Confusione e tachicardia dopo l' orgasmo

Nel 2020 ho fatto la prostatectomia per un carcinoma.
Dopo l'intervento praticato con il robot
Faccio controlli periodici ed esami del sangue dove il PSA è tuttora vicino al valore zero.

Purtroppo però seppure ho ripreso una buona erezione peniena, dopo l'orgasmo avverto un stato di intorbidimento, stanchezza e tachicardia.
In particolare i primi due sintomi perdurano, anche se in forma meno forte anche il giorno dopo l'orgasmo.
Ho parlato di questa condizione all urologo durante i controlli periodici ma ho sempre avuto risposte poco esaustive.
Oggi al perdurare dei sintomi non so cosa fare, pertanto ho pensato di porre il quesito agli specialisti di Medicitalia.

Grazie cordiali saluti
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 57.2k 1.3k
Gentile lettore,

la sintomatologia che lei descrive, caratterizzata da intorbidimento, stanchezza e tachicardia dopo l'orgasmo, è nota come sindrome post-orgasmica o, più specificamente nel suo caso, post-prostatectomia radicale.
Nonostante il PSA sia a zero, indicando assenza di recidiva tumorale, questa condizione può persistere o manifestarsi dopo l'intervento.

Le cause precise non sono del tutto chiare, ma potrebbero essere legate a:
- l'intervento chirurgico, anche robotico, che può danneggiare i nervi responsabili della funzione sessuale e dell'eiaculazione, portando così a sintomi neurologici come quelli descritti;
- la rimozione della prostata può influenzare i livelli ormonali;
- se assume prodotti per la funzione erettile o altri farmaci, potrebbero questi contribuire a peggiorare i suoi sintomi;
- l'ansia o lo stress, legati alla funzione sessuale che è stata modificata dall'intervento, sono un altro fattore da considerare.

In presenza di queste specifiche problematiche sessuali le suggerisco di:
- consultare uno specialista in andrologia che generalmente ha maggiore esperienza nella gestione di queste problematiche sessuali post-prostatectomia;
- utile anche pensare ad una eventuale valutazione neurologica per escludere o quantificare un eventuale danno ai nervi pelvici;
- ancora valutare con il suo medico curante o con andrologo l'opportunità di una valutazione psicologica, per escludere o gestire eventuali componenti psicologici.

È sempre consigliabile discutere apertamente con il proprio medico di riferimento tutte le possibili cause del suo sintomo e valutare tutte le opzioni terapeutiche del caso, come farmaci, fisioterapia del pavimento pelvico o altre terapie alternative.

Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
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