Disturbo borderline di personalità: esordio, evoluzione, terapia e consigli pratici
Indice
- Cos'è il disturbo borderline di personalità?
- Sintomi del disturbo borderline di personalità
- Traiettoria, esordio ed evoluzione del disturbo borderline di personalità
- Lo splitting e il suo impatto sulle relazioni
- Differenze tra disturbo borderline, disturbo narcisistico e disturbo bipolare
- Consigli pratici per la gestione quotidiana
- Il ruolo della psicoterapia psicodinamica
- Prognosi e aspettative dal trattamento
- Il ruolo dei professionisti accreditati
Cos'è il disturbo borderline di personalità?
Il Disturbo borderline di personalità (DBP) è una condizione psicopatologica complessa che può avere un impatto significativo sulle relazioni interpersonali e sulla qualità della vita sia delle persone che ne sono affette sia di coloro che le circondano. Comprendere a fondo il DBP, le sue cause, il suo sviluppo e le sue caratteristiche distintive è fondamentale per offrire un supporto efficace e costruire relazioni più sane e soddisfacenti.
Questa guida è pensata per voi, familiari, amici e partner, che desiderate aiutare una persona cara affetta da questo disturbo. Troverete informazioni dettagliate e consigli pratici, basati sulle più recenti evidenze scientifiche, per gestire al meglio le sfide quotidiane.
Guarda il video: Quali sono i disturbi di personalità?
Sintomi del disturbo borderline di personalità
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Quinta Edizione, Testo Revisionato (DSM-5-TR) dell'American Psychiatric Association [1], il disturbo borderline di personalità è caratterizzato da un pattern pervasivo di instabilità in vari ambiti della vita:
- Relazioni interpersonali: le persone con DBP tendono ad avere relazioni intense ma instabili, caratterizzate da oscillazioni tra idealizzazione e svalutazione degli altri. Questo può portare a rapporti conflittuali e brevi.
- Immagine di sé: l'identità personale è spesso disturbata, con un senso di sé instabile o marcatamente alterato. La persona può avere difficoltà a capire chi è veramente, cambiando frequentemente obiettivi, valori o aspirazioni.
- Affettività: c'è una marcata reattività dell'umore, con episodi intensi di disforia, irritabilità o ansia che durano generalmente poche ore ma raramente più di alcuni giorni.
I criteri diagnostici specifici includono:
- Paura intensa dell'abbandono: sforzi frenetici per evitare un abbandono reale o immaginario. Ad esempio, la persona può reagire in modo eccessivo a piccoli segnali di distacco da parte degli altri.
- Relazioni instabili e intense: caratterizzate da estremi di idealizzazione e svalutazione. Una persona può vedere qualcuno come perfetto un giorno e completamente inutile il giorno successivo.
- Disturbo dell'identità: immagine di sé instabile o senso di sé alterato. Questo può manifestarsi in cambiamenti improvvisi di carriera, amici o valori personali.
- Impulsività: in almeno due aree potenzialmente dannose, come spese eccessive, sessualità rischiosa, abuso di sostanze, guida spericolata o abbuffate alimentari.
- Comportamenti autolesionistici o minacce suicidarie: gesti o comportamenti ricorrenti, come tagliarsi o minacciare il suicidio.
- Instabilità affettiva: marcata reattività dell'umore, con episodi intensi di tristezza, irritabilità o ansia.
- Sentimenti cronici di vuoto: sensazione persistente di vuoto interiore, come se mancasse qualcosa di fondamentale nella propria vita.
- Rabbia intensa e inappropriata: difficoltà a controllare la rabbia, con scoppi frequenti di irritazione o aggressività.
- Ideazione paranoide transitoria o sintomi dissociativi: legati allo stress, come sentirsi distaccati dalla realtà o da sé stessi.
Esordio ed evoluzione del disturbo borderline di personalità
Esordio del disturbo
Il disturbo borderline di personalità generalmente esordisce nell'adolescenza o nella prima età adulta [2]. I primi segnali possono includere:
- Instabilità emotiva: sbalzi d'umore frequenti e intensi, spesso in risposta a eventi stressanti o percepiti come tali.
- Comportamenti impulsivi: ad esempio, abuso di sostanze, guida spericolata o comportamenti sessuali rischiosi. Questi comportamenti possono essere un tentativo di gestire emozioni dolorose o di colmare un senso di vuoto interiore.
- Difficoltà relazionali: relazioni intense ma brevi, caratterizzate da conflitti, gelosia e paura dell'abbandono. La persona può attaccarsi rapidamente a qualcuno e poi allontanarlo bruscamente.
Riconoscere questi segnali precocemente è fondamentale per poter intervenire tempestivamente e offrire un supporto adeguato.
Fattori di rischio e cause
Le cause di questo disturbo di personalità sono multifattoriali e includono:
- Fattori genetici: una predisposizione ereditaria può aumentare il rischio di sviluppare il disturbo [3]. Studi su gemelli monozigoti hanno mostrato una concordanza maggiore rispetto ai dizigoti, suggerendo una componente genetica significativa.
- Alterazioni neurobiologiche: differenze nella struttura e nella funzione cerebrale, in particolare nelle aree che regolano le emozioni e l'impulsività, come l'amigdala e la corteccia prefrontale [4]. Queste alterazioni possono rendere più difficile per la persona regolare le proprie emozioni.
- Esperienze traumatiche: abusi fisici, emotivi o sessuali durante l'infanzia sono fortemente correlati allo sviluppo del DBP [5]. Traumi precoci possono influenzare lo sviluppo emotivo e la capacità di fidarsi degli altri.
- Attaccamento insicuro: relazioni precoci instabili con le figure di riferimento, come genitori o caregiver, possono contribuire al disturbo [6]. Un attaccamento insicuro può portare a difficoltà nel gestire le emozioni e le relazioni interpersonali.
Guarda il video: Da genitori a figli: come promuovere un attaccamento sicuro?
Evoluzione del disturbo
Il decorso del disturbo borderline può variare da persona a persona, ma spesso segue una traiettoria caratterizzata da:
- Riduzione dei sintomi con l'età: alcuni sintomi, come l'impulsività e i comportamenti autolesionistici, tendono a diminuire dopo i 30-40 anni [7]. Questo può essere dovuto a una maturazione emotiva o all'apprendimento di strategie di coping più efficaci.
- Persistenza delle difficoltà relazionali: le sfide nelle relazioni interpersonali possono persistere senza un adeguato supporto terapeutico. Le persone possono continuare a lottare con la paura dell'abbandono e l'instabilità nelle relazioni.
- Importanza del trattamento: interventi terapeutici, in particolare la psicoterapia, possono migliorare significativamente l'evoluzione del disturbo, riducendo i sintomi e migliorando la qualità della vita [8]. Il coinvolgimento attivo nel trattamento è un fattore chiave per il recupero.
Lo splitting e il suo impatto sulle relazioni
Cos'è lo splitting?
Lo splitting, o scissione, è un meccanismo di difesa in cui la persona percepisce sé stessa e gli altri in termini estremi di "tutto buono" o "tutto cattivo" [9]. Questo impedisce una visione integrata delle qualità positive e negative che coesistono in ogni individuo. Lo splitting è spesso una risposta a emozioni intense e conflittuali che la persona fatica a gestire.
Esempi di splitting nelle relazioni
- Idealizzazione e svalutazione del partner: ad esempio, vostra figlia può vedere il suo partner come perfetto e indispensabile un giorno, per poi considerarlo completamente inutile o traditore il giorno successivo per una piccola incomprensione. Questo può portare a rotture frequenti e riconciliazioni tumultuose.
- Amicizie instabili: vostro fratello potrebbe considerare un amico come il migliore al mondo e poi, dopo un piccolo litigio o un malinteso, definirlo un traditore e interrompere ogni contatto. Queste oscillazioni possono rendere difficile mantenere amicizie durature.
- Rapporti familiari tesi: la persona cara può oscillare tra l'amarvi profondamente e accusarvi di non capirla affatto, anche in risposta a eventi minori come un ritardo o un disaccordo su questioni quotidiane.
