Parestesie arti superiori ed inferiori

Buongiorno, ho 45 anni, sono alta 1.55 e peso 64 kg. Sono in cura da due anni e mezzo presso il policlinico universitario di Napoli per un linfedema agli arti inferiori. Il medico che mi segue mi ha prescritto utilizzo gambaletti compressione K2, pressoterapia, nuoto ed assunzione di integratori come ausilio per il microcircolo. All'ultimo controllo effettuato il 29 giugno scorso, il medico con soddisfazione ha affermato che sebbene il linfedema sia una patologia cronica degenerativa allo stato attuale l'evoluzione è arrestata. Nel fissarmi ol prossimo controllo per novembre prossimo mi richiede di effettuare una verifica ecografica della safena che giá all'inizio del percorso presso il policlinico federiciano risultava incontinente. Il problema che mi angoscia ( termine che sembrerebbe inappropriato se non fossi caratterizzata da una natura ipocondriaca ) è il seguente : da diversi giorni avverto un fastidioso quanto costante formicolio agli arti inferiori ( con sensazione di addormentamento al pollice e mignolo ) ed alle mani corredato, talvolta, da sensazione di punture di spilli e talvolta sensazione di caldo intenso ( in questo caso il formocolio scompare/attenua ). Inutile dire che vagando in rete ho potuto leggere l'impossibile in merito il che ha aumentato notevolmente la mia agitazione. Aggiungo che ho giá elaborato mentalmente tutti gli scenari più tragici dall'ictus alla trombosi venosa profonda passando per diverse altre patologie.
Ho eseguito esami del sangue di base a maggio scorso ( valori nella norma tranne colesterolo e trigliceridi leggermente fuori range )
Ringrazio sin d'ora chi vorrá rispondere.
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Prof. Sante Camilli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 12
Gentile Signora,
il linfedema che si sviluppa in età adulta è causato da una povertà di vasi linfatici o da un danneggiamento di una parte di essi; è generalmente una forma lieve e controllabile con una calza a gambaletto (ad es. come quello prescritto).
Nel suo caso, però, è presente anche una incontinenza safenica che certamente concorre alla formazione dell'edema, che quindi possiamo definire un flebo-linfedema. Infatti i due sistemi di drenaggio (linfatico e venoso) lavorano in parallelo, e se una disfunzione colpisce entrambi allora più facilmente la patologia si manifesta.
Nel suo caso è necessario valutare l'opportunità di un trattamento che curi anche l'incontinenza safenica, ma le comuni tecniche ablative della vena safena (stripping, Laser, RF, etc) andrebbero ad asportare la safena e in più a danneggiare ulteriormente i vasi linfatici perisafenici; insomma, entrambi i sistemi di drenaggio potrebbero peggiorare. Pertanto il trattamento ideale, vista anche l'età ancora giovanile, ritengo che sia un trattamento conservativo della safena (ad es. CHIVA 2), possibilmente associato ad una valvuloplastica riparativa della giunzione safeno-femorale (se le condizioni anatomiche delle valvole lo consentono).
Di tutti gli altri sintomi (formicolii, addormentamenti, etc) non deve preoccuparsi; sono dovuti solo all'ansia.
Cordiali saluti.

Prof. Sante Camilli MD
Consultant in Vascular Surgery
mail: sante.camilli@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Egregio Professore,

La ringrazio di cuore per la risposta tempestiva ed esaustiva. Le Vostre parole mi hanno notevolmente tranquillizzata. Al prossimo controllo sicuramente terrò in debito conto I Vostri suggerimenti.
Grazie ancora e cordiali saluti.
[#3]
dopo
Utente
Utente
Egregio Prof. Camilli,

innanzitutto mi complimento con Lei per l'eccellente curriculum che ho avuto modo di reperire in rete. Ho letto che la specialitá che La contraddistingue in letteratura scientifica è proprio lo studio della chirurgia riparativa delle valvole venose il che mi induce a stabilire che quando la mia condizione renderá necessario intervenire chirurgicamente, mi rivolgerò a Lei. Tutto ciò premesso, vorrei chiederLe, avendo purtroppo letto in rete quanto la mia patologia sia seria e possa divenire invalidante, se e quanto essa possa incidere sull'aspettativa di vita. Le confesso, non senza un pizzico di vergogna, che le letture effettuate mi hanno notevolmente impressionata. Le aggiungo per consentirLe una più corretta valutazione che le mie gambe alla vista non presentano, a parte l'edema, alcun segno evidente, sono liscie e non si evidenziano ne vene ne capillari.

La ringrazio anticipatamente.
Buon fine settimana.
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Prof. Sante Camilli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 12
Gentile Signora,
per quanto riguarda l'aspettativa di vita, nessuna preoccupazione specifica! L'unico problema riguarda la progressione delle due patologie da lei riferite. Il flebolinfedema può essere aggravato soprattutto da infezioni batteriche (erisipela) o micotiche (da funghi) della pelle o delle unghie dei piedi (con danneggiamento di altri vasi linfatici) o dall'aggravamento lento ma progressivo della incontinenza valvolare safenica (con peggioramento della dinamica venosa).
Distinti saluti.
[#5]
dopo
Utente
Utente
Esimio Professore,

La ringrazio molto per la chiarezza espositiva e per le rassicurazioni. Non avevo la minima idea che un'infezione micotica alle unghie ( nel mio caso all'alluce del piede destro ) potesse essere correlata o addirittura aggravare il flebolinfedema. Fatto sta che il prodotto ad uso topico da me utilizzato ( il più noto farmaco da banco specifico per micosi alle unghie ) non ha sortito alcun effetto. Ne discuterò con il mio medico di base. La ringrazio molto per questa preziosa informazione.

Cordiali saluti.
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