Ricaduta disturbo d'ansia (anticipatoria/generalizzata)

Gent.mi Dottori,
soffro di disturbo d'ansia da oramai quasi 10 anni, ma solo negli ultimi 3 mi sono rivolto a Specialisti.
Psichiatra per terapia farmacologica (a differenza dei 7 anni precedenti, non ero più in grado di gestire l'ansia e di vivere la quotidianità serenamente).
Psicoanalista (metodo Freud).

Da circa un mese e mezzo non assumo più farmaci, dopo aver scalato come indicatomi dal medico curante, ma senza il suo appoggio.
La terapia farmacologica cronologicamente è stata la seguente:
Tranquirit gtt 2 volte al giorno per un effetto immediato sull'ansia, per circa 6 mesi.
Sereupin 1 cp al giorno fino a fine 2015.
Dal 2016 1 cp di Depakin Chrono 300 r.p., completamente sospeso dall'8 giugno.

Ora si riaffacciano tutti i disturbi fisici da somatizzazione, inutile fare una lista, tutti quelli più comuni si sono manifestati, compresa l'amaxofobia.
Questi disturbi possono essere legati anche alla fisiologica sospensione del trattamento farmacologico?

La volontà di interrompere è stata esclusivamente mia, perchè mi sentivo abbastanza bene (non posso gridare al miracolo), e quindi volevo testarmi e non "mascherare" più il mio stato psicofisico (purtroppo non ho grande fiducia nei farmaci, intesi come risolutori del problema! Tanto che nei primi 7 anni mai ne avevo fatto uso e sopportavo l'ansia che però mi ha limitato molto in tutte le attività quotidiane).

Purtroppo il ripresentarsi dei sintomi mi ha gettato nuovamente nel panico in alcune circostanze.

Quello che vorrei chiedere è, possibile che debba fare uso di farmaci per tutta la vita? Possibile che non se ne esca completamente?

Leggevo dell'agopuntura per sconfiggere l'ansia, può rappresentare una valida alternativa ai farmaci?
L'assunzione di farmaci psicologicamente mi pesa, mi fa sentire "dopato". Non riesco a sentirmi me stesso e poi purtroppo ho il pregiudizio di valutarli come un'illusione.

Ringraziando per la cortese attenzione, saluto cordialmente.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
L'uso di farmaci è curativo e non legato ai suoi pregiudizi.

Se la terapia aveva dato efficacia nel miglioramento dei sintomi era utile valutare la permanenza dell'uso anche dopo il periodo canonico previsto.

L'utilizzo di uno stabilizzatore del tono dell'umore fa considerare che il disturbo non sia un semplice disturbo d'ansia.

Dr. F. S. Ruggiero

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[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio Dott. Ruggero per l'intervento.
Per la velocità nell'esposizione, non ho scritto anche che è stata rilevata un depressione latente (così l'ha definita lo Specialista).
Forse lo stabilizzatore dell'umore può essere servito a questo?

Cosa intende per "periodo canonico previsto"?

Per completezza, il Depakin l'ho sospeso per l'influenza fortemente negativa sul desiderio sessuale.

La ringrazio per la cortesia.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Significa che i trattamenti devono essere prolungati per almeno 24 mesi per evitare ricadute.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Dott. Ruggiero,
oggi ho incontrato nuovamente lo Specialista a seguito della ricaduta.
E non ha potuto far altro che constatare che il ripresentarsi di certa sintomatologia riconduce ad una depressione endogena oltre che al disturbo d'ansia.
Quindi niente di nuovo.
Mi ha prescritto nuovamente benzodiazepine e paroxetina.

Mi domandavo, la depressione è sempre presente quando si è in presenza del disturbo d'ansia?
Se collegati, quale elemento è conseguenza dell'altro?
Controllando/sconfiggendo l'ansia, in automatico migliora la condizione dello stato depressivo?

Purtroppo sono interrogativi che non sono riuscito a porre allo Specialista per questioni di tempo.

Se riuscisse a rispondermi in merito gliene sarei grato, in alternativa se ci fosse una lettura, sempre in merito, all'interno del portale, per approfondire la questione.

La ringrazio nuovamente.

Cordiali saluti.
[#5]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Non è una questione generica che può essere discussa a caso.

Se il suo psichiatra non le dedica tempo sufficiente può rivolgersi a qualcun altro di persona.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottore,
comprendo bene il Suo intervento.
Tuttavia ho ritenuto opportuno chiedere maggiori spiegazioni in merito, al mio medico curante, che mi conosce molto bene.
Con una esposizione breve mi ha dato le spiegazioni che cercavo per prendere coscienza del problema e rassicurare me stesso.
Anch'egli mi ha consigliato di riprendere l'assunzione del Sereupin.

Volevo domandare:
1) i tempi di risposta al farmaco sono comunque di 4 settimane circa, anche se è un "secondo step"?

2) è corretta la prescrizione di mezza pasticca per 5gg per poi passare a dose piena (1 al dì)?

3) il mio Specialista non si è sbilanciato sul dare un nome scientifico al mio disturbo (es. disturbo ossessivo-compulsivo, ecc.), oltre il termine "depressione endogena"... è mai possibile dopo 3 anni? Sostiene che possano volercene anche 10 per individuare da cosa un paziente possa essere affetto in modo specifico.

La ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti

[#7]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori,
cerco delle risposte, anche sintetiche, per le mie 3 domande poste sopra.

In questa fase mi sento bloccato, come le mie gambe, nonostante abbia ricevuto dallo Specialista e dal mio medico di base il medesimo consiglio, cioè di riprendere con la paroxetina.
Ho paura della paura di stare male a cusa dei sintomi fisici che avverto.
Per esempio ieri la partita di calcetto tra amici sembrava qualcosa di non affrontabile e quindi è stata faticosa e scarsamente godibile a causa della mia attenzione posta sul sintomo e sulla paura di sentirmi male. gambe completamente bloccate (e non per la scarsa forma fisica).

Però ho anche paura di riscontrare una "nuova illusione" con l'assunzione del farmaco (anche se fino a quando lo ho sospeso aveva dato dei risultati tangibili).

Non sarà nemmeno un caso che tutti i sintomi, al di là della sospensione dei farmaci, siano riapparsi in un periodo dell'anno particolarmente frenetico e stressante per il lavoro che faccio.

Sto cominciando a nutrire dubbi anche sul mio Specialista, (vedasi punto 3 intervento precedente).
E poi sto rimuginando che ho perso troppo tempo fin qui, ben 10 anni, prima di farmi aiutare, e che ho sbagliato il modus operandi, nel senso che mi sono rivolto prima allo Psicologo (psicoanalista) - che poi forse è anche il meno indicato nei disturbi d'ansia e depressione - che allo Psichiatra.
Ricominciare da capo con una nuova terapia di tipo cognitivo-comportamentale mi spaventa e scoraggia, pensando al tempo che ho buttato fino ad ora.

Sono nel limbo, qualche consiglio? Grazie.

Cordiali saluti.

P.S. Lo Psicanalista tra i suoi compiti ha anche quello di determinare il tipo di disturbo da cui è affetto il paziente (D.O.C. ad esempio, o altro), o è ad esclusivo appannaggio dello Psichiatra?
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