Intervento PVI per aritmia

Buongiorno,

mia madre ha 72 anni e da qualche mese avvertiva episodi di taticardia e nell'ultimo mese ha avuto episodi che sono stati classificati come attacchi ischemici temporanei (TIA).

Ha quindi portato avanti per le ultime 3 settimane una terapia anticuagulante farmacologica ed è stata operata con la tecnica dell'isolamento della vena polmonare (PVI).

Durante l'operazione c'è stato un versamento, che non si è esteso, ed ha avuto episodi di bradicardia. La notte successiva all'intervento ha avuto nuovamente un episodio di taticardia.

Ci è stato detto che è normale e che per i primi 90 giorni ci si può aspettare queste cose ... eventualmente coi hanno proposto di provare con una inversione elettrica... nei fatti mia madre è molto provata e vorrei capire se quello che sta capitando è normale o può essere un campanello di allarme.

Grazie a tutti per l'aiuto,
Francesco
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Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 278 16
Il versamento pericardico secondariamente a un'ablazione transcatetere con RF della fibrillazione atriale non è normale, ma è una complicanza intraprocedurale (anche tutto sommato abbastanza frequente). Quando non è di entità importante può anche riassorbirsi spontaneamente, ma và sicuramente valutato nel tempo con un Ecocardiogramma di controllo a breve distanza temporale e nell'arco del primo mese post procedurale. Per la tachicardia attuale (se di vera tachicardia si tratta) è anch'essa una conseguenza dell'ablazione (soprattutto se viene eseguita con tecniche di un certo tipo). Si parla in questi casi di tachicardia post incisionale e non và intesa necessariamente come un insuccesso della procedura interventistica, poichè entro i primi 60 giorni può anche sparire spontaneamente. Certo se diventa costante nel tempo o si dovesse ripresentare dopo il periodo "blanking" (ossia i 2 o 3 mesi post intervento dei quali si parlava prima) allora và considerata come una complicanza dell'ablazione e và trattata indipendentemente dalla fibrillazione atriale.
Tenga conto che per ottenere il successo pieno non sempre è facile, che occorre esperienza da parte dell'operatore o del centro che esegue l'ablazione e che a volte anche nelle mani migliori occorre eseguire una seconda (e molto raramente una terza) procedura prima di dire che l'ablazione non ha avuto successo.
Cordialità

Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica

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dopo
Utente
Utente
Buonasera Dott.Rillo,

Grazie mille per la risposta. Per quanto riguarda il versamento hanno eseguito un'aspirazione ed inoltre hanno effettuato una trasfusione per emoglobina bassa. I tempi previsti di degenza da 3.4 giorni sono passati a 6,7 e dopo l'operazione e' entrata in rianimazione ed e' ancora li' dopo 2 giorni. Mia madre e' molto debilitata e spero che ora la situazione vada a migliorare.

Ancora grazie e buona serata,
Francesco
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Utente
Utente
Buongiorno ,

Scrivo ancora perché le condizioni di mia madre non migliorano e vorrei un aiuto per capire cosa fare. È' ancora nel reparto di rianimazione ed ha avuto febbre e tosse. Vorrei farla visitare da uno specialista esterno alla clinica dove si trova e/o portarla in un centro specializzato.

Vi chiedo un aiuto nel farmi sapere chi potrebbe visitarla e quale centro di eccellenza in Italia.

Spero di ricevere a breve una risposta... Sono molto preoccupato.

Grazie davvero,
Francesco
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Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 278 16
La situazione clinica di sua madre non è interpretabile oggettivamente a distanza....ma se è in rianimazione è perchè probabilmente il versamento del quale lei mi ha parlato deve aver creato un'ulteriore complicazione che và sotto il nome di "tamponamento cardiaco". Questo si determina o per la velocità conmla quale il versamento si verifica o per la quantità di liquido che si versa nello spazio pericardico. La soluzione è una pericardiocentesi (che credo sia stata effettuata se necessaria) o una revisione chirurgica per escludere eventuali perforazioni del cuore che possono verificarsi durante l'intervento di ablazione. Il consiglio che mi sento di darle è di parlare e con chiarezza ai colleghi e se la situazione non migliora perchè il versamento pericardico tende a riformarsi è importante affidarsi a un centro cardiochirurgico (se non c'è una cardiochirurgia nell'ospedale dove è stata eseguita l'ablazione la paziente può essere trasferita dove questa esiste, ma la decisione dell'eventuale trasferimento deve essere concordata e definita dai colleghi della struttura dove ora è ricoverata sua mamma).
Saluti
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Dottore, ancora grazie per la disponibilità. Seguirò i suoi consigli.

Francesco