Chirurgia incontinenza fecale

Egregi medici di MedicItalia,
vi scrivo a proposito e per conto di mia madre.
Mia madre ha 60 anni ed il 17 giugno è stata sottoposta a “riparazione sfinterica per overlapping” a causa di una “incontinenza fecale severa” dovuta a “sezione completa del complesso sfinterico anale” post-fistulectomia.

E’ stata dimessa con la seguente terapia:
Metronidazolo cps da 250 mg: 1 cps x 3 al giorno lontano dai pasti per 8 gg
Ciprofloxacina cps da 500 mg: 1 cps x 2 al giorno lontano dai pasti per 8 gg
Inibitori della pompa protonica: 1 cps a dosaggio max ore 8 per 15 gg
Lattulosio: 1 cucchiaio la sera

oltre alla prescrizione di una dieta rigorosamente priva di scorie.

Ieri si è recata alla sua seconda visita di controllo, e a differenza della prima dove tutto era in ordine, il chirurgo che l’ha operata le ha spiegato che dei quattro punti messi lungo lo sfintere anale, quello più esterno “ha ceduto”. Mia madre infatti mi ha riferito che nei due-tre giorni precedenti l’ultima visita ha notato delle piccole perdite, presenze di minime quantità di feci sulla garza che indossa a contatto dell’ano, per lo più dopo essersi lavata; queste “presenze” non si erano mai manifestate dopo l’intervento fino a quel momento. Oggi mi ha detto che riesce a controllare con più difficoltà la fuoriuscita di gas, notando un peggioramento rispetto a prima.

Il chirurgo, prima di operarla, aveva avvisato mia madre che circa 1/3 di questi interventi non vanno a buon fine. E’ una stima ragionevole? Comunque mia madre ora è profondamente prostrata, anche perché sono circa due anni che convive con questa incontinenza, dopo aver subito un’ascesso perianale e una fistulectomia con così gravi conseguenze, e riponeva nell’intervento, dopo tanta attesa, grandissima fiducia e speranza.

Vorrei chiedere un vostro parere su quello che le è successo, quanto è frequente, un parere sulla tecnica usata e, soprattutto, cosa deve aspettarsi mia madre riguardo alla sua incontinenza: nel caso i tre punti più interni che rimangono reggano, dovrà ancora convivere con l’incontinenza? A quali esiti può andare incontro? Qual è il da farsi per il futuro? Quali sono i centri che raccomandereste per essere seguita al meglio?
E se le cose dovessero disgraziatamente andare di male in peggio, quale soluzione è possibile adottare? E’ possibile ritentare quest’intervento, magari capendo perché stavolta non è andato come doveva? Oppure ci sono altre tecniche efficaci cui ricorrere?


Ringrazio sentitamente per le risposte che vorrete darci,
Laura.
[#1]
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.5k 660 233
Lei pone tanti quesiti ai quali sarebbe difficile rispondere visitando la paziente ed impossibile a distanza.Credo che prima di ogni considerazione convenga attendere l' esito definitivo dell' intervento e seguire le indicazioni del collega che l' ha operata. Auguri!

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2007 al 2012
Ex utente
Grazie dr. Favara, ma cosa intende esattamente per "esito definitivo dell'intervento"? Pensa che il risultato possa migliorare con il progredire della guarigione?
[#3]
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.5k 660 233
Certo, a due - tre settimane dall' intervento l'esito è tuttaltro che definitivo