Adenoma pleomorfo che si riduce?
Buongiorno, mia moglie presenta da lungo tempo una piccola tumefazione sferica posizionata al di sotto del lobo dell'orecchio destro; di recente la zona si è infiammata, gonfiandosi e provocando dolore. Il nostro medico di base ha affrontato i sintomi prescrivendo antibiotico (prima rocefin e poi panacef) e la sintomatologia dolorosa e il gonfiore sono scomparsi, ma la tumefazione è rimasta immutata. Allarmati dall'accaduto, abbiamo effettuato una prima ecografia di cui riporto, in sintesi, il referto:
"...formazione nodulare della parotide di destra di 10,7 mm, con due piccoli noduli satelliti di 3 e 4.4 mm".
Consigliati da una mia collega, operata di adenoma, ci siamo rivolti ad un amico otorino, secondo il quale la tumefazione in questione potrebbe non essere riconducibile direttamente alla parotide, sia per posizione sia perché mobile al tatto; ha prescritto pertanto a mia moglie un ciclo di Fortilase di 20 giorni, al termine del quale la "pallina" incriminata sembrava ridotta di dimensioni.
Ad un secondo controllo ecografico, prescritto dall'endocrinologo che segue mia moglie per la tiroide, la riduzione di volume è stata confermata dal referto:
"...si conferma la presenza di formazione nodulare ipoecogena, attualmente di 6.6 mm, con unico nodulo satellite di 4.7 mm".
Siamo un pò perplessi dalla situazione, poiché sia il medico di famiglia che l'endocrinologo non danno particolare importanza al noduletto in esame, mentre il medico radiologo insiste che secondo lui si tratterebbe di adenoma pleomorfo; giungo pertanto alle mie domande: è possibile che quest'ultimo si riduca "spontaneamente" dopo un trattamento a base di un blando antifiammatorio? Quali ulteriori passi dovermmo compiere per una diagnosi definitiva e quale profilassi/terapia adottare? Grazie!
"...formazione nodulare della parotide di destra di 10,7 mm, con due piccoli noduli satelliti di 3 e 4.4 mm".
Consigliati da una mia collega, operata di adenoma, ci siamo rivolti ad un amico otorino, secondo il quale la tumefazione in questione potrebbe non essere riconducibile direttamente alla parotide, sia per posizione sia perché mobile al tatto; ha prescritto pertanto a mia moglie un ciclo di Fortilase di 20 giorni, al termine del quale la "pallina" incriminata sembrava ridotta di dimensioni.
Ad un secondo controllo ecografico, prescritto dall'endocrinologo che segue mia moglie per la tiroide, la riduzione di volume è stata confermata dal referto:
"...si conferma la presenza di formazione nodulare ipoecogena, attualmente di 6.6 mm, con unico nodulo satellite di 4.7 mm".
Siamo un pò perplessi dalla situazione, poiché sia il medico di famiglia che l'endocrinologo non danno particolare importanza al noduletto in esame, mentre il medico radiologo insiste che secondo lui si tratterebbe di adenoma pleomorfo; giungo pertanto alle mie domande: è possibile che quest'ultimo si riduca "spontaneamente" dopo un trattamento a base di un blando antifiammatorio? Quali ulteriori passi dovermmo compiere per una diagnosi definitiva e quale profilassi/terapia adottare? Grazie!
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Gentile Signore, credo che nel suo interessante caso si sia forse trascurata un'ipotesi diagnostica : a mio parere potrebbe non trattarsi di massa tumorale, diagnosi che mal si concilia con il referto ecografico di area ipoecogena, e tantomeno con la sua sparizione, a meno che sua moglie non sia stata a Lourdes.
Personalmente ritengo che si tratti invece di quel quadro clinico che , a mio parere, va sotto diverse denominazioni a seconda della sua diversa manifestazione clinica: Ipertrofia Parotidea, Ipertrofia Mssetero- Parotidea, Parotite non epidemica (se associata a infiammazione e o infezione) Scialolitiasi se si riscontrano calcoli, Ipertrofia Essenziale del Massetere se questo muscolo assume dimensioni anche esteticamente sgradevoli. Si tratta di quadri definiti abbastanza enigmatici nella letteratura scientifica, con qualche indicazione terapeutica per l'episodio acuto, ma senza spiegazioni per le recidive: ovviamente, se nel suo caso l'episodio rimane unico, credo che ben difficilmente si possano confermare le indicazioni chirurgiche: io mi fermerei lì.
Se invece il problema ricorre (credo sia questa ipotesi che la spaventa), come in tutte le patologie ricorrenti credo si debba attentamente considerare le condizioni di "terreno". .Per terreno , in questo caso, intendo una struttura sfavorevole, che in questo caso é costituita dall'ipertono del massetere legato alla sfavorevole occlusione dentaria . Il massetere contratto aumenta la dimensione del ventre muscolare e comprime così il dotto escretore della parotide (dotto di Stenone), che decorre in intimo contatto con il muscolo. Ciò causa ristagno salivare e gonfiore: di qui le aree ipoecogene riscontrate nell’ecografia, che altro non sono che saliva, con qualche eventuale infiltrazione infiammatoria. L’ostruzione , peraltro, non è quasi mai serrata (a meno di un grosso calcolo, che si può formare per precipitazione a seguito del ristagno salivare), per cui il quadro può risolversi spontaneamente, come nel suo caso , salvo poter ricorrere.
