Tumore anale apparentemente resistente radioterapia
Salve,
A mia madre 89 enne ed in buone condizioni fisiche, veniva diagnosticato nello scorso mese di Marzo 2024 un tumore squamocellulare del canale anale HPV correlato durante iuna visita proctologica per sanguinamento inizialmente attribuito ad una patologia emorroidaria.
A seguito della diagnosi veniva eseguito un ciclo combinato di radiochemioterapia con sedute di 5 giorni di tomoterapia (dose a 65 rad) per mesi 3 e un asscociata terapia chemioterapica orale con Capecitabina nella misura di due compresse al giorno dal lunedi al venerdi.
Dopo il termine della terapia le risonanze magnetiche eseguite dimostravano una remissione della malattia.
Tuttavia mia madre aveva ancora burciori e sanguinamenti molto lievi, quindi ci siamo rivolti ad un proctologo nello scorso mese di febbraio che in seguito ad una anoscopia rilevava prolasso rettale e una proctite forte.
Quindi consigliava un intervento di legatura previa cura con ASACOL per diminuire lo stato infiammatorio, cosa che mia madre però non ha fatto.
Il sanguinamento poi aumentava e mia madre è stata sottoposta ad una trasfusione ematica in quanto l'emoglobina era scesa a 6.
Una colonscopia effettuata pare rilevare un sanguinamento dell'ulcera tumorale che avrebbe ripreso dopo la radioterapia.
La colon escludeva altri danni all'intestino ed anche una tac effettuata in pronto soccorso era concorde.
Mi chiedo ora se ci sia un modo per evitare l'intervento di stomia perineale in quanto mia madre dice di non poter psicologicamente sopportare una stomia permanente che lei percepisce come una mutilazione.
Non potrebbe essere che il sanguinamento sia dovuto alla proctite rilevata dal proctologo?
Anche se mi rendo conto che ci sono posche speranze voevo sapere se fosse possibile un trattamento conservativo anche in relazione all'età avanzata del soggetto.
Grazie di cuore a chi vorrà rispondermi.
A mia madre 89 enne ed in buone condizioni fisiche, veniva diagnosticato nello scorso mese di Marzo 2024 un tumore squamocellulare del canale anale HPV correlato durante iuna visita proctologica per sanguinamento inizialmente attribuito ad una patologia emorroidaria.
A seguito della diagnosi veniva eseguito un ciclo combinato di radiochemioterapia con sedute di 5 giorni di tomoterapia (dose a 65 rad) per mesi 3 e un asscociata terapia chemioterapica orale con Capecitabina nella misura di due compresse al giorno dal lunedi al venerdi.
Dopo il termine della terapia le risonanze magnetiche eseguite dimostravano una remissione della malattia.
Tuttavia mia madre aveva ancora burciori e sanguinamenti molto lievi, quindi ci siamo rivolti ad un proctologo nello scorso mese di febbraio che in seguito ad una anoscopia rilevava prolasso rettale e una proctite forte.
Quindi consigliava un intervento di legatura previa cura con ASACOL per diminuire lo stato infiammatorio, cosa che mia madre però non ha fatto.
Il sanguinamento poi aumentava e mia madre è stata sottoposta ad una trasfusione ematica in quanto l'emoglobina era scesa a 6.
Una colonscopia effettuata pare rilevare un sanguinamento dell'ulcera tumorale che avrebbe ripreso dopo la radioterapia.
La colon escludeva altri danni all'intestino ed anche una tac effettuata in pronto soccorso era concorde.
Mi chiedo ora se ci sia un modo per evitare l'intervento di stomia perineale in quanto mia madre dice di non poter psicologicamente sopportare una stomia permanente che lei percepisce come una mutilazione.
Non potrebbe essere che il sanguinamento sia dovuto alla proctite rilevata dal proctologo?
Anche se mi rendo conto che ci sono posche speranze voevo sapere se fosse possibile un trattamento conservativo anche in relazione all'età avanzata del soggetto.
Grazie di cuore a chi vorrà rispondermi.
Eseguire delle biopsie potrebbe essere dirimente ai fini della diagnosi per prendere una decisione.Prego.
