Strato granuloso dell’epidermide del pene

Gentili dottori, dopo esser stato da un andrologo per fare i miei primi controlli generali di routine, parlando di sessualità ho toccato un argomento che ha iniziato a turbarmi non poco: quello del contagio da Papilloma hpv. Avevo letto qualche notizia in merito e ho voluto approfondire per saperne di più su di un’eventuale vaccinazione. La risposta del medico è stata che l’80% delle persone sessualmente attive ne sono venute a contatto e che comunque l’uso del profilattico non costituisce una certezza di protezione per le zone di pelle del pube e per tutte quelle del pene venute a contatto con pelle infetta. Ha specificato altresì, che le manifestazioni che provocherebbe il virus, deriverebbero dall’infezione di cellule sane situate nello strato granuloso dell’epidermide, nel quale il virus risiede e dove sembrerebbe prediligere la proliferazione e la successiva latenza, anche una volta trattate le lesioni esterne. La mia domanda è questa: Essendo a conoscenza del fatto che gli strati profondi dell’epidermide, spingendo verso la superficie nuove cellule, la rinnovano completamente in circa un mese, è possibile, secondo questi principi biologici, che i residui del virus scompaiano con il periodico rinnovo cellulare? Altrimenti, quali sono i meccanismi per i quali possa aggirare il processo e perdurare ulteriormente in stato di latenza ? Grazie mille, Cordiali saluti !
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 15.9k 465 2
caro lettore,

dovrebbe consultare un trattato di dermosifilopatia per chiarire i suoi dubbi
cari saluti
i

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

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dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Grazie molte, mi informerò al riguardo. Invece in merito al varicocele quali sono a suo parere gli esami diagnostici più attendibili? L’andrologo al quale mi sono rivolto ha tastato lo scroto asserendo che al 70% ci fosse un principio di varicocele e prescrivendomi ecocolordoppler ai testicoli, ecocgrafia addome e transrettale per fugare ogni dubbio. Il problema è che dopo tutte queste analisi, il medico che le ha effettuate, presso l’ospedale, ha ritenuto la protuberanza una normale vena fisiologicamente più grande della norma , nonchè presente in entrambi i testicoli . Secondo lei il percorso diagnostico è giusto per determinare la presenza o meno del varicocele , o dovrei fare altre analisi ? Tutto ciò mi genera stress anche dato da questo rimbalzo di pareri diversi e dall’incertezza. Sicuramente le crescenti difficoltà di oggi nel costruirsi una famiglia enfatizzano l’ipocondria di ognuno di noi raggiunta una certa età. Avessi avuto già dei figli forse gli avrei dato meno peso visti i rischi dei quali mi ha informato il medico riguardo al varicocele.. grazie ancora cordiali saluti !
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