Confusione mentale

Salve a tutti, sono Roberto, 22 anni e non so cosa ho. Vi racconto in breve la mia storia. Mi sono laureato a Marzo del 2017, laurea triennale, in seguito alla mia laurea ho avuto un periodo di stasi, dove a parte fare colloqui con varie aziende non ho fatto. In questo periodo nell'intermezzo tra colloqui e altro la mia testa si fermava a pensare. Così iniziarono le mie paranoie ( da premettere che le avevo già avute subito dopo l'uscita della maturità in seguito alla fine dell'estate e quindi con un susseguente periodo di stasi, si interruppero con l'inizio dell'università), la prima: riguardò l'angoscia al pensiero della fine della mia esistenza, quando mi soffermavo a pesarci, molto spesso quando a letto, mi dovevo alzare di soprassalto perchè quasi mi mancava l'aria. Piccole crisi che passavano praticamente subito, e col pensare o fare altro. In questo periodo vado a fare un importante colloquio di lavoro, dove ad esaminarmi c'era proprio una psicologa. Settimane dopo scopro di essere stato scelto tra migliaia di candidature per ricoprire la carica desiderata, con sede a Roma. Tutto incomincia a cambiare radicalmente, ma nelle pause i pensieri ossessivi ritornano. Qui faccio una premessa, mi sono da sempre definito un cristiano cattolico, così cerco di rifugiarmi nella religione, e attuo quindi un procedimento inverso, il che per un primo momento funziona, poi la mia mente comincia a rimuginare sul significato di vita eterna e quindi sul fatto che una vita terrena cosi come noi la intendiamo, perdurata all'eterno, perde di significato. Anche qui comunque ho raggiunto una sorta di soluzione sul fatto che possibilmente, se esista davvero qualcosa, non si può immaginare e quindi da intendere come qualcosa di positivo e migliore ( e non come facevo prima, intendendola come qualcosa di negativo e angoscioso.). Quindi comincio anche a pensare al significato di questa vita, e alle volte vedevo come se questo significato,rapportato alle leggi divine sparisse, ma comunque la soluzione a questa risposta la trovai nella morale agostiniana, il cosiddetto " Ama e fa ciò che vuoi". Arrivati a questo punto, passato poco più di un mese dalla primi crisi che mi creava angoscia( anche le altre lo facevano), giunge il momento di partire per Roma, ad iniziare questa nuova avventura lavorativa che mi vedrà almeno per un anno qua. Saluto la mia ragazza due giorni prima, perchè doveva partire con i genitori, e l'ultimo giorno nella mia amata città decido di passarlo con i miei amici ad una serata in discoteca. Arriva quindi il giorno della partenza e qui comincia a sorgere pian piano una nuova ossessione. Come se fosse cambiata la prospettiva della mia vita, incomincio a pensare alla mia vita come un ricordo continuo, tutto che si trasforma in ricordo, il che possibilmente è anche vero.La cosa è che lo incomincio a percepire con uno stato di ansia che mi distoglie dalla vita reale in un qualche modo. Alle volte non riesco a dormirci la notte.Sono confuso.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazzo,

Nella tua vita (come in quella di ognuno di noi) ci sono:
- importanti risorse: nel tuo caso egregie capacità intellettive e competenze teorico-pratiche che, a soli 22 anni, ti permettono di vincere una selezione di un concorso e iniziare a lavorare. A 22 anni, in Italia, è un grande risultato!

dall'altra parte

- ci sono emozioni negative (verosimilmente, ansia e anche un velo di tristezza) che tu, parallelamente ai successi ottenuti, stai vivendo e sulle quali, ti tornerebbe utile lavorarci un po con l'aiuto di una/uno collega Psicoterapeuta.
Questo suggerimento perché?
Perché i tuoi rimuginii ansiosi, in una situazione in cui è evidentemente cambiata, come tu stesso scrivi, la prospettiva di vita, non vadano a compromettere la serenità lavorativa e mentale che meriti di avere! La terapia ti tornerebbe utile ad acquisire maggiore consapevolezza dei tuoi vissuti cognitivi (pensieri ed emozioni), imparandoli col tempo a gestirli in modo sano!

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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dopo
Utente
Utente
Salve Dottore, grazie per la risposta. In realtà, proprio per riacquistare la serenità di una volta, ho preso questa soluzione e ho già contattato un suo collega. Proprio per il desiderio e la necessità di ritornare a vivere come sempre ho fatto! Non capisco cosa ora mi stia succedendo, voglio quindi capirlo e risolvere nel migliore dei modi. A dir la verità sono sempre stato un tipo ansioso, quindi spero di risolvere questa condizione in cui mi trovo ora... Ho già fissato un appuntamento via Skype...crede che abbia la stessa valenza di uno fatto in studio?
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Saggia scelta quella di contattare un collega! Complimenti davvero!!!

Certamente le servirà per fare "chiarezza" e impararsi a gestire cognitivamente le emozioni più sgradevoli quando e se si presenteranno e proprio questo le consentirà di mantenere la serenità.

Si possono anche fare una/due consulenze via Skype, ma il modo migliore resta comunque, in caso di terapia, un rapporto vero, senza "schermi divisori", ma vis a vis tra paziente e terapeuta. Questo perché, uno dei fattori curativi, sta proprio nella relazione terapeutica
http://www.stateofmind.it/2017/06/relazione-terapeutica-psicoterapia/

Saluti cordiali