Ansia e angoscia

Salve a tutti, spiego in breve la mia situazione:
Mi sono iscritto all'università a settembre (infermieristica), anche se non è mai stato il mio sogno, sono partito e sono andato a fare questo percorso di studi per raggiungere una mia indipendenza dalla famiglia e responsabilizzarmi stando lontano da casa! Con l'inizio del tirocinio (che comporta svegliarsi ogni giorno alle 5 e tornare a casa alle 16) però, ho cominciato ad avere i primi pensieri del tipo "è quello che fa per me?", "sono disposto a fare questi sacrifici?", "non sono in grado" ecc....questi pensieri ossessivi mi hanno portato in un tunnel fatto di ansia, insonnia, nausea, vomito mattutino prima di andare a tirocinio fino a sfociare in una vera e propria crisi depressiva! Così ho deciso di tornare a casa per tranquillizzarmi e, in seguito ad un colloquio col medico di base, ho iniziato una terapia a base di xanax e entact! Ora a luglio vorrei ritornare per riprovare di nuovo a riprendere questi studi, ma solo a pensarci mi viene quel senso di angoscia e ansia che mi fa agitare e spaventare! A cosa pensate sia dovuto tutto ciò? Ho paura di tornare a Roma e paura di tornare a stare di nuovo male! Aiutatemi
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

da una parte un percorso che la porta lontano da casa e che l'avvia alla professione e quindi ad una scelta adulta da una parte è normale che scateni forti dubbi ed ansie.

Certo, sta manifestando una reazione (vomito prima di andare a scuola) che ricorda molto i bambini che iniziano ad andare a scuola all'asilo o alle elementari.

Probabilmente un sostegno psicologico più approfondito per valutare se il percorso scelto sia quello adatto a Lei sarebbe opportuno. Potrebbe essere il percorso giusto ma forse dovrebbe riconsiderare la scelta del luogo di studio, magari rimanendo più vicino a casa.

Forse è lo stare male ed il non avere nessuno accanto a crearle il disagio.

Comunque intanto provi il sostegno farmacologico, e poi valuti. Un passo alla volta!

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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dopo
Utente
Utente
Innanzitutto la ringrazio per la risposta dottore, vorrei aggiungere una cosa: questo problema di ansie, ossessioni ecc è nato nel momento in cui ho cominciato il tirocinio! Prima di iniziare il tirocinio sono stato 6 mesi a Roma facendo solo lezioni ed esami e non ho avuto nessun problema del genere, quindi non credo sia un problema lo stare lontano da casa, è nato nel momento in cui mi sono ritrovato a stare male perché mi sono "spaventato" vedendomi in certe condizioni!
Analizzandomi, ho capito che è come se io avessi preso il tirocinio troppo sul "serio", preso come una cosa pesante, un sacrificio invece che come un semplice tirocinio dove imparare la professione e, mi dispiace ammetterlo, e come se facessi difficoltà a passare dall'età "bambina" a quella "adulta" con tutte le responsabilità che ne conseguono!
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

da bambina ad adulta passando per l'adolescenza!
Il tirocinio in infermieristica vuol dire fare l'infermiera.
Ed il tirocinio è pratico e reale.
Sul libro viene descritta la procedura, nel tirocinio eseguo la procedura e mi ritrovo con tante cose che sul libro non c'erano: l'odore del paziente, ad esempio!
Il tirocinio è la full immersion sensoriale che i libri non le hanno dato. Così come la realtà del paziente vivo e reattivo davanti a sé.

Pensi che nel mio tirocinio in una clinica una cosa proprio non potevo vedere: le sacche raccolta urine col sangue... Quelle proprio mi scatenavano nausea al solo vederle. Cambiavo lato del letto per i colloqui di sostegno.

Credo, leggendo le Sue parole, che sia arrivata al punto oltre il quale è bene farsi aiutare, partendo dai propri insegnanti e responsabili di tirocinio e chiedendo loro. Anche questo è parte della formazione. Problematiche vissute da chi ci è passato.

E' normale avere reazioni all'inizio. Se torniamo all'esempio dei bambini a scuola: finche vomitano in prima elementare va bene. Oltre va visto.

E se questo non bastasse, allora anche un sostegno psicologico potrebbe aiutarla.
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio della risposta, volevo però farle notare però che sono maschio :-)
Apparte gli scherzi, ne ho già parlato col mio tutor che, a suo dire, mi ritiene una persona molto valida e capace ma che crede poco in se stesso, cosa che mi rendo conto anche io di avere! Purtroppo non ho una grande autostima da sempre e sono molto insicuro!
Ci sono periodi in cui sono spensierato e mi sento abbastanza sicuro di me stesso, poi periodi in cui si presentano stress o ansie mi fanno crollare tutte le mie sicurezze!
Non so se è una coincidenza o meno, ma quando mi frequento con qualche ragazza è come se perdessi quelle poche "sicurezze" che ho, quel poco di autostima che ho, a cosa si può attribuire ciò?
Ho letto e fatto dei test su internet sul disturbo bipolare, disturbo di personalità e altri disturbi e risulta che li ho tutti, potrebbe essere?
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

non so che test abbia fatto, ma capirà da solo che autosomministrati o somministrati dal destino, è come non averli fatti. Le è venuto in mente che potrebbero essere airentati a farle acquistare un qualche servizio? Stai male, e casualmente ho io la medicina.

Credo a questo punto che il passo sia proprio un aiuto più strutturato ed organizzato presso un servizio specializzato di psicologia, sia esso pubblico o privato.

Anche perchè da che il problema fosse il tirocinio, adesso ci ha messo dentro anche le frequentazioni femminili. Succede anche con le colleghe e con le pazienti?
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dopo
Utente
Utente
No no, succede solo con le ragazze con cui arrivo ad avere un certo rapporto o con cui mi fidanzo
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

Siamo quindi nella sfera personale.
Su questo aspetto è bene cercare un sostegno specifico, dato che qui le manca il tutor, mettendosi in gioco e dovendo trovare la soluzione da solo.
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