
Prevenire il suicidio: giornata mondiale OMS il 10 settembre

Il 10 settembre ricorre la Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio che, come ogni anno, viene organizzata su iniziativa dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dell'IASP (Associazione Internazionale per la Prevenzione del Suicidio).
Suicidi nel mondo: i dati preoccupanti
Nel mondo si registrano ogni anno circa 700 mila suicidi che sono la causa di 1 decesso su 100. Più della metà dei casi (circa il 58%) riguarda soggetti di età inferiore ai 50 anni [1].
Una perdita di vite umane inaccettabile e per la quale poco ancora si fa rispetto ad altre problemi di sanità pubblica, considerato che secondo il report 2022 dell'OMS, il suicidio è stata la quarta causa di morte nella fascia di età fra i 15 e i 19 anni [2]. Si è assistito ad un’allarmante crescita dei tassi di suicidio tra i giovani, segnando una controtendenza rispetto agli anni cinquanta in cui il fenomeno suicidario era più frequente nell’età anziana. Gli individui che tentano il suicidio hanno un alto rischio di effettuare ulteriori tentativi di suicidio, spesso con esito letale.
In Italia si verificano circa 4.000 suicidi ogni anno, anche se i dati non vengono costantemente aggiornati. Certamente la pandemia ha peggiorato la situazione: secondo il Telefono Amico le richieste d'aiuto nel 2021 sono cresciute del 55% rispetto al 2020 e risultano quadruplicate rispetto al 2019 e il 28% riguarda giovani sotto i 26 anni di età [3].
Per quanto riguarda i dati relativi alle richieste d'aiuto nel 2023 sono state oltre 3.700 le richieste d'aiuto per gestire pensieri suicidi ricevute nei primi sei mesi dell'anno: oltre 20 al giorno, il 37% in più rispetto al primo semestre dello scorso anno. Le segnalazioni hanno riguardato soprattutto le fasce di età comprese tra i 19 e i 35 anni e tra i 46 e i 55 anni, ma negli ultimi anni sono aumentate le richieste via mail e via Whatsapp da parte degli under 19 [4].
Secondo i dati della Fondazione BRF – Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze, che ha istituito un Osservatorio suicidi, dal 1 gennaio 2023 ad oggi si contano 608 suicidi e 541 tentativi di suicidio [5].
Per approfondire:Rischio suicidio e prevenzione durante la pandemia
Come prevenire il suicidio?
Il comportamento suicidario è stato da sempre stigmatizzato e il ruolo dello stigma rimane uno dei principali problemi nella messa in atto degli interventi preventivi.
La suicidologia può essere definita come la disciplina dedicata allo studio scientifico del suicidio e alla sua prevenzione. Il termine e il concetto furono usati per la prima volta da Edwin Sheneidman (1964); essa non include meramente lo studio del suicidio, ma enfatizza la prevenzione dell’atto letale. Essa considera il suicidio come un tentativo, sebbene estremo e non adeguato, di porre fine al dolore insopportabile dell’individuo. Tale dolore converge in uno "stato perturbato" nel quale si ritrova l’angoscia estrema, la perdita delle aspettative future, la visione del dolore come irrisolvibile ed unico.
Le fonti principali di dolore psicologico - ovvero vergogna, colpa, rabbia, solitudine, disperazione - hanno origine nei bisogni psicologici frustrati e negati e sono caratteristiche facilmente identificabili. L’individuo ha dunque necessità di porre fine a tale stato.
Il rischio di suicidio diviene grave quando quel soggetto lo considera come la migliore ed unica soluzione per porre fine a quell’immenso dolore psicologico.
L’OMS considera il suicidio come un problema complesso non ascrivibile ad una sola causa o ad un motivo preciso, ma sembrerebbe derivare da una complessa interazione di fattori biologici, genetici, psicologici, sociali, culturali ed ambientali.
Attualmente molte risorse sono dedicate:
- a programmi di prevenzione nelle scuole,
- a sforzi nella ricerca empirica,
- all’organizzazione di centri per lo studio e la prevenzione del suicidio,
- a pubblicazioni e ad accordi multidisciplinari.
La prevenzione del suicidio è complessa e diversificata.
- Da una parte, la prevenzione universale adotta strategie o iniziative rivolte a tutta la popolazione per aumentare la consapevolezza del fenomeno e fornire indicazioni sulle modalità di aiuto. In questo ambito troviamo campagne dei mass media, la necessità di ridurre l’accesso ai mezzi letali, la creazione di centri di crisi e i programmi di informazione nelle scuole.
- La prevenzione selettiva si indirizza ai gruppi a rischio e che hanno più probabilità di diventare suicidi, utilizzando strategie dirette agli individui che hanno segni precoci di alto rischio di suicidio. A questo si aggiungono modelli clinici che cercano di far luce sul fenomeno per meglio prevenirlo.
- Alcune strategie di sostegno per coloro che hanno tentato il suicidio sono di grande valore, primo fra tutte incontri programmati con follow-up regolari; deve inoltre esserci una valida rete di collegamento tra i servizi psichiatrici in modo tale da riconoscere e gestire queste persona in modo globale.
- Altri sforzi sono indirizzati ad abbattere lo stigma nei confronti del suicidio ossia un marchio negativo che è associato a coloro che hanno tentato il suicidio o alle persone che hanno perso un caro per suicidio.
- Si ricorda che il suicidio è un evento con una forte componente di emulazione ed è necessaria un’informazione responsabile da parte dei mezzi di informazione, come indicato nelle linee guida dell’OMS.
Ciò non esime da una riflessione più approfondita sulla tematica del suicidio assistito come scelta libera e consapevole a fronte di situazioni ben definite.
La guida dell'OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sta attuando un programma guidato da una task-force internazionale per la riduzione e la prevenzione dei comportamenti suicidari, accompagnato dalla pubblicazione delle nuove linee guida LIVE - LIFE: un documento che contiente le indicazioni di supporto ai vari paesi per portare avanti le strategie di prevenzione del suicidio. Nel far questo si cerca di identificare gli stadi iniziali del processo suicidario attraverso l’identificazione precoce dei fattori di rischio e dei fattori protettivi, oltre alla valutazione e gestione della crisi suicidaria.
Per quanto riguarda il rischio suicidario nei giovani, consigliamo di leggere nella Guida per insegnanti e operatori scolastici tradotta in italiano [6].
Fonti
- IASP (International Association for Suicide Prevention)
- Dati OMS - fonte ANSA
- Telefono Amico Italia dati 2022- fonte ANSA
- Telefono Amico Italia dati 2023 - fonte ANSA
- Fondazione BRF - Osservatorio suicidi
- World Health Organization - Guida per insegnanti e operatori scolastici