Impatto sulle relazioni
- Confusione e frustrazione: potreste sentirvi destabilizzati dalle rapide oscillazioni emotive, non sapendo come comportarvi o cosa aspettarvi.
- Senso di colpa: potreste pensare di essere voi la causa di queste reazioni estreme, portando a sentimenti di inadeguatezza o responsabilità eccessiva.
- Stress e ansia: vivere con queste dinamiche può essere emotivamente estenuante, influenzando anche il vostro benessere psicologico.
Gestione dello splitting
- Comprendere il meccanismo: sapere che lo splitting è un sintomo del disturbo può aiutarvi a non prenderlo sul personale. Riconoscere che queste reazioni derivano dalla difficoltà della persona nel gestire le proprie emozioni può ridurre il risentimento.
- Mantenere la calma e la coerenza: una presenza stabile può aiutare a ridurre l'ansia della persona cara. Evitare cambiamenti improvvisi nel comportamento o nelle promesse può fornire un senso di sicurezza.
- Evitare reazioni difensive: rispondere con empatia anziché con rabbia può de-escalare la situazione. Ad esempio, se la persona vi accusa ingiustamente, potete dire: "Mi dispiace che ti senti così. Vorrei capire meglio cosa ti ha turbato".
Differenze tra disturbo borderline, disturbo narcisistico e disturbo bipolare
Disturbo borderline di personalità (DBP)
- Instabilità emotiva: oscillazioni rapide dell'umore in risposta a eventi ambientali. Le emozioni possono cambiare drasticamente nel corso di poche ore.
- Relazioni instabili: paura intensa dell'abbandono, relazioni intense ma instabili. La persona può attaccarsi rapidamente e poi allontanare gli altri per paura di essere ferita.
- Identità instabile: immagine di sé confusa, con cambiamenti frequenti nei valori, negli obiettivi e nelle aspirazioni.
Disturbo narcisistico di personalità (DNP)
- Grandiosità: senso esagerato di importanza personale, credendo di essere speciali e unici.
- Bisogno di ammirazione: ricerca costante di attenzione e riconoscimento da parte degli altri.
- Mancanza di empatia: difficoltà a riconoscere o identificarsi con i sentimenti e le necessità degli altri.
Per approfondire:Il disturbo narcisistico di personalità
Disturbo bipolare
- Alterazioni dell'umore: episodi maniacali e depressivi che durano settimane o mesi, non strettamente legati a eventi esterni.
- Non centrato sulle relazioni: le oscillazioni dell'umore non sono necessariamente legate alle dinamiche interpersonali.
- Identità stabile: l'immagine di sé non è tipicamente compromessa come nel DBP.
Per approfondire:Tutto sul disturbo bipolare
Differenze chiave
- Durata delle oscillazioni emotive: nel disturbo bordderline, le oscillazioni possono avvenire nell'arco di poche ore, mentre nel disturbo bipolare gli episodi durano settimane o mesi.
- Natura delle relazioni: nella personalità borderline, le relazioni sono spesso instabili e caratterizzate da paura dell'abbandono; nel disturbo narcisistico, le relazioni sono spesso sfruttate per alimentare il senso di grandiosità.
- Identità: nel borderline l'identità è instabile; nel soggetto con narcisismo c'è un senso di sé grandioso ma fragile; nel disturbo bipolare, l'identità rimane generalmente stabile.
Per approfondire:L'amore borderline, bipolare e narcisistico. Quali differenze?
Consigli pratici per la gestione quotidiana
In questa sezione, forniremo consigli dettagliati e numerosi esempi pratici per aiutarvi a gestire al meglio la relazione con la vostra persona cara affetta da disturbo di personalità borderline. Ogni punto è accompagnato da spiegazioni approfondite e motivazioni scientifiche per supportare le strategie proposte.
1. Comunicazione efficace
Ascolto Attivo
- Cosa fare: ascoltate attentamente la persona senza interrompere, mostrando interesse genuino attraverso segnali non verbali come annuire, mantenere il contatto visivo e avere un'espressione facciale accogliente.
