Respinto da psicoterapeuta (ma va tutto bene)

Gentili
Scrivo più per parlare con qualcuno che spinto da una chissà quale aspirazione.
E' uno di quei momenti così, passerà e ritornerà fra qualche settimana, come accade da 23 anni e, di certo, se questa fosse una crisi di mezza età ci sarebbe anche da ridere perché forse ero già vecchio da adolescente!
Ho provato tante e tante volte a venirne fuori, a darmi una motivazione, dire a me stesso che non avevo nulla di meno e che bastava seguire una indicazione per farcela. Ho cambiato città, fatto un salto di 600km e piantato tutto per ricominciare, vediamo come va, siamo fiduciosi!
Ma l'unica persona che dovevo realmente congedare è partita con me, dorme, mangia, si lava, si veste e si spoglia con me.
E non vuole altri che me, e desidera che nessuno si intrometta nel nostro rapporto. Se qualcuno ci prova la fa pagare cara, al qualcuno e a me.
Ma veniamo al tema della lettera. Premetto che non ho astio o risentimento, osservo e ne sorrido.
In questa nuova città, Roma, mi sono ambientato,ovvio a modo mio ma ben presto il mio mostro ha ricominciato a esigere la sua dose di attenzioni. Avendo già provato altri metodi psicoterapeutici decido quindi di rivolgermi a uno strategico. Che mi specifica che avrebbe provato insieme a me a risolvere almeno una problematica in 10 sedute, non una di più. Mi ascolta per 3/4 d'ora nei quali ho cercato di essere il più sintetico possibile. Mi dà una specie di prova da porre in essere e riportare entro la 2a seduta due settimane dopo. Tale prova prevedeva di porre me stesso in situazioni volutamente imbarazzanti e tenere un resoconto che non avrei dovuto leggere. Faccio fatica a creare alcune situazioni del genere, tengo un diario discontinuo, lo riporto al terapeuta due settimane dopo. Il quale mi dice che interromperà il ciclo immediatamente perché non ho dimostrato sufficiente convincimento. Confesso di esser stato male ma per poco, ormai il respingimento è la mia profezia auto-avverante d'elezione, per cui, come dicono a Roma, sticavoli, sarebbe successo comunque.
Su di me ho poco da dire. Se sono così è perché non ho idea di cosa io sia. Quindi non posso nemmeno parlare di autostima , sono non classificabile!
Ora, se c'è una cosa che però mi affligge è che so che ogni lavoro su di me è solo un esercizio di stile, perché so che c'è un problema, non so come ci si convinca a volere cambiare e quindi persistere nel farlo. Non è voluto, proprio non ho idea, credetemi, e sono sul fondo da tanto, probabilmente però a tutti piace vincere facile e quindi perché non anche nel campo della psicoterapia. Vissuto personale: Solo noia, solo paura, e noia anche della paura.
Voleva essere qualcosa di breve, mi scuso per del tempo che avreste potuto impiegare diversamente.
L
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66


Gentile utente,

il terapeuta Le aveva assegnato <<una specie di prova da porre in essere<<, al fine di valutare - ritengo - la Sua motivazione al cambiamento.

Anche il terapeuta evidentemente ha bisogno di capire se con quel certo paziente xy butterà tempo ed energie inutilmente...
In genere si utilizzazo due sedute e relativi "compiti" per accertarsene, ma a Lei la risposta è stata data subito:
<<mi dice che interromperà il ciclo immediatamente perché non ho dimostrato sufficiente convincimento.<<

Se fossi in Lei mi sentirei contento e sollevato dalla professionalità del terapeuta.

Mi rimarrebbe da chiederLe come mai non si è applicato al massimo. Ma forse quanto prodotto era già il massimo possibile?

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Dottoressa
se la parola "specie" l'ha indisposta me ne scuso in quanto non potrei valutare l'efficacia di un esercizio non essendo professionista. Nelle mie condizioni era, credo, forse qualcosa oltre il massimo. Ha presente i pupazzetti a molla? Non si muovono se non si carica la molla. Ecco , mi veda così, ho sforzato una molla già scarica. Certo, mi augurerei che il terapeuta sia stato in grado di "leggere" subito qualcosa nei pochi minuti di incontro, forse lo ha fatto e immagino si sia dato una chance per smentirsi. Nessuna contestazione al collega, ci mancherebbe altro. Trovo ironico invece che io abbia avuto la sensazione, del tutto personale, di dover presentare un problema di cui io stesso avrei dovuto avere la soluzione da subito. Avendola non mi lagnerei come tutti i pazienti.
[#3]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Resta questo di me. É evidente che mi debba mettere da parte se non è possibile recuperare e se, in me, non si vede una prospettiva. É devastante anche se ci posso fare niente.
Il più idiota sono io a pensare di poter funzionare diversamente, basterebbe lasciar andare tutto, in fondo. Credo che farò così perché non ho più la forza di sopportare quando mi dicono che non ho toccato il fondo a sufficienza. Non sono del tutto stupido ma non ho forze. Sono esausto.
[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

come mai ha scelto una terapia strategica?
Ha provato a dire al terapeuta che Lei ha fatto uno sforzo notevole per quel compito?

Di solito in psicoterapia non è un problema se il pz. incontra difficoltà nell'eseguire una prescrizione: se ne parla in seduta.

Io credo che una parte della responsabilità sia certamente del pz. ma talvolta anche di noi terapeuti, perché non si è riusciti a trovare la chiave per comprendere quel pz. ed aiutarlo.

Prenderei in ogni caso in considerazione l'idea di chiedere ad un altro terapeuta della Sua zona.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica