Epatocarcinoma da hcc

Gen.mi dottori, paziente di 53 anni maschio con 3 epatocarcinoma da HCC nei segmenti V,VII e VIII dove il piu grande è di 3cm. Effettuate 2 somministrazioni di chemioembolizzazioni senza esiti di rilievo e SIRTE a maggio scorso. Quest'ultima inizialmente aveva ridotto 2 dei tre noduli e fermato il terzo. Purtroppo recentemente le alphafetoproteine sono arrivate a 20.000 ed è stato detto di rifare chemioembolizzazione che verrà effettuata a giorni. Inoltre dicono che il fegato è da trattare e non da trapianto (buona o brutta notizia visto che si è al limite per la legge italana?)Qualcuno ha qualche suggerimento/parere che possa dare una svolta in positivo alla situazione? Ci possono essere buone aspettative di vita? magari anche andando alle'estero se del caso. Al proposito ho sentito palare in positivo del Belgio? Grazie in anticipo.
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Dr. Ettore Vallarino Gastroenterologo 587 19
Per fortuna ci sono ottimi Centri epatologici e Centri Trapianto fegato, o chirurgie epato-bilio-pancreatiche anche in Italia. Recentemente è stato immesso in commercio un farmaco molto promettente per il trattamento dell'hcc, ma le regole del sito impediscono di fornire indicazioni terapeutiche. Sicuramente può fornirLe ragguagli il Suo epatologo. Il trapianto è un'opzione terapeutica, in accordo a specifici criteri di immissione in lista di attesa. Cordiali saluti

https://www.medicitalia.it/ettorevallarino

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Dr.ssa Fiorenza Silvana Tempini Medico internista, Gastroenterologo 34 3
Concordo con il collega nel suggerimento di rivolgersi ad un centro trapianto
A Milano all'Istituto dei Tumori opera il prof Mazzaferro che potrà darle un parere estremamente qualificato in merito
Tanti auguri

Dr.ssa Fiorenza Silvana Tempini

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dopo
Utente
Utente
A circa 2 mesi dal 1 di 3 trattamenti di chemioembolizazione previsti, è in trattamento farmacologico per una ascite che non riesce ad andarsene. Non sappiamo quando potrà rifare il 2°. Da un esame TAC effettuato dopo il citato 1° tratamento, si è scoperto un altro nodulo di 6 cm al III segmento. Le alfabetaproteine sonoa 160.000. Ci dicono che sia le alfabeta e il nuovo nodulo da non preccuparsi. Resta invece fonte di preoccupazione l'ascite. Continuano non suggerire il trapianto che al momento forse sarebbe non praticabile. E' possibile conoscere aspettative di vita in questi casi? Un trapianto potrebbe essere indicato? L'epatocarcinoma puo' invadere altri organi?
Grazie.
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Dr. Roberto Chiavaroli Infettivologo, Specialista in malattie del fegato e del ricambio 328 15 7
le linee guida internazionali prevedono che la terapia di elezione in un paziente con meno di 60 anni con non più di 3 noduli e non superiori ai 3 cm sia il trapianto.
La presenza dell'ascite non è un problema, mentre la presenza di un quarto nodulo o l'invasione di altri organi (rara) o della vena porta (più frequente) può controindicare l'intervento.
La chemioembolizzazione da sola è inefficace nel controllare la malattia.
La chemioterapia sistemica (Sorafenib) è indicata solo nei pazienti che non possono effettuare altre terapie.
Credo che nel suo caso si debba senz'altro valutare per prima cosa se la strada chirurgica sia ancora praticabile (trapianto di fegato) vista la giovane età.
Se la via chirurgica fosse esclusa l'alternativa migliore è a tuttoggi una terapia combinata locoregionale che associ alla chemioembolizzazione (che ha già fatto) la termoablazione con radiofrequenza.
Non credo che in Europa ci siano centri migliori che in Italia per i trapianti (Torino: Prof Salizzoni, Pisa ; dott Filipponi, Milano: Dott Mazzaferro) per citarne alcuni.
Se vuole può tenermi al corrente

Dr Roberto Chiavaroli
Ecografia Diagnostica ed Interventistica-ambulatorio HCC
Malattie Infettive Galatina (Lecce)

Dr. Roberto Chiavaroli

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dopo
Utente
Utente
Egregio dottori, La strada chirurgica dicono che non è più praticabile. La termoablazione è stata valutata ma poi scartata. Adesso è in condizioni di estrema debolezza e rallentato nei riflessi. In questi casi, credete che ci possa essere una alternativa? Se il protocollo italiano non consente l'intervento, all'estero può essere differente?
grazie.
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Dr. Roberto Chiavaroli Infettivologo, Specialista in malattie del fegato e del ricambio 328 15 7
Caro utente,
il rallentamento ideo motorio che lei descrive potrebbe essere dovuto all'iperammoniemia. Ne' questa ne' l'ascite sono controindicazoini al trapianto.
Lo è invece certamente quel nuovo nodulo di 6 cm.
In ogni caso è bene che la decisione chirurgica sia esclusa da un equipe chirurgica e soprattutto che il trapianto sia escluso (in maniera motivata per iscritto) da uno dei centri di trapianto italiani dopo visita "trapiantologica".
Non tutti i centri seguono le linee guida ed in ogni caso in Italia non sono obbligati a farlo.
Vista la giovane età del paziente, è solo un chirurgo trapiantista che può dire se avrà buone possibilità o meno di sottoporsi con successo ad un'epatotrapianto.

Cordiali Saluti
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dopo
Utente
Utente
la ringrazio per la disponibilità. In effetti è ora ricoverato presso lo Spallanzani di Roma e lo scompenso che ha è dovuto all'ammonio. In sostanza sono 4 anni che è controllato da un'infettuologo ma per quanto ne sappia, ma non c'è mai stato un referto scitto e motivato circa l'impossibilità al trapianto. L'unica cosa che si dice è che essendo paziente cirrotico, con epatite C e epatocarcinoma, il trapianto neanche a parlarne. Abbiamo anche tentato con un centro in Israele che utilizza la tecnica delle staminali, ma dicono che non puo essere trattato in quanto in stato avanzato.Pero hanno detto di far valutare un trapianto parziale di fegato.Al riguardo, si ha conoscenza in Italia?
Lei dice che i centri in Italia non sono obbligati a seguire le linee guida. Potrebbe indicarne qualcuno? Grazie ancora per la disponibilità.

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Dr. Roberto Chiavaroli Infettivologo, Specialista in malattie del fegato e del ricambio 328 15 7
Le linee guida sono delle direttive di comportamento basate sulla letteratura internazionale ed il parere di esperti ma nessun medico è obbligato a seguirle se per scienza e coscienza ritiene che in quel caso specifico il paziente possa trarre beneficio da un comportamento diverso.
Questo è sicuramente il caso del dr.Salizzoni( centro Trapianti di Torino) o del dr Filipponi ( Pisa).
In un centro trapianti possono sicuramente valutare se può essere utile o vantaggioso anche un trapianto parziale da vivente.

Cordiali Saluti