Trattare i sintomi urinari aumenta la sopravvivenza?

In uno studio recentemente pubblicato sul prestigioso Journal of Urology, i ricercatori canadesi Welk e McClure affermano che la precoce ed attenta considerazione dei sintomi delle basse vie urinarie può effettivamente portare su larga scala ad un aumento della sopravvivenza.

Lo studio su uomini con ipertrofia prostatica

Lo studio retrospettivo è stato condotto su 3000 uomini affetti da sintomi delle basse vie urinarie, dovuti all’ingrossamento benigno della prostata (cosiddetta ipertrofia prostatica).

Questi pazienti erano già stati oggetto di un altro studio in cui si confrontava l’efficacia di una comune terapia (associazione di finasteride e dell’alfa-litico doxazosina) con la somministrazione di un placebo.

Si è dimostrato che, nei pazienti trattati, il miglioramento dei sintomi è andato di pari passo con un significativo aumento della sopravvivenza, con un rischio di morte sceso del 12%.

Ovviamente solo in pochissimi casi la morte è sopraggiunta in conseguenza diretta complicazioni dell’ingrossamento benigno della prostata; pertanto, l’effetto benefico deve essersi dimostrato in modi diversi.

Perché è diminuito il rischio di morte?

Gli autori ipotizzano che siano da prendere in considerazione:

• una migliore qualità del sonno, con una riduzione del rischio di ipertensione e problemi cardio-vascolari;
• la riduzione di traumi da caduta, dovuta al ripetuto accesso notturno ai servizi per urinare;
• la riduzione del danno vescicale dovuto al perdurare dei disturbi ostruttivi, che si può ripercuotere sulla funzione renale, il rischio di infezioni, eccetera.

Le conclusioni di questo studio confermano che gli assai comuni disturbi urinari dell’età matura non devono essere sottovalutati, sia dai pazienti che dai medici di base e la loro precoce valutazione e cura da parte degli specialisti in urologia può portare, oltre al vantaggio sul singolo, anche risultati di interesse sociale non indifferente.