con lui sto bene un giorno, il giorno dopo ho crisi di pianto e di ansia per certi suoi commenti. Se un giorno si mostra dolce e sensibile, il giorno dopo è freddo e "cattivo". Sottolinea spesso che io mi faccio troppi problemi, e che penso troppo. Tre/quattro volte gli ho chiesto di uscire insieme con i miei amici -che vedo poco- ed ha sempre rifiutato malamente (dicendo a posteriori che scherzava) e pochi giorni fa mi ha accusato che io non voglio mai invitarlo ad uscire con i miei amici, quando gli ho fatto notare che invece lo avevo invitato, mi ha detto che ero una bugiarda, negava i fatti. Tuttavia so che mi merito una relazione del genere, perché in passato ho avuto lo stesso atteggiamento con l'ex fidanzato (non mi fidavo, lo accusavo ingiustamente, avevo comportamenti lunatici e contorti) mi chiedo però per quanto ancora potrò avere la forza di continuare ad tenere un carattere che non ho, cioè di essere forte, lottare da sola per una relazione. Grazie
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile signorina,
*tenere un carattere che non si ha* e' davvero impossibile. Ed e' autolesionistico tentare di farlo.
Ognuno ha la propria maniera di sentire e di assorbire gli eventi: i rapporti con gli altri si fondano proprio sulla compatibilita' delle diverse maniere di essere e sul rispetto di esse.
Se Lei ha sofferto di queste forme di autolesionismo e' possiile che ci siano in Lei queste esigenze inconsce e che quindi Lei cerchi in ogni modo di mettersi alla prova. Per vedere fino a dove puo' spingersi.
Il ragazzo probabilmente non e' in grado di commisurare le reazioni che esprime a queste sue esigenze e reagisce a suo modo.
Quello che penso Lei dovrebbe fare sarebbe affrontare in una sede psicoterapeutica la Sua tendenza all'autolesionismo, per elaborarla e superarla nei modi dovuti. Senza che la danneggi Suo malgrado.
Che ne dice? Ci ha mai pensato?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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