Devo cambiare psicoterapeuta? non mi sento convinta.

Salve. Sono una studentessa fuori sede e da inizi aprile ho deciso di andare in terapia nella città in cui studio.Sono sempre stata costante con gli incontri ogni settimana, a parte luglio/agosto in cui ho interrotto per breve tempo per via di esami.I motivi per i quali sono andata riguardano l'autostima,in quanto sono molto insicura e ho poca fiducia in me stessa, dipendo molto dal giudizio degli altri,non riesco a stare tranquilla per via della perenne ansia talvolta immotivata e poi perchè ho riscontrato che nelle relazioni sentimentali un po' "mi perdo", cioè non riesco a mantenere un'individualità ,mi sento dipendente dall'altra persona. Con questa dottoressa inizialmente mi son trovata diciamo bene,mi lasciava parlare,le ho raccontato la mia storia,da che tipo di famiglia provengo e la relazione con il mio ragazzo. Parlo molto durante i nostri incontri perchè comunque mi fido di lei,soltanto che fino ad ora mi ha detto ben poco.Non credo di aver fatto cambiamenti, nonostante le sue parole spesso siano"stiamo lavorando su questa cosa,ci vuole tempo,ma stai facendo dei passi..". Io non vedo granchè onestamente e gliel'ho anche quasi detto. Non so se sono io a pretendere chissà cosa, ma parlando con altre persone tra cui una mia amica che è psicoterapeuta e il mio ragazzo che va i terapia da un altro tizio, ho notato che ci sono degli approcci e dei metodi completamente differenti. Quando vado da lei, mi chiede com'è andata la settimana, se c'è stato qualche evento in particolare che ha fatto scaturire in me determinati atteggiamenti ecc. Una volta mi ha dato un compito a casa,ovvero ogniqualvolta ho dei pensieri paranoici, devo metterli per iscritto e trovare delle alternative al mio pensiero ossessivo, poichè secondo lei quando ho questi momenti non vedo altre strade oltre l'idea che ho in mente. Su questo mi ha aiutato,per carità, solo che da quando vado ancora non ho capito molto di me stessa. A parer mio si concentra molto sulla relazione con il mio ragazzo e sulle cose che mi succedono settimanalmente,piuttosto che sulla mia storia in generale (la mia famiglia e il mio ruolo all'interno di essa,mia madre,mio fratello che ha dei seri problemi mentali).Tra l'altro le ho raccontato di aver avuto una forte crisi qualche settimana fa a causa di eventi in cui delle persone mi hanno coinvolta ingiustamente,ero fuori di me completamente,non sentivo il corpo,mi sentivo stordita,quasi pensavo di impazzire,ma anche su questo non si è soffermata per nulla nonostante per me fosse stata una cosa forte.Tra l'altro non so nemmeno come comportarmi con lei, se darle del lei/del tu, come salutarla.. è un rapporto "freddo". E so che in psicoterapia è importante il fattore relazione.Ora non so se questa è una sua tecnica e aspettare oppure cambiare completamente,magari andando dal tizio dove va il mio ragazzo che mi hanno detto in tanti sia bravo. Il problema è che dovrei viaggiare e per via dell'uni non riuscirei ad essere costante. Cosa mi consigliereste?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

l'aspetto fondamentale di ogni terapia quando ci si trova con dei dubbi come nel Suo caso, è quello di fare il punto direttamente con il terapeuta.

Intanto ci sono aspetti secondari, come dare il tu o il lei... Chieda al terapeuta. Non è questo che fa una buona relazione terapeutica, perché se è vero che il "lei" definisce a livello sociale un certo tipo di relazione e di distanza, è anche vero che talvolta in terapia si usa il tu, ad esempio con le coppie o con le persone molto giovani o, anche, se qualcuno lo richiede ed eventualmente si discutono le ragioni di questa richiesta. Ma su questi aspetti non metterei troppo peso... chieda serenamente.

Per quanto riguarda il resto, ha ragione: le terapie non sono tutte uguali e ogni tipo di terapia utilizza tecniche diverse. La tecnica, per farla molto breve, è il modo di fare terapia.
Quindi, confrontandosi con altre persone in terapia, troverà modi diversi di approcciare lo stesso problema per poi arrivare al medesimo risultato o comunque al risultato atteso.

Questo aspetto è anche legato al fatto di porre più o meno domande, di intervenire più o meno spesso, ecc...
Nelle prime fasi della terapia può capitare con alcuni pz. di dover porre più domande per capire meglio la problematica, mentre con altri non è necessario perché magari sono un fiume in piena.

Talvolta è opportuno che il terapeuta rimanga sullo sfondo, altre volte è indispensabile che lo faccia. In modo diverso altre volte ancora deve intervenire più spesso. Tutto ciò dipende anche dal problema portato dal pz.

Io Le suggerisco però di chiarire tutti questi aspetti col terapeuta per avere le idee più chiare e anche perché è giusto che sin dall'inizio non ci siano ombre che possono rovinare né la relazione terapeutica (anche se, per carità, si può aggiustare anche cammin facendo ma secondo me è opportuno partire col piede giusto) né il trattamento in sé.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta! Solo una domanda, in che modo potrei chiederle di fare il punto della situazione e cosa intende di preciso? Perchè altre volte mi è capitato di domandarle come si struttura la terapia ecc..oppure le ho ho fatto capire che non sto riscontrando dei miglioramenti,ma lei mi ha risposto che questo avviene pian piano. Anche perchè parliamo sempre delle stesse cose. Inoltre ho paura che potrebbe "prenderla male",magari mi faccio troppi problemi,non so..
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Allora, se un terapeuta prende male ciò che il pz. espone in terapia è un problema del terapeuta e NON del pz. e se anche accadesse Lei deve considerare prima il Suo bisogno.

La terapia si fa in due, ma i risultati appartengono solo al pz e se i risultati non ci sono, è bene chiedere.

Come fare? Potrebbe proprio dire al terapeuta che ha delle perplessità e che nella fattispecie sente il bisogno di fare il punto della situazione sia in relazione agli obiettivi terapeutici, sia in relazione ai risultati attesi e alle tempistiche.

Non abbia remore.

Cordiali saluti,
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dopo
Utente
Utente
Allora farò così! Grazie mille,è stata esaustiva.
Cordiali saluti.