- Perché: l'ascolto attivo favorisce la fiducia e riduce la sensazione di essere incompresi [10]. Questo approccio aiuta la persona a sentirsi valida e apprezzata, il che può diminuire l'intensità delle sue reazioni emotive.
- Esempio Pratico: se vostra sorella vi racconta di una discussione avuta al lavoro, potreste dire: "Capisco che ti sia sentita frustrata in quella situazione. Vuoi parlarmene più nel dettaglio?".
Espressione chiara dei propri sentimenti
- Cosa fare: usate frasi in prima persona per comunicare come vi sentite, evitando di accusare l'altro. Questo approccio si concentra sui vostri sentimenti piuttosto che sui presunti errori dell'altra persona.
- Perché: riduce la percezione di attacco e facilita una comunicazione aperta [13]. Questo può prevenire difese o reazioni aggressive da parte della persona con DBP.
- Esempio Pratico: invece di dire "Non mi ascolti mai", potreste esprimervi così: "Mi sento preoccupato quando non rispondi ai miei messaggi, perché mi chiedo se stai bene".
Chiarezza e onestà
- Cosa fare: siate diretti e sinceri, evitando ambiguità o promesse non realistiche. Comunicate le vostre intenzioni e i vostri piani in modo chiaro.
- Perché: costruisce fiducia e prevedibilità, elementi fondamentali per chi teme l'abbandono [3]. Questo riduce l'ansia legata all'incertezza e previene fraintendimenti.
- Esempio Pratico: se non potete partecipare a un evento importante per la persona cara, potreste dire: "Mi dispiace molto, ma non posso venire al tuo evento per impegni di lavoro. Tuttavia, mi piacerebbe recuperare passando del tempo insieme questo fine settimana".
2. Stabilire e mantenere confini sani
Definire i propri limiti
- Cosa fare: riconoscete ciò che è accettabile per voi e ciò che non lo è, sia in termini di comportamento che di comunicazione. Riflettete sui vostri bisogni e stabilite limiti chiari.
- Perché: protegge il vostro benessere e previene il risentimento [11]. Stabilire confini sani aiuta a mantenere una relazione equilibrata e sostenibile.
- Esempio Pratico: "Apprezzo quando condividi i tuoi sentimenti con me, ma dopo le 22:00 ho bisogno di riposare per essere fresco domani. Possiamo parlarne domani mattina?".
Comunicazione rispettosa dei confini
- Cosa fare: esprimete i vostri limiti in modo rispettoso e non accusatorio, utilizzando un tono di voce calmo e assertivo.
- Perché: facilita la comprensione e riduce le difese [10]. Questo approccio evita di scatenare reazioni negative o conflitti inutili.
- Esempio pratico: "Mi sento a disagio quando si alza la voce durante una discussione. Preferirei che parlassimo in modo più tranquillo per poterci capire meglio".
Coerenza nei confini
- Cosa fare: mantenete i limiti stabiliti, evitando di cedere sotto pressione o di cambiare le regole frequentemente.
- Perché: offre sicurezza e prevedibilità, riducendo l'ansia legata all'incertezza [13]. La coerenza rafforza la credibilità dei limiti e aiuta la persona con DBP a comprendere cosa aspettarsi.
- Esempio pratico: se avete concordato di non discutere di certi argomenti durante i pasti, rispettate questo accordo e, se necessario, reindirizzate la conversazione: "Preferirei che parlassimo di questo più tardi. Come è andata la tua giornata?".
3. Gestione delle crisi emotive
Mantenere la calma
- Cosa fare: controllate le vostre reazioni emotive, mantenendo un tono di voce pacato e un linguaggio del corpo rilassato. Prendete un respiro profondo se vi sentite agitati.
- Perché: aiuta a de-escalare la situazione, poiché le emozioni sono contagiose [12]. La vostra calma può influenzare positivamente l'emotività dell'altro.
- Esempio pratico: se la persona cara sta avendo un accesso di rabbia, potreste dire con voce calma: "Capisco che sei arrabbiato. Sono qui per ascoltarti quando ti sentirai pronto a parlarne".
Validare le emozioni
- Cosa fare: riconoscete i sentimenti dell'altro senza giudicare o minimizzare. Esprimete comprensione per le sue emozioni.
