Prevenzione osteoporosi esercizio fisico.

Osteoporosi: come alimentazione, esercizio e fisiatra possono fare la differenza nella prevenzione

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Dr. Damiano Antognetti Medico fisiatra

In occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, che ricorre il 20 ottobre di ogni anno, i dati più recenti evidenziano una realtà preoccupante: solo la metà delle donne e un uomo su cinque sono consapevoli di essere affetti da questa malattia silenziosa, che indebolisce progressivamente le ossa aumentando il rischio di fratture [1].

Con una diagnosi precoce, una corretta alimentazione, l’esercizio terapeutico e il supporto di uno specialista, è possibile preservare la salute delle ossa e vivere in modo attivo e sicuro. Prevenire oggi significa evitare fratture domani, e mantenere quella libertà di movimento che rappresenta la vera misura del benessere.

Alimenti per la prevenzione dell'osteoporosi ricchi di calcio e vitamina d

Prevenzione osteoporosi: consigli alimentari

Diffusione dell'osteoporosi

In Italia, dove la popolazione anziana è tra le più numerose d’Europa, l’impatto dell’osteoporosi è destinato a crescere, con gravi conseguenze sociali, sanitarie ed economiche.

Colpisce in prevalenza le donne dopo la menopausa, ma può interessare anche uomini e persone giovani con fattori di rischio particolari, come deficit ormonali, uso prolungato di cortisonici o disturbi del metabolismo osseo.

L’osteoporosi si può contrastare efficacemente se si agisce in tempo, con un approccio completo che includa alimentazione, stile di vita, attività fisica e un corretto inquadramento osteometabolico.

Prevenire è quindi fondamentale, gli strumenti più efficaci per proteggere la salute delle ossa lungo tutto l’arco della vita sono:

Quali sono i fattori di rischio dell'osteoporosi?

Tabella dei fattori di rischio dell'osteoporosi
Categoria Descrizione del fattore di rischio
Sesso Il sesso femminile è più colpito rispetto a quello maschile. Le donne con menopausa precoce (prima dei 45 anni) presentano un rischio ancora maggiore a causa della riduzione degli estrogeni.
Provenienza geografica Le persone di razza caucasica e asiatica mostrano una maggiore predisposizione all’osteoporosi.
Familiarità La presenza di casi di osteoporosi marcata nei genitori aumenta significativamente la probabilità di sviluppare la patologia.
Abitudini alimentari Una dieta povera di calcio e vitamina D, squilibrata o con eccessivo consumo di alcol favorisce la perdita di massa ossea.
Fumo Il tabacco riduce la densità ossea e aumenta il rischio di fratture.
Immobilizzazione prolungata La mancanza di movimento o l’allettamento riducono la qualità dell’osso, rendendolo più fragile anche a seguito di piccoli movimenti.
Malassorbimento Patologie come la celiachia, che compromettono l’assorbimento intestinale, aumentano il rischio di osteoporosi.
Patologie ormonali Condizioni come ipertiroidismo, iperparatiroidismo e sindrome di Cushing contribuiscono alla perdita di massa ossea.
Terapie farmacologiche L’uso prolungato di cortisone o farmaci antitumorali può causare osteoporosi secondaria.

Osteoporosi: l'alimentazione è il primo passo della prevenzione

Le ossa non sono strutture statiche: si rimodellano continuamente e per farlo hanno bisogno dei giusti nutrienti. Il calcio e la vitamina D rappresentano i due pilastri fondamentali della salute ossea.

Un’alimentazione ricca di latte, yogurt, formaggi e acque calciche è spesso sufficiente per garantire un buon apporto di calcio, ma nei soggetti che ne assumono poco o che hanno problemi di assorbimento può essere utile una valutazione mirata.

Anche la vitamina D gioca un ruolo cruciale: si produce principalmente grazie all’esposizione al sole, ma nei mesi invernali o negli anziani può rendersi necessaria un’integrazione.

Non bisogna dimenticare l’importanza delle proteine, del magnesio e della vitamina K2, che contribuiscono a mantenere l’osso vitale e resistente.

Ridurre fumo e alcol e mantenere un peso corporeo adeguato sono altrettanto fondamentali per preservare la densità ossea nel tempo.

Per approfondire:Fai il test per scoprire se sei a rischio di osteoporosi

Osteoporosi: l'attività fisica nutre l’osso

L’osso reagisce agli stimoli meccanici. È un tessuto vivo, capace di adattarsi: per questo l’attività fisica rappresenta una vera e propria terapia biologica.

Camminare, salire le scale, fare esercizi di resistenza o di carico, mantenere una buona mobilità articolare: ogni stimolo meccanico correttamente dosato aiuta l’osso a mantenersi forte. Ma non basta muoversi un po’, serve un programma strutturato e personalizzato.

L’esercizio terapeutico, guidato da un professionista e impostato da un fisiatra fa la differenza e permette di:

  • migliorare l’equilibrio,
  • ridurre il rischio di cadute e quindi di fratture,
  • rinforzare la muscolatura,
  • stimolare in modo fisiologico la formazione ossea.

Anche nelle persone già diagnosticate con osteopenia o osteoporosi, l’attività fisica correttamente modulata può rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita.

Diagnosi e terapie

L’inquadramento osteometabolico e le terapie

Quando la MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) mostra una riduzione della densità ossea, è importante non fermarsi al dato numerico. Un corretto inquadramento osteometabolico, con la valutazione di calcio, fosforo, PTH e vitamina D, permette di capire il motivo della perdita ossea e di impostare un piano terapeutico mirato.

La terapia può includere integratori di calcio e vitamina D, ma nei casi più avanzati lo specialista può prescrivere farmaci specifici in grado di ridurre il riassorbimento osseo o di stimolare la neoformazione. Tuttavia, anche la terapia più moderna perde efficacia se non viene accompagnata da un corretto stile di vita e da un’attività fisica costante.

Il ruolo del fisiatra nella salute delle ossa

Il medico fisiatra ha un ruolo centrale nella prevenzione e nella gestione dell’osteoporosi.
È lo specialista che valuta globalmente il paziente, analizzando il rischio di cadute, lo stato funzionale e la qualità del movimento.

In base a questi elementi può impostare un percorso di esercizio terapeutico personalizzato, spesso in collaborazione con fisioterapisti e chinesiologi. L’obiettivo non è solo quello di “rafforzare le ossa”, ma di mantenere autonomia, sicurezza e qualità della vita. Il fisiatra accompagna il paziente in un percorso educativo e motivazionale, che integra alimentazione corretta, terapia farmacologica e allenamento mirato, adattandosi ai limiti e alle potenzialità di ciascuno.

In molti casi, questo approccio integrato permette di ridurre le cadute, migliorare l’equilibrio e la forza muscolare, e di affrontare con serenità anche l’età più avanzata.

Per approfondire:Come prevenire l'osteoporosi?

Data pubblicazione: 17 ottobre 2025

Autore

damianoantognetti
Dr. Damiano Antognetti Medico fisiatra

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2020 presso Università di Pisa.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Massa-Carrara tesserino n° 2054.

Specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa con formazione avanzata in elettromiografia, neurofisiologia clinica e tecniche innovative di riabilitazione. Medico fisiatra presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, coordina l’Ambulatorio di Riabilitazione Senologica e collabora con reparti di oncologia, neuroriabilitazione e ortopedia. Ricercatore universitario attivo in progetti su neuroriabilitazione, riabilitazione oncologica e dolore cronico. Membro SIMFER, SINC e SIR

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