Dipendenza emotiva

Salve,

É da 3 anni ormai che la mia vita è cambiata. Sono una studentessa in medicina al 4 anno e sono molto consapevole dei miei problemi, il problema reale é che non so proprio come uscirne. Ero una ragazza normale e sicura di me, tutto é iniziato 3 anni fa con problemi di ipocondria associati ad attacchi di panico, che ho risolto dopo qualche mese con psicoterapia e Xanax. Proprio nel momento in cui ho risolto questa cosa, ho conosciuto un ragazzo, ci siamo fidanzati e li il mio problema si è trasformato. Abbiamo un rapporto molto conflittuale sin dall'inizio, io non sono stabile ed equilibrata emotivamente e sono riuscita a rovinare tutto con le mie continue paranoie e seghe mentali, anche se dall'altro lato anche lui ha le sue colpe (che non riconosce). Mi rendo conto di soffrire di una grave dipendenza emotiva da lui, credo di avere davvero poco amore per me stessa e bassa autostima, mi umilio pur di continuare a starci insieme perchè non riesco a pensare ad una vita senza di lui nonostante la qualità del nostro rapporto non sia MAI stata nemmeno lontanamente normale e non ci abbia mai dato serenità. Io lo amo e una parte di me sa di dover risolvere i propri problemi personali e che la cosa migliore per me e per lui sarebbe lasciarlo andare via in uno dei suoi tanti tentativi di interrompere il rapporto (solo una volta l'ho fatto e mi ha ricontattata dopo neanche un mese dicendosi pentito, ma ora siamo punto e a capo), mentre un'altra parte non riesce a capacitarsi di staccarsi da lui e cerco continue soluzioni e scuse pur di non essere lasciata. Sto facendo psicoterapia da un anno e non mi è particolarmente d'aiuto. Sto seriamente pensando di aver bisogno di una nuova terapia farmacologica, e allo stesso tempo non riesco a liberarmi dall'ossessione di questo amore malato e dall'idea di un futuro roseo insieme se io risolvessi i miei problemi di fondo.
Qualcuno ha qualche consiglio al riguardo? Sono molto preoccupata e ho bisogno di uscire da questa situazione.
Grazie in anticipo
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Dr. Giovanni Portuesi Psichiatra, Psicoterapeuta 634 37 1
Dal quadro che mi da lei mi sembra più importante un lavoro psicoterapeutico sulle cose che la fanno soffrire. Se mi è permesso un suggerimento non mi sembra un quadro di "Grave dipendenza emotiva" ( posso anche sbagliarmi ). La mia impressione è che lei su certi aspetti lei dia connotazioni troppo negative della sua vita emotiva .
Lo xanax è semplicemente un ansiolitico, non può essere considerata una terapia farmacologica se non per brevi periodi.
Forse in futuro una terapia farmacologica potrà essere utile per lei , ad esempio se si accentuano alcuni aspetti depressivi o per altri sintomi . Al momento mi sembra più importante che lei viva il più consapevolmente possibile questo suo momento che può rappresentare anche una crescita emotiva in una situazione di dipendenza emotiva ( di per se non patologica ) verso un uomo.

Dr Giovanni Portuesi

[#2]
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Utente
Utente
La ringrazio per la tempestiva risposta.. quello che lei dice é vero, io mi concentro molto sul mio malessere durante la giornata e forse gli do una connotazione ancor più negativa del normale. Tuttavia sono in regola con gli studi e conduco una vita abbastanza normale, il mio problema è la sofferenza che porto dentro e che non mi da una buona qualità della vita. Lei non crede che una terapia,anche di poco tempo, possa darmi un aiuto a sbloccare questa situazione? Comunque la psicoterapia la sto facendo ma come ho scritto mi sta servendo a poco per il momento...
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Dr. Giovanni Portuesi Psichiatra, Psicoterapeuta 634 37 1
Purtroppo per mail non posso rispondere precisamente alle sue domande. Se lei sente un area di sofferenza per la quale vorrebbe avere un sollievo può valere la pena confrontarsi con uno psichiatra. Se lei comincia ad avere dei sintomi depressivi una terapia antidepressiva può essere utile . D altra parte è una caratteristica delle persone depresse di avere poca stima di sé ( problema che può affligere anche chi non è depresso ).
Se lei sente che la psicoterapia non l aiuta questo deve diventare uno dei temi delle sue sedute psicoterapeutiche.
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Utente
Utente
La ringrazio Dottore per i preziosi consigli e vedrò di metterli in pratica. Comunque ho preso appuntamento per un consulto psichiatrico la prossima settimana, giusto per avere un confronto e valutare la mia situazione.

Volevo avere un parere, se vorrete rispondere, su una conversazione che ho avuto con questo ragazzo proprio oggi. Lui mi dice che se sono davvero convinta di continuare questa storia devo essere consapevole del fatto che lui non avrà più tolleranza ed alla prima occasione in cui io mostrerò "errori già commessi" andrà via senza sé e senza ma. Ora, a me questo sembra un ricatto, più che la volontà condivisa (in una relazione a due in cui si dovrebbe essere una coppia) di risolvere i miei/nostri problemi, e non so quanto possa essere positivo e funzionale per me sottostare a questa richiesta. D'altro canto penso che ciò che lo porti a parlare così siano i continui tentativi falliti di riparare alla nostra storia difficile e la paura di soffrire ancora.
Mi chiedo cosa ne pensino delle persone esperte e più adulte di me e se vorrete darmi un' opinione sarei contenta
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Dr. Giovanni Portuesi Psichiatra, Psicoterapeuta 634 37 1
La ringrazio per i ringraziamenti. Io penso che per le sue ultime e importanti domande non vi siano esperti. I rapporti di coppia sono difficili per tutti. Mi sembra positivo che lei ragioni su se stessa in rapporto a quello che dice e fa il suo compagno. Alle volte sottostare all' altro può andare bene altre no. Penso che toccherà a lei vivere e comprendere la situazione.
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Utente
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Questo é assolutamente vero..
La ringrazio molto per tutto!
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