- Perché: promuove la regolazione emotiva e riduce la sensazione di essere incompresi [13]. La validazione può aiutare a calmare l'intensità emotiva.
- Esempio Pratico: "Sembra che tu ti senta molto frustrato per quello che è successo. Deve essere davvero difficile per te".
Offrire supporto
- Cosa fare: chiedete come potete aiutare o proponete attività che possano alleviare il disagio. Siate presenti senza imporre le vostre soluzioni.
- Perché: rafforza il legame e dimostra empatia [8]. Questo può aiutare la persona a sentirsi sostenuta e meno sola.
- Esempio pratico: "C'è qualcosa che posso fare per aiutarti in questo momento? Magari potremmo fare una passeggiata insieme per schiarirci le idee".
4. Promuovere l'autonomia e l'autoefficacia
Incoraggiare decisioni autonome
- Cosa fare: supportate le scelte positive della persona, esprimendo fiducia nelle sue capacità. Evitate di prendere decisioni al suo posto.
- Perché: migliora l'autostima e la fiducia in sé stessi [14]. Favorisce l'indipendenza e l'assunzione di responsabilità.
- Esempio pratico: "Hai gestito molto bene quella situazione difficile al lavoro. Sono orgoglioso di come l'hai affrontata".
Fornire opportunità di crescita
- Cosa fare: suggerite attività che possano arricchire la sua vita e sviluppare nuove competenze. Offrite sostegno nell'esplorazione di nuove passioni.
- Perché: offre modi positivi per gestire le emozioni e costruire una vita più soddisfacente [13]. Questo può ridurre il focus sulle emozioni negative.
- Esempio pratico: "Ho notato che ti piace dipingere. Che ne dici di iscriverti a un corso di pittura? Potrebbe essere un ottimo modo per esprimere la tua creatività".
Supportare senza iperprotezione
- Cosa fare: offrite aiuto quando richiesto, ma incoraggiate la persona a trovare soluzioni proprie. Evitate di risolvere ogni problema per lei.
- Perché: favorisce lo sviluppo di abilità di coping autonome [8]. Riduce la dipendenza dagli altri e aumenta la fiducia nelle proprie capacità.
- Esempio pratico: "So che questa situazione è difficile, ma credo nelle tue capacità di affrontarla. Se hai bisogno di parlare o di un consiglio, sono qui per te".
5. Autocura per familiari, amici e partner
Riconoscere i propri bisogni
- Cosa fare: dedicate tempo a voi stessi e alle vostre passioni. Assicuratevi di mantenere un equilibrio tra le esigenze dell'altro e le vostre.
- Perché: mantiene il vostro equilibrio emotivo, rendendovi più efficaci nel supporto [15]. Prendersi cura di sé stessi è essenziale per evitare il burnout.
- Esempio pratico: pianificate attività regolari che vi piacciono, come una passeggiata quotidiana, la lettura di un libro o la pratica di uno sport.
Cercare supporto
- Cosa fare: partecipate a gruppi di sostegno o consultate un professionista della salute mentale per discutere delle vostre esperienze.
- Perché: offre sollievo emotivo e nuove strategie di gestione [16]. Condividere con altri può ridurre il senso di isolamento e fornire nuove prospettive.
- Esempio pratico: unirsi a un gruppo per familiari di persone con DBP, dove potete condividere le vostre sfide e apprendere dagli altri.
Impostare limiti personali
- Cosa fare: sapete quando prendere una pausa e comunicatelo chiaramente. Riconoscete i segnali di stress e agite di conseguenza.
- Perché: preserva la vostra salute mentale e vi permette di essere più presenti quando necessario [15]. Aiuta a prevenire il risentimento e il sovraccarico emotivo.
- Esempio pratico: "Ho bisogno di un po' di tempo per ricaricarmi. Possiamo riprendere questa conversazione più tardi?".
6. Educazione continua
Leggere materiali affidabili
- Cosa fare: informatevi attraverso libri, articoli scientifici e risorse online accreditate che trattano il DBP.