Dottor Andrea Favara
http://www.andreafavara.it
Utente
Grazie dottore, procederemo sicuramente in tal senso
Utente
Salve dottor Favara,
Ieri con mia madre abbiamo effettuato una visita dal chirurgo il quale ci ha detto, senza mezzi termini, che mia madre dovrà effettuare la biopsia dell'ulcera sanguinante e che in caso fosse positiva verrà effettuata una RM per poi procedere ad un intervento stomizzante. A suo dire il tumore è posizionato sopra lo sfintere e quindi la rimozione del tumore porterebbe ad un danneggiamento del muscolo sfinterico, con conseguente incontinenza. mentre la stomia permanente eviterebbe tutto ciò. Mia madre purtroppo continua a perdere sangue e l'emoglobina dopo una trasfusione eseguita in ambito di Pronto soccorso è stata riportata a livelli accettabili da 6 a 10,5.
Volevo sapere dottore se lei è concorde con tale diagnosi oppure pensa che possa essere fatto altro per evitare quello che purtroppo sembra inevitabile. Vorrei che mia madre arrivata alla soglia dei 90 non debba vivere gli ultimi hanni con una mutilazione permanente. Ovvio che sia dirimente salvaguardare la vita ma io penso anche la qualità abbia la sua importanza.
Grazie in anticipo per la sua risposta.
Ieri con mia madre abbiamo effettuato una visita dal chirurgo il quale ci ha detto, senza mezzi termini, che mia madre dovrà effettuare la biopsia dell'ulcera sanguinante e che in caso fosse positiva verrà effettuata una RM per poi procedere ad un intervento stomizzante. A suo dire il tumore è posizionato sopra lo sfintere e quindi la rimozione del tumore porterebbe ad un danneggiamento del muscolo sfinterico, con conseguente incontinenza. mentre la stomia permanente eviterebbe tutto ciò. Mia madre purtroppo continua a perdere sangue e l'emoglobina dopo una trasfusione eseguita in ambito di Pronto soccorso è stata riportata a livelli accettabili da 6 a 10,5.
Volevo sapere dottore se lei è concorde con tale diagnosi oppure pensa che possa essere fatto altro per evitare quello che purtroppo sembra inevitabile. Vorrei che mia madre arrivata alla soglia dei 90 non debba vivere gli ultimi hanni con una mutilazione permanente. Ovvio che sia dirimente salvaguardare la vita ma io penso anche la qualità abbia la sua importanza.
Grazie in anticipo per la sua risposta.
Concordo con le sue perplessita', la soluzione proposta appare pero' verosimile e ragionevole
Dottor Andrea Favara
http://www.andreafavara.it
Utente
Salve dottore,
Torno a scriverle dopo molto tempo per darle un aggiornamento. Dunque mia madre si trova ricoverata in ospedale in chirurgia dal mese di Giugno ( dal 15 per l'esattezza) Hanno effettuato una prima anoscopia e poi risonanza ed una biopsia che sono risultate grazie a Dio negative. Veniva sottoposta alla fine del mese di giugno ad un intervento di legatura delle emorroidi e di cauterizzazione del plesso emorroidario eseguita dal radiologo interventista. Dimessa e rientrata a casa dopo nemmeno due giorni, i sanguinamenti sono ripresi (basti pensare che da veri e propri CRIMINALI è stata dimessa con l'emoglobina a 8,7!) e abbiamo dovuto riportarla di nuovo al pronto soccorso del medesimo ospedale, dove veniva sottoposta di nuovo a trasfusione di due sacche e sottoposta ad una TAC che dava l'esito di PROCTITE ATTINICA condizione che io avevo già paventato ai medici dal primo ricovero ma per chissà quale motivo essi avevano preso sottogamba concentrandosi più su una ripresa del tumore. Quindi dopo un altro breve ricovero in gastroeneterologia, veniva effettuata una seconda anoscopia, infusione di antibiotici e i sanitari paventavano di intervenire con radiofrequenze per "saturare" le ulcere sanguinanti della mucosa rettale. Dopo un giorno però , a sorpresa, mia madre veniva nuovamente