Profonde incertezze nella mia vita

Gentili signori psicologi,
sono molto contenta di avere trovato questo bel sito e spero che qualcuno di voi mi risponderà.
Vi spiego brevemente la mia storia: ho 31 anni, sono laureata con lode in lettere classiche (purtroppo ho fatto solo la triennale, mio grande rimpianto) e da 6 anni sto con un ragazzo, o meglio un uomo, di quasi 8 anni più grande di me. Nel momento in cui ci siamo messi insieme lui stava attraversando un brutto periodo non solo perché sua madre era morta da poco, ma anche perché temeva di dover chiudere l'attività di famiglia a causa dei continui litigi con suo fratello, che alla fine lo ha lasciato da solo in negozio (produzione e vendita di prodotti tipici della nostra regione). Fortunatamente ha potuto contare su sua zia...e su di me, che all'epoca lavoravo come impiegata dal lunedì al venerdì e il sabato e la domenica mi armavo di grembiule e matterello e andavo ad aiutarlo e a imparare un mestiere che, fino ad allora, mi era completamente sconosciuto: mi sono quindi ritrovata, nel giro di pochi mesi, a diventare sua socia (anche se non-partecipante perché lui non può permettersi di pagarmi contributi e stipendio). Sono stata licenziata dal posto in cui lavoravo dopo un anno circa che stavamo insieme e, da allora, ho sempre anteposto le sue esigenze alle mie, precludendomi numerose possibilità di crescita, tra cui quella di proseguire, anche se in ritardo, gli studi; ho trascurato la mia famiglia (lui vive a 25 km di distanza dalla mia città, quindi faccio perennemente la pendolare), che infatti mi ha quasi "disconosciuta" perché trascorro tutti i fine settimana da lui; ho sempre dovuto fare 2, 3 o anche 4 lavori contemporaneamente per riuscire al tempo stesso a guadagnare qualcosina e ad aiutare lui, che mi paga 50 euro simbolici a weekend. A settembre ho finalmente trovato un lavoro che, in teoria, dal 1 febbraio 2018 dovrebbe diventare a tempo indeterminato: dal lunedì al venerdì lavoro tutti i pomeriggi come insegnante di lingua italiana in una cooperativa che si occupa di aiutare nello studio gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori che non sono di madrelingua italiana.Guadagno sui 600 euro al mese, ma dopo 5 anni di lavoretti di ogni tipo, ripetizioni, ecc...io mi sento soddisfatta!
Il problema è che lui mi ha detto a chiare lettere che, nel momento in cui conviveremo o ci sposeremo, dovrò rinunciarvi perché "ho bisogno di te in negozio e non possiamo mica campare con i tuoi 4 soldi!"E' stata una coltellata al cuore per me e non so che cosa fare perché io, come al solito, vorrei riuscire a conciliare tutto! Al momento non lascio di certo il lavoro, ma in futuro non credo proprio che riuscirò a lavorare con lui la mattina e a insegnare il pomeriggio, per di più in due città diverse.Sono molto confusa perché non vorrei dover mettere la mia laurea nel cassetto. La mia migliore (e unica) amica mi ha consigliato di lasciarlo perché "se ti amasse capirebbe."Gradirei un vostro cortese parere, grazie, Ele
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66

Gentile utente,

E se la Sua amica avesse ragione?

50 Euro per week end,
"ho sempre anteposto le sue esigenze alle mie.."
"socia senza contributi e stipendio.."
questo potrebbe essere definito sfruttamento di ..manodopera affettiva...

E ancora non è sposata.

Il problema sta nel fatto che
"io, come al solito, vorrei riuscire a conciliare tutto!"
E siccome NON è possibile NON scontentare qualcuno,
la scontenta-ta è Lei (oltre alla Sua famiglia d'origine)

Può rafforzarsi nelle scelte consultando di persona una Psicologa;
ne va della Sua qualità di vita e di relazioni.



Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Attivo dal 2017 al 2020
Ex utente
Grazie dottoressa Brunialti per avermi risposto.
Mi sento davvero confusa perché non so che cosa fare: se continuassi sempre e comunque ad andare a lavorare dove lavoro ora, credo che lui si sentirebbe abbandonato e tradito.Probabilmente ho sbagliato io, anzi, sicuramente ho sbagliato io, perché, nel momento in cui mi sono resa conto di quanto fosse solo, gli ho garantito che lo avrei sempre aiutato.Purtroppo io sono fatta così, non riesco a non fare del mio meglio perché, se non lo faccio, mi sento in colpa.Se io gli dicessi che, anche se guadagno poco, voglio continuare ad andare a lavorare dove vado ora, mi direbbe che, con i miei"4 soldi", non potremmo andare avanti e che, se proprio mi piace f, posso dare ripetizioni come ho sempre fatto finora.Il punto è che io temo che, tra una cosa e l'altra, finirei per dovere rinunciare anche a questo.
Ho rinunciato a diverse offerte di lavoro per lui in questi 6 anni insieme, volevo iscrivermi alla magistrale di lettere per poi andare a insegnare, ma niente, tutti(lui per primo), mi hanno detto che ormai ero vecchia...
Ho quindi cercato di unire l'utile al dilettevole dando ripetizioni e iniziando a collaborare con questa cooperativa, equando quando mi hanno proposto di lavorare lì con un regolare contratto part -time...non sono riuscita a dire di no.Lui l'ha presa male perché pensa che io potrò aiutarlo di meno in negozio così...e io non so che cosa fare.Ne ho parlato con mia madre, ma lei mi ha detto che, se davvero in futuro dovessi dedicarmi unicamente al lavoro con lui in negozio, dovrei pretendere come minimo che mi desse un tot al mese concordato a priori e indipendentemente dagli utili...io so che, intanto, gli anni passano e io continuo a cercare di rimanere perennemente in bilico tra 2 vite: quella von lui, in cui faccio un certo lavoro, e quella da sola, dei giorni feriali, in cui ne faccio uno completamente diverso.
Sono sempre più confusa, spesso vorrei non averlo mai conosciuto, o meglio, vorrei che non avesse bisogno di me sul lavoro così io sarei libera.Purtroppo il mio senso del dovere mi costringe a continuare a stargli accanto, sempre e comunque.Del resto, anche lui lo ha fatto con me: non mi ha lasciata quando mi hanno diagnosticato il LES,mi ha aiutata economicamente quando non lavoravo e avevo bisogno di aiuto per delle spese molto ingenti...mi sento costretta a non abbandonarlo.
Grazie mille per l'aiuto,
Ele
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66

Gentile utente,

"Purtroppo il mio senso del dovere mi costringe a continuare a stargli accanto, sempre e comunque."
Questa è una alleanza di fronte alle difficoltà della vita. Non sembra un amore.

E lo affermo senza dare un giudizio.
Perchè so che certe situazioni di
-carattere
-salute fisica
-altro..
possono portare a ciò.
E se ad ambedue va bene, transeat, passi.

Se invece per uno dei due l'assetto è insoddisfacente,
ove si ritenesse che la vita - probabilmente - è una sola,
occorre metterci mano, meglio fin quando si è in tempo.

Cosa pensa e "sente" Lei della propria vita
facendo un bilancio di costi/benefici?









[#4]
dopo
Attivo dal 2017 al 2020
Ex utente
Grazie di cuore dottoressa per avermi risposto, di sabato sera poi!
Il mio desiderio sarebbe quello di riuscire ad aiutarlo a realizzare il suo sogno di portare avanti l'attività di famiglia, ho imparato un lavoro che non credevo nemmeno che avrei mai pensato di fare in vita mia pur di acquisire le competenze per farlo.
La mia vocazione però è un'altra:ho studiato latino e greco antico per tutta la vita, inoltre parlo e scrivo fluentemente sia l'inglese che il tedesco(il primo perché l'ho studiato per tutta la vita, il secondo perché ho vissuto in Germania per 3 anni)...tutto pensavo nella mia vita tranne che di finire a fare un lavoro artigianale (con tutto il rispetto per le arti bianche, per carità!).
Tutti mi dicono che ho un dono per l'insegnamento e i ragazzi che studiano con me me lo confermano con i loro bei voti, i loro sorrisi e la loro fiducia nel futuro!
Vorrei potermi duplicare, avere 4 mani e 4 gambe e che il lupus non mi attaccasse mai (come e successo in passato, per questo finita la triennale e trovato un lavoro da impiegata, non ho proseguito gli studi).
Io mi dico sempre che se mi impegnerò al massimo in tutto...potrò farcela, forse.
Vorrei solo essere così forte da riuscirci!
E vero, io e Pietro siamo alleati più nelle difficoltà della vita che in quanto innamorati, ha colto nel segno.
Vorrei solo fargli capire che io, senza libri in mano, senza il mio dizionario di greco, senza insegnare...non mi sento veramente io.
Grazie infinite dottoressa, davvero!
Eleonora
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66

Cara Eleonora,

Lei dice:
"Io mi dico sempre che se mi impegnerò al massimo in tutto...potrò farcela, forse."

Sì, certo, potrebbe anche farcela,
ma calcolando a che prezzo:
-Farcela con lui,
-farcela col LES,
-farcela salvando i sogni...

Forse occorre cambiare punto di vista e NEGOZIARE con maggior precisione e decisione per difendere i propri confini.

Se non ne sarà capace da sola,
si faccia aiutare.

Per chi spera di farcela da solo, chiedere aiuto è una specie di disonore;
ma non è proprio affatto così.

Saluti cari.



[#6]
dopo
Attivo dal 2017 al 2020
Ex utente
Rifletterò molto sugli importanti spunti che mi ha dato,spero anche di riuscire a parlarne ancora con lui per fargli capire che la vita mi ha già tolto abbastanza e non voglio rinunciare anche all'ultima passione che mi resta.
Grazie mille per la professionalità e per il servizio che lei e i suoi colleghi offrite con gratuità, altruismo e attenzione per la salute del prossimo.
Ancora grazie e buonanotte,
Ele
[#7]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
E' stato un piacere.

Anche a Lei,
buona notte.