- Perché: migliora la comprensione del disturbo e vi rende più preparati [13]. Essere informati vi aiuta a gestire meglio le situazioni difficili.
- Esempio pratico: leggere "Amare una persona che soffre di disturbo borderline di personalità" di Shari Y. Manning, che offre consigli pratici per i familiari.
Partecipare a Workshop o Seminari
- Cosa fare: approfondite le vostre competenze partecipando a eventi formativi organizzati da professionisti della salute mentale.
- Perché: fornisce strumenti pratici e aggiornamenti sulle ultime ricerche [8]. Potete apprendere nuove strategie di comunicazione e gestione.
- Esempio Pratico: iscriversi a un workshop sulla gestione dello stress o sulla comunicazione efficace con persone affette da DBP.
Condividere le conoscenze
- Cosa fare: coinvolgete altri familiari o amici nella formazione e nella comprensione del DBP. Creare una rete di supporto condivisa.
- Perché: una rete informata offre un supporto più efficace e coeso [16]. Questo può ridurre il carico su un singolo individuo e migliorare l'ambiente relazionale.
- Esempio pratico: organizzare una serata informativa con altri membri della famiglia per discutere delle strategie di gestione e condividere risorse utili.
Il ruolo della psicoterapia psicodinamica
La psicoterapia psicodinamica è un approccio terapeutico che può essere particolarmente efficace nel trattamento del disturbo bipolare di personalità. Questo tipo di terapia si concentra sulla comprensione dei processi mentali inconsci che influenzano comportamenti ed emozioni, aiutando la persona a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e a integrare aspetti conflittuali della propria personalità.
Caratteristiche della psicoterapia psicodinamica
- Esplorazione dei conflitti inconsci: il terapeuta aiuta la persona a comprendere come le esperienze passate, spesso dell'infanzia, influenzano i comportamenti e le emozioni attuali.
- Integrare aspetti scissi del sé: si lavora per riconoscere e accettare emozioni e pensieri contrastanti, promuovendo un senso di identità più coerente e stabile.
- Miglioramento delle relazioni: attraverso l'analisi delle dinamiche relazionali, la terapia mira a modificare modelli interpersonali disfunzionali.
Efficacia e benefici
- Evidenza scientifica: studi hanno dimostrato che questo approccio può ridurre significativamente i sintomi del DBP e migliorare la funzionalità globale [17].
- Cambiamenti duraturi: affrontando le radici profonde del disturbo, la terapia psicodinamica può portare a miglioramenti stabili nel tempo, riducendo il rischio di ricadute.
La prospettiva di Kernberg
Otto Kernberg, uno dei principali teorici nel campo del trattamento dei disturbi di personalità, ha sviluppato la Transference-Focused Psychotherapy (TFP), una forma di psicoterapia psicodinamica focalizzata sul transfert. Secondo Kernberg [9]:
- Obiettivi della TFP: integrare le rappresentazioni scisse del sé e degli altri, migliorando la regolazione delle emozioni e la stabilità delle relazioni interpersonali.
- Approccio terapeutico: si concentra sulle dinamiche relazionali che emergono nel rapporto tra paziente e terapeuta, utilizzando il transfert come strumento per comprendere e modificare i modelli disfunzionali.
- Prognosi: Kernberg sostiene che, con un trattamento intensivo e prolungato, molte persone con DBP possono raggiungere miglioramenti significativi nella gestione delle emozioni e nelle relazioni.
Ruolo dei familiari, amici e partner
- Supportare il trattamento: incoraggiate la persona cara a intraprendere e proseguire la terapia. La vostra comprensione e sostegno possono essere cruciali per il successo terapeutico.
- Comprendere il processo terapeutico: informarsi può aiutarvi a sostenere meglio il percorso terapeutico e a gestire le vostre aspettative.
- Partecipazione attiva: in alcuni casi, la terapia può coinvolgere anche voi per lavorare sulle dinamiche relazionali e favorire un ambiente di supporto.
Per approfondire:Trattamento del disturbo borderline di personalità
Prognosi e aspettative dal trattamento
Il disturbo può essere curato?
