Ernia inguinale: ci sono vantaggi a operare prima che sia "conclamata"?

Salve a tutti, cercherò di essere breve.
Nel 2020 credo mi sia spuntata una "punta d'ernia" inguinale in palestra... stando all'ecografista si trattava di una breccia erniaria di meno di mezzo cm, visibile eseguendo la manovra di valvalva.

Avvertivo tensione nella zona, specie facendo esercizi in piedi, ma avevo notato un netto miglioramento facendo esercizi per il basso addome (alzare le gambe, in particolare).
Ora però, dopo un mese di disbiosi intestinale, ho notato un lieve peggioramento e mi sono sottoposto ad una eco di controllo... la breccia sembra arrivata a quasi 7mm.
Ho fatto una ricerca su google ma non ho trovato risposte... mi stavo chiedendo: ha senso operare a questo stadio?
Ci sono vantaggi ad operare prima che l'ernia sia "conclamata" oppure no?
Nel senso, l'intervento sarebbe identico a quello per un'ernia grande il doppio?

In base a cosa si sceglie se cercare un chirurgo che la operi in laparoscopia o con la tecnica tradizionale?
Ovviamente l'idea dell'anestesia totale non fa impazzire nessuno.
Mi chiedevo poi: una volta operato avrei comunque un problema a sollevare pesi stando in piedi oppure tornerei "come nuovo"?
Cioè una volta guariti si può stare relativamente tranquilli oppure bisogna convivere comunque con tensioni, fastidi, dolori e stare attenti?

Grazie mille a chiunque vorrà investire qualche minuto per rispondermi.
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.6k 662 233
La sua domanda e' interessante ed oggetti di discussione tra gli addetti ai lavori mancando una risposta univoca.
In sintesi, l' intervento è lo stesso indipendentemente dalla dimensione, approccio anteriore e laparoscopico hanno esiti sovrapponibili ma il primo evita la necessita' di un'anestesia generale e non e' un vantaggio da poco.
A guarigione avvenuta è prevista una completa ripresa di attivita' fisica ed assenza di sintomi.
In rari casi possono verificarsi, come in ogni intervento, possibili complicanze
Non esistono tuttavia soluzioni diverse dall' intervento, l'ernia in genere tende ad aumentare di dimensioni, da sola non scompare e a volte si puo' dar origine a complicanze.
Prego

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dottor Favara, grazie mille per la sua risposta... ma lei al mio posto cosa farebbe?
Aspetterebbe o si farebbe operare a breve?
Diciamo che 6mm è effettivamente poco, ma quali sono (se esistono) dimensioni "minime" della breccia erniaria perché qualunque chirurgo decida di procedere?

Secondo l'ecografista non è nemmeno detto che l'ernia cresca tanto da doverla operare, ma capirà che dover vivere facendo attenzione agli sforzi (specie per chi è uno pseudo-sportivo) sarebbe impossibile... quindi immagino che prima o poi, da qui a 10 anni, arriverà comunque il momento di intervenire.
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.6k 662 233
Anche qui difficile rispondere. Credo attenderei.

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Dottore, mi scusi se continuo con le domande ma purtroppo è difficile trovare risposte "univoche", soprattutto da chi è addentro alla questione.
Alcuni "erniati" mi sconsigliano di farmi operare con tecnica tradizionale perché, sostengono, la possibilità di avere dolori cronici/nevralgie dopo l'intervento è piuttosto alta (30%), e sostengono che per quanto sia un intervento ampiamente praticato, non sia comunque banale e bisogni affidarsi a chi davvero è specializzato in questa pratica.

Capirà che tra avere qualche fastidio senza intervento e rischiare dolori cronici che poi mi porterebbero ad un secondo intervento e a manomissione dei nervi della zona... insomma, non sono valutazioni da fare a cuor leggero.

Secondo lei potrebbe avere senso farmi visitare già ora per capirci di più oppure mi conviene fare esercizi di "contenimento" e aspettare? CREDO che per ora dalla breccia di circa 6mm si affacci soltanto "tessuto omentale", non visceri.
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.6k 662 233
Per fortuna in realta' le nevralgie postoperatorie croniche sono molto meno ma le altre considerazioni sono corrette. Prego.

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it