Come curare emorroidi

Diagnosi emorroidi: gli errori da evitare in proctologia

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Una recente pubblicazione ha identificato nove errori comuni nella diagnosi e nella gestione terapeutica delle malattie di interesse proctologico, come le emorroidi.

Diagnosi delle patologie proctologiche

1) Attribuire un sanguinamento a una patologia perianale quando l'origine è diversa

Il sanguinamento rettale è un segno comune e la malattia emorroidaria è di comune osservazione durante una visita proctologica. La sola presenza di malattia emorroidaria però non autorizza ad attribuire sempre a questa la causa del sanguinamento e diagnosi alternative, tra le quali ovviamente il cancro colorettale, vanno sempre considerate ed escluse

2) Sottovalutare una eventuale stipsi o ostruita defecazione in presenza di malattia emorroidaria o ragadi

Spesso emorroidi e ragade sono l'epifenomeno di un disturbo più complesso che va sempre accuratamente indagato e definito, soprattutto prima di considerare eventuali soluzioni chirurgiche che potrebbero rivelarsi non adeguate o insufficienti

3) Considerare il prurito perianale intrattabile e a causa sconosciuta

Il prurito perianale è un sintomo estremamente invalidante: in almeno il 70% dei casi dopo un corretto iter diagnostico la causa può essere identificata e rimossa risolvendo il problema, a volte con l'aiuto di altri specialisti quali, per esempio, i dermatologi.

4) Non considerare una possibile diagnosi di morbo di Crohn in presenza di patologia anale, soprattutto se recidiva

È noto che un certo numero di pazienti con morbo di Crohn può sviluppare una patologia anorettale prima che compaiano i sintomi addominali: almeno il 3% dei pazienti che sviluppano un ascesso perianale risulta poi affetto da Crohn.

Un'accurata anamnesi e una valutazione endoscopica e istologica devono essere sempre considerate.

emorroidi diagnosi

5) Non definire correttamente il tragitto di una fistola perianale 

Ogni fistola andrebbe valutata in ambulatorio e in sala operatoria prima di essere trattata. L'utilizzo di ecografia endoanale o risonanza magnetica va considerato in ogni caso dubbio

6) Non comprendere gli obiettivi del paziente nella cura di una fistola anale

Il bilancio tra risoluzione della fistola e rischio di incontinenza va sempre tenuto presente e discusso con il paziente e le esigenze possono essere diverse. Un errore di questo tipo può condurre ad un risultato che non soddisfa il paziente anche dopo una procedura tecnicamente corretta.

7) Attenzione a trattare una malattia emorroidaria in donne non giovani con problemi di continenza

L'emorroidectomia in queste pazienti può peggiorare un'incontinenza lieve o latente e costituire un problema maggiore della malattia emorroidaria.

8) Sottovalutare l'importanza dei rapporti anali, traumi o malattie sessualmente trasmesse nelle patologie anorettali

Le neoplasie anali e il carcinoma squamoso sono associati alla presenza di papilloma virus soprattutto ceppi 16 e 18 che sono trasmissibili per via sessuale. Altre infezioni possono poi esser causa di sanguinamento prurito e fastidio.

9) Confondere malattia emorroidaria e prolasso rettale

Il prolasso rettale può essere associato a incontinenza, sanguinamento e fastidio con compromissione della qualità della vita. Può a volte essere male interpretato da alcuni pazienti e confuso con la malattia emorroidaria, soprattutto in donne anziane la visita deve considerare questa possibilità che condurrebbe ovviamente a un trattamento inadeguato.

La diagnosi e cura delle patologie anorettali è un argomento complesso e richiede approfondimento e precisione.

 

Mistakes in managing perianal disease and how to avoid them

Dec 22, 2016 Phil Tozer and John T Jenkins

UEG

Data pubblicazione: 22 gennaio 2017 Ultimo aggiornamento: 18 gennaio 2021

Autore

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Universita' Studi Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 31610.

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