Sebbene il DBP sia un disturbo complesso e cronico, la ricerca indica che molte persone possono ottenere miglioramenti significativi con un trattamento adeguato [7]. Il termine "cura" può essere fuorviante, ma è possibile raggiungere una remissione dei sintomi e migliorare la qualità della vita.
Cosa aspettarsi dalla terapia
- Riduzione dei sintomi: con la terapia, si può osservare una diminuzione dell'impulsività, dei comportamenti autolesionistici e delle reazioni emotive intense.
- Miglioramento delle relazioni: la persona può sviluppare capacità migliori nella gestione delle relazioni interpersonali, riducendo conflitti e instabilità.
- Maggiore consapevolezza di sé: la terapia aiuta a comprendere meglio i propri pensieri ed emozioni, favorendo una maggiore stabilità dell'identità.
Tempi del trattamento
- Durata variabile: il trattamento del DBP richiede tempo e impegno. Secondo Kernberg, una terapia efficace può durare da uno a diversi anni, a seconda della gravità dei sintomi e della partecipazione attiva della persona [9].
- Progressi graduali: i miglioramenti avvengono spesso in modo graduale. È importante avere aspettative realistiche e riconoscere che il percorso può includere alti e bassi.
Fattori che influenzano il successo terapeutico
- Partecipazione attiva: l'impegno della persona nel processo terapeutico è fondamentale. Questo include la disponibilità a esplorare aspetti difficili di sé e a lavorare sulle proprie reazioni emotive.
- Supporto sociale: un ambiente di supporto da parte di familiari e amici può facilitare il progresso terapeutico.
- Comorbidità: la presenza di altri disturbi mentali può influenzare il decorso e richiedere un approccio terapeutico integrato.
Prospettive future
- Miglioramento della qualità della vita: con il trattamento, molte persone con DBP riescono a costruire relazioni più stabili, mantenere un'occupazione e vivere una vita più soddisfacente.
- Necessità di monitoraggio continuo: anche dopo la remissione dei sintomi, può essere utile continuare con un supporto terapeutico periodico per mantenere i progressi raggiunti.
Il ruolo dei professionisti accreditati
È fondamentale che la persona cara si affidi a professionisti accreditati per la cura del DBP:
- Psicologi clinici: specializzati in psicoterapia, possono offrire interventi terapeutici efficaci come la psicoterapia psicodinamica, la terapia dialettico-comportamentale (DBT) e altre forme di trattamento basate sull'evidenza.
- Psichiatri: medici specializzati in psichiatria, possono prescrivere farmaci per gestire sintomi specifici come depressione, ansia o impulsività, e collaborare nel percorso terapeutico integrato.
Come potete aiutare
- Incoraggiare la ricerca di aiuto professionale: sensibilizzate la persona sull'importanza di rivolgersi a esperti qualificati. Potete offrire supporto nell'organizzare appuntamenti o nel trovare professionisti specializzati.
- Offrire supporto logistico ed emotivo: accompagnare la persona agli appuntamenti, se lo desidera, o semplicemente essere disponibili per discutere delle sue esperienze terapeutiche.
- Rispetto dell'autonomia: lasciate che sia la persona a prendere le decisioni finali riguardo al suo trattamento, sostenendola senza imporre le vostre scelte.
Affrontare il Disturbo Borderline di Personalità all'interno delle relazioni familiari, amicali o di coppia può essere impegnativo e richiede comprensione, pazienza e strategie pratiche basate sulle più recenti evidenze scientifiche. Ricordate che il disturbo non è una scelta e che il vostro supporto può fare una differenza significativa nella vita della persona cara.
Prendetevi cura di voi stessi, educatevi sul disturbo e collaborate con professionisti accreditati. Insieme, potete creare un ambiente che favorisca la crescita personale, il benessere emotivo e relazioni più stabili e soddisfacenti per tutti i coinvolti.
Bibliografia
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Nota: Questa guida è stata elaborata sulla base delle più recenti ricerche scientifiche e fonti accreditate. Tuttavia, non sostituisce il parere di un professionista della salute mentale. Per un supporto personalizzato, è importante consultare uno psicologo o uno psichiatra qualificato.