Oggi nel suo caso non farei nulla se il quadro non si ripropone. Se il mio sospetto è giusto, la terapia è rivolta ad allentare la tensione del massetere intreressato, ed é semplice e rapidamente risolutiva se il caso é ben inquadrato.
Ovviamente va sottolineato che una consulenza via internet può solo rappresentare un'ipotesi,che va sempre rivalutata in sede clinica sotto diretto controllo del medico: eventualmente sarebbe opportuno un cnsulto con un dentista-gnatologi esperto in problemi dell'Articolazione Temporo Mandibolare.
Le suggerirei di dare un'occhiata agli articoli linkati qui sotto, nell'ipotesi che lei possa riscontrarvi elementi di somiglianza con il suo problema.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1217-parotite-ricorrente-e-calcoli-salivari-colpa-dei-denti.html
Su questa problematica ho recentemente pubblicato uno studio pilota sul bambino :
http://www.studiober.com/pdf/Parotite ricorrente con abstract ACTA.pdf
La problematica dell’adulto è, a mio parere , molto simile.
Cordiali saluti ed auguri.
Personalmente ritengo che si tratti invece di quel quadro clinico che , a mio parere, va sotto diverse denominazioni a seconda della sua diversa manifestazione clinica: Ipertrofia Parotidea, Ipertrofia Mssetero- Parotidea, Parotite non epidemica (se associata a infiammazione e o infezione) Scialolitiasi se si riscontrano calcoli, Ipertrofia Essenziale del Massetere se questo muscolo assume dimensioni anche esteticamente sgradevoli. Si tratta di quadri definiti abbastanza enigmatici nella letteratura scientifica, con qualche indicazione terapeutica per l'episodio acuto, ma senza spiegazioni per le recidive: ovviamente, se nel suo caso l'episodio rimane unico, credo che ben difficilmente si possano confermare le indicazioni chirurgiche: io mi fermerei lì.
Se invece il problema ricorre (credo sia questa ipotesi che la spaventa), come in tutte le patologie ricorrenti credo si debba attentamente considerare le condizioni di "terreno". .Per terreno , in questo caso, intendo una struttura sfavorevole, che in questo caso é costituita dall'ipertono del massetere legato alla sfavorevole occlusione dentaria . Il massetere contratto aumenta la dimensione del ventre muscolare e comprime così il dotto escretore della parotide (dotto di Stenone), che decorre in intimo contatto con il muscolo. Ciò causa ristagno salivare e gonfiore: di qui le aree ipoecogene riscontrate nell’ecografia, che altro non sono che saliva, con qualche eventuale infiltrazione infiammatoria. L’ostruzione , peraltro, non è quasi mai serrata (a meno di un grosso calcolo, che si può formare per precipitazione a seguito del ristagno salivare), per cui il quadro può risolversi spontaneamente, come nel suo caso , salvo poter ricorrere.
Oggi nel suo caso non farei nulla se il quadro non si ripropone. Se il mio sospetto è giusto, la terapia è rivolta ad allentare la tensione del massetere intreressato, ed é semplice e rapidamente risolutiva se il caso é ben inquadrato.
Ovviamente va sottolineato che una consulenza via internet può solo rappresentare un'ipotesi,che va sempre rivalutata in sede clinica sotto diretto controllo del medico: eventualmente sarebbe opportuno un cnsulto con un dentista-gnatologi esperto in problemi dell'Articolazione Temporo Mandibolare.
Le suggerirei di dare un'occhiata agli articoli linkati qui sotto, nell'ipotesi che lei possa riscontrarvi elementi di somiglianza con il suo problema.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1217-parotite-ricorrente-e-calcoli-salivari-colpa-dei-denti.html
Su questa problematica ho recentemente pubblicato uno studio pilota sul bambino :
http://www.studiober.com/pdf/Parotite ricorrente con abstract ACTA.pdf
La problematica dell’adulto è, a mio parere , molto simile.
Cordiali saluti ed auguri.
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
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Utente
Egregio Dottore,
La ringrazio vivamente per la sua tempestiva ed accurata risposta; in effetti alcune circostanze (la presenza di uno o due calcoli; la riduzione di volume della "pallina"; la risoluzione della tumefazione dolorante mediante trattamento antibiotico) rendono la Sua ipotesi diagnostica quanto mai interessante: mi domando, tuttavia, se la persistenza in situ da svariati anni di questa piccolo rigonfiamento sferico sottocutaneo, avvertibile soprattutto palpazione e meno alla vista (salvo l'episodio acuto di cui sopra, unico finora), sia compatibile con le prospettate patologie.
Indagheremo comunque in tal senso; grazie ancora.
La ringrazio vivamente per la sua tempestiva ed accurata risposta; in effetti alcune circostanze (la presenza di uno o due calcoli; la riduzione di volume della "pallina"; la risoluzione della tumefazione dolorante mediante trattamento antibiotico) rendono la Sua ipotesi diagnostica quanto mai interessante: mi domando, tuttavia, se la persistenza in situ da svariati anni di questa piccolo rigonfiamento sferico sottocutaneo, avvertibile soprattutto palpazione e meno alla vista (salvo l'episodio acuto di cui sopra, unico finora), sia compatibile con le prospettate patologie.
Indagheremo comunque in tal senso; grazie ancora.
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Si, può essere compatibile: può trattarsi di una parte della ghiandola , come un acino in un grappolo d'uva, che é rimasta esclusa dal resto. Se rimane così non succede nulla, se si rigonfia vale quanto le ho scritto. Cordiali sauti ed auguri.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.1k visite dal 05/01/2013.
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