Affaticamento dell'estensore del mignolo sinistro in chitarrista

Salve, dottori. Ho 33 anni, sono da poco un vostro collega, ma anche un chitarrista. Da circa 4 mesi soffro di un leggero risentimento alla mano sinistra, che, come è risaputo, serve al chitarrista per agire sul manico. Poichè la medicina è la principale occupazione della mia vita, ho cercato di fare autodiagnosi, ma di mano mi intendo davvero poco! Vi descrivo il problema. Il mignolo della mano sinistra, pur riuscendo ad avere una piena escursione di tutti i movimenti, ha difficoltà quando si tratta di estendere la prima falange, ancor più, sembra, se nel frattempo l'anulare resta fermo. Cosa intendo per difficoltà? Non c'è dolore (forse solo una modesta dolenzia), ma una sorta di deficit stenico: istintivamente non mi va di sollevare la prima falange, come se il movimento mi richiedesse un impegno extra; come se il dito fosse più pesante. Tutto questo non limita la performance in maniera significativa, ma mi fa soffrire di una sensazione di ridotta agilità e, alle volte, mi fa assumere condotte "di evitamento" sullo strumento, intese come piccole modifiche dei movimenti (per esempio, quando suono le scale, tendo a strisciare il mignolo verso il basso anziché sollevarlo). Sembra il classico problema da elevato utilizzo, un po' come quando uno avverte una dolenzia al gomito dopo aver fatto esercizi per i bicipiti in palestra. Ma la stranezza, in questo caso, è la cronicità: è vero che non ho mai sospeso l'attività per più di 15 giorni, ma il problema è sempre lì (non va mai via). Di solito, in questi casi, si consiglia riposo assoluto, ma io ho degli allievi, e l'idea di stare completamente fermo per mesi mi fa male! Vi chiedo, per prima cosa, un parere diagnostico (di che potrebbe trattarsi? Tendinite?); in secondo luogo, se il riposo relativo possa sostituire un riposo di tipo assoluto. Piccolo elemento aggiuntivo: il risentimento è costante, però, dopo una lunga sessione di chitarra, si può apprezzare un leggerissimo dolore lungo la superficie dorsomediale dell'avambraccio. Grazie di tutto. Alessandro.

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Dr. Giuseppe Internullo Ortopedico, Chirurgo della mano 780 25
Non potrebbe essere una limitazione funzionale congenita a cui non hai mai fatto caso prima? Perchè non fai una radiografia del dito in AP e LL? Risentiamoci. Ciao

Dr. Giuseppe  INTERNULLO
www.chirurgiadellamanocatania.com

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Utente
Utente
Buongiorno. Il problema congenito mi sembra, onestamente, da escludere: se ne soffrissi, avrei avuto difficoltà con la chitarra dal primo istante che l'ho imbracciata. Invece non è così.
Ad ogni modo, è già capitato che mi sottoponessi ad un rx di quella mano, per via di una frattura allo stesso mignolo (che non metto affatto in relazione con i disturbi di ora): nessuno ha mai notato anomalie.

Penso che ci troviamo in presenza di una qualche sindrome da affaticamento. Magari Lei mi può aiutare a distinguere una tendinite da una problematica neurologica (escluderei comunque quest'ultima per via del fatto che non avverto parestesie).

Nel corso di questi mesi ho ipotizzato sindrome del tunnel carpale, del canale cubitale, etc....
ma, che io sappia, si tratta di entità palesamente diverse da quella di cui soffro.

P.S.: Altro motivo per cui mi sento di escludere il problema congenito è l'assenza di limitazioni nell'escursione del movimento: Il mignolo si muove bene; è solo "pigro" e indolenzito.
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Dr. Giuseppe Internullo Ortopedico, Chirurgo della mano 780 25
guardi potrebbe fare una valutazione elettromiografica a carico del nervo ulnare.