dimessa (!) e mi veniva detto che le condizioni non erano gravi a punto tale da dover intervenire in tal senso. Le hanno dato una terapia a base di PROCTILOR (crema rettale), BUTIRRISAN ai pasti , ferro (SIDERAL forte 1 cp al giorno) e FOLINA 1 cp al giorno. All'inizio sembrava andar bene poi mia madre ha ricominciato ad accusare i sintomi come gonfiore tenesmo appena finito di mangiare fino a due giorni fa in cui le scariche sanguinolente sono ricominciate. Quindi emoglobina riscesa a 7,8 necessità di trasfusione e nuovo ricovero con aggiunta alla terapia di NORMIX per ridurre il gonfiore. A detta dei medici la proctite da radiazione è una patologia cronica , lunga a guarire e che presenta purtroppo periodi di riacutizzazione o remissione. Alla luce di quanto esposto sopra, mi scuso per la lungaggine, lei ritiene che quanto fatto fin'ora sia formalmente giusto e manca " qualche passaggio per cosi dire"? Siamo tutti stremati sia lei che deve affrontare ricoveri continui ogni 15 gg sia noi che dobbiamo ogni volta ricomnciare da capo a dodici! Meglio effettuare l'intervento a questo punto?
La ringrazio per ogni consiglio che vorrà darmi
Torno a scriverle dopo molto tempo per darle un aggiornamento. Dunque mia madre si trova ricoverata in ospedale in chirurgia dal mese di Giugno ( dal 15 per l'esattezza) Hanno effettuato una prima anoscopia e poi risonanza ed una biopsia che sono risultate grazie a Dio negative. Veniva sottoposta alla fine del mese di giugno ad un intervento di legatura delle emorroidi e di cauterizzazione del plesso emorroidario eseguita dal radiologo interventista. Dimessa e rientrata a casa dopo nemmeno due giorni, i sanguinamenti sono ripresi (basti pensare che da veri e propri CRIMINALI è stata dimessa con l'emoglobina a 8,7!) e abbiamo dovuto riportarla di nuovo al pronto soccorso del medesimo ospedale, dove veniva sottoposta di nuovo a trasfusione di due sacche e sottoposta ad una TAC che dava l'esito di PROCTITE ATTINICA condizione che io avevo già paventato ai medici dal primo ricovero ma per chissà quale motivo essi avevano preso sottogamba concentrandosi più su una ripresa del tumore. Quindi dopo un altro breve ricovero in gastroeneterologia, veniva effettuata una seconda anoscopia, infusione di antibiotici e i sanitari paventavano di intervenire con radiofrequenze per "saturare" le ulcere sanguinanti della mucosa rettale. Dopo un giorno però , a sorpresa, mia madre veniva nuovamente dimessa (!) e mi veniva detto che le condizioni non erano gravi a punto tale da dover intervenire in tal senso. Le hanno dato una terapia a base di PROCTILOR (crema rettale), BUTIRRISAN ai pasti , ferro (SIDERAL forte 1 cp al giorno) e FOLINA 1 cp al giorno. All'inizio sembrava andar bene poi mia madre ha ricominciato ad accusare i sintomi come gonfiore tenesmo appena finito di mangiare fino a due giorni fa in cui le scariche sanguinolente sono ricominciate. Quindi emoglobina riscesa a 7,8 necessità di trasfusione e nuovo ricovero con aggiunta alla terapia di NORMIX per ridurre il gonfiore. A detta dei medici la proctite da radiazione è una patologia cronica , lunga a guarire e che presenta purtroppo periodi di riacutizzazione o remissione. Alla luce di quanto esposto sopra, mi scuso per la lungaggine, lei ritiene che quanto fatto fin'ora sia formalmente giusto e manca " qualche passaggio per cosi dire"? Siamo tutti stremati sia lei che deve affrontare ricoveri continui ogni 15 gg sia noi che dobbiamo ogni volta ricomnciare da capo a dodici! Meglio effettuare l'intervento a questo punto?
La ringrazio per ogni consiglio che vorrà darmi
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 509 visite dal 09/06/2025.
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