Disturbo borderline trattamento.

Approcci psicoterapeutici specialistici nel trattamento del disturbo di personalità borderline

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta

“Il disturbo di personalità borderline è una condizione psicopatologica ancora poco nota al grande pubblico, e che a volte rimane non identificata nei servizi di salute mentale. Essa è caratterizzata da un’accentuata instabilità nelle relazioni interpersonali, nell’immagine di sé e nelle manifestazioni affettive, e da una marcata impulsività. Per questa condizione sono oggi disponibili tecniche psicoterapeutiche validate dalla ricerca scientifica, per quanto anch’esse poco note”.

Queste le parole di Mario Maj, Past-President della Società Mondiale di Psichiatria e Presidente del Congresso SIPB - Società Italiana di Psichiatria Biologica [1, 2].

La prevalenza del disturbo di personalità borderline è tra lo 0,7-2,7% nella popolazione generale. Si manifesta maggiormente nel sesso femminile ed esordisce nella prima età adulta.

Come si riconosce il disturbo di personalità borderline?

Questo disturbo di personalità clinicamente si manifesta con:

  • instabilità delle relazioni interpersonali,
  • con caratteristiche di idealizzazione e svalutazione delle stesse,
  • immagine di sé distorta,
  • impulsività,
  • affettività labile,
  • autolesionismo e tentativi suicidari,
  • sentimenti di vuoto,
  • difficoltà nel controllo e nella gestione della rabbia,
  • sintomi dissociativi e/o ideazione paranoide.

Ad oggi è una entità diagnostica complessa e non sempre è trattato in modo adeguato.

Spesso la diagnosi differenziale è confusa con quella del disturbo bipolare.

Viene trattato farmacologicamente solo in presenza di manifestazioni cliniche eclatanti e non nel suo complesso. Non sempre vengono proposte psicoterapie che ad oggi risultano valide per il trattamento del disturbo, cioè la terapia comportamentale dialettica e la terapia basata sulla mentalizzazione.

Guarda il video: Quali sono i disturbi della personalità?

Complicanze

Il 6% dei pazienti con questo disturbo riesce a portare a termine il tentativo suicidario ed il 75% dei pazienti tenta il suicidio.

Spesso hanno dei comportamenti inappropriati e dannosi per loro stessi e possono provocare l'insorgenza di altre patologie (malattie sessualmente trasmesse, danni per incidente ecc.).

Inoltre, le persone con questo disturbo hanno rischi maggiori di sviluppare patologie metaboliche, endocrine e cardiovascolari.

Per questo motivo il disturbo è molto rilevante dal punto di vista della salute pubblica.

I fattori di rischio per lo sviluppo del disturbo sono molto importanti ed i fattori ambientali e quello genetico interagiscono per la presentazione del disturbo.

Come si cura?

L'approccio psicoterapeutico è importante, ma non può essere generalizzato e non possono essere simili agli approcci che vengono utilizzati per i pazienti psicotici, in quanto ciò aumenta la possibilità atteggiamento manipolatorio del paziente.

La terapia comportamentale dialettica e la terapia basata sulla mentalizzazione sono state studiate per valutare la riduzione dei sintomi del disturbo, migliorando il funzionamento sociale ed il comportamento autolesionistico e suicidario.

Alcune terapie ad orientamento psicodinamico hanno anch'esse una efficacia su questi sintomi.

È importante poter avere accesso a questi trattamenti per poter avere un miglioramento dei sintomi del disturbo.

Data pubblicazione: 27 ottobre 2023

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