Condiloma e cancro al collo dell'utero

Buongiorno, volevo richiedere una cosa in merito al condiloma. In seguito alla contrazione della malattia alla mia partner è stata fatta una colposcopia dalla quale è poi risultato che il condiloma aveva provocato un cancro al collo dell’utero. Per il momento i medici hanno visto che è nella fase iniziale quindi lo terrà sotto controllo con visite ogni sei mesi per vedere come si evolve.
Volevo sapere quali sono i rischi per la sua salute e anche quanto tempo occorre perché dal condiloma si possa formare un cancro. Quando abbiamo contratto la malattia avevamo rapporti sessuali da circa 9 mesi, è possibile che fossi io il portatore del virus e che l’abbia trasmesso a lei ma che si sia poi manifestato dopo 9 mesi? E che nel caso della ragazza si sia rivelato un cancro in così poco tempo?
E inoltre volevo sapere se adesso, passati 6 mesi dalla mia cura (tramite crioterapia) e non essendosi più ripresentato nulla, io potrei ancora attaccare il virus ad un’altra persona?
Grazie e cordiali saluti
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Dr. Alessandro Benini Dermatologo 3.2k 72
Gentile Utente per quanto riguarda il carcinoma della cervice uterina,
probabilmente, non riportandoci informazioni più dettagliate,non posso dire se si tratti addirittura di displasia lieve e non di carcinoma dato che aggiunge che ne controlleranno l'evoluzione ogni 6 mesi.
Pertanto non ingeneri ansie soprattutto nella sua partner e faccia si che si affidi con fiducia a chi la sta seguendo senza richiedere previsioni e trattamenti di un qualche cosa che al momento è al vaglio.
Per quanto riguarda la trasmissione del virus(argomento molto dibattuto) se avrà pazienza potrà guardarsi le risposte che ho dato a consulti simili al suo cliccando sulla sinistra.
Saluti
Alessandro Benini

Dr.Alessandro Benini
Dirigente Medico Centro Grandi Ustionati
Osp."M.Bufalini" Cesena

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Dr. Luigi Laino Dermatologo 22k 464 367
La descrizione del caso della sua partner non è verosimile:

non vi chiediamo certo la descrizone pedissequa delle cartelle cliniche, ma da quello che lei adduce è inverosimile che un cancro della cervice uterina sia controllato semestralmente.

Con ogni probabilità si tratta di un quadro riferibile ad un CIN 1 o 2, ad un ASCUS o LISL o delle caratterizzazioni displastiche con reperti coilocitici compatibili con HPV. Si informi e ci spieghi meglio la questione.

cari saluti
Dott. Luigi Laino
Ricercatore Dermatologo e Venereologo
Malattie Sessualmente Trasmissibili, ROMA


Dr.Luigi Laino Dermovenereologo, Tricologo
Direttore Istituto Dermatologico Latuapelle
www.latuapelle.it

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dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
La ringrazio per la celere risposta, purtroppo non riesco a fornirle indicazioni più precise (non essendo più la ragazza in questione la mia patner) in merito a ciò che le è stato diagnosticato. La mia richiesta era più che altro rivlta a capire se nello stadio nel quale si trova (quindi ancora sotto osservazione) esistono cmq pericoli reali che si diffonda fino alla conclusione più tragica o meno. Ho letto che se viene diagnosticato per tempo non ci sono pericoli che possa intaccare altri organi ma si può arrivare ad un intervento per l'asportazione della parte evenutalmente interessata.
L'altro mio quesito era relativo alla trempistica di incubazione.
Per farle capire le posso dire che il mio dubbio è sul fatto che possa essere stato io a trasmetterle la malattia ma ho letto che per svilupparsi in cancro (o displasia) il condiloma non deve essere curato per diverso tempo. Nello specifico io ho avuto rapporti sessuali con questa persona per un periodo di 9 mesi fino a quando abbiamo scoperto di avere contratto il virus e volevo capire se questo tempo può essere stato sufficiente per sviluppare la sua condizione o se è più probabile che lei avesse contratto il virus in precedenza e che questo si sia manifestato esternamente in seguito alla contrazione da parte mia. Il tempo intercorso da quando mi sono accorto di avere le classiche escrescenze tipiche del condiloma alla cura è stato di un mese e lo stesso è valso per lei ma ovviamente questo solo per quanto riguarda quelle esterne. Il mio dubbio è che lei possa avere contratto il virus in precedenza ma che questo non si sia manifestato esternamente. E' un discorso un po' di coscienza nel senso che vorrei capire se posso essere certo di non essere stato io la causa oppure no.
La mia precedente partner non ha tutt'ora riscontrato la presenza del virus ma essendo appunto i tempi di incubazione molto variabili non so se questo può essere significativo oppure no. Va detto che neanche il suo precedente partner (con il quale ha avuto rapporti per 5 anni) ha riscontrato nulla.
Provvederò ora a leggere le sue risposte fornite ad altri consulti per chiarirmi ancora le idee.
Nel frattempo la ringrazio ancora.
Saluti
[#4]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Per il dottor Laino volevo appunto specificare che non sono a conoscenza di quello che è stato diagnositcato nello specifico. Mi ha parlato di un tumore ma da quello che le è stato detto va tenuto sotto controllo in quanto potrebbe essere riassorbito oppure espandersi fino a diventare un tumore maligno. Non avendo avuto rapporti diretti con il medico posso immaginare che il termine "tumore" possa essere stato utilizzato im maniera erronea e quindi trattarsi di displasia che potrebbe diventare una forma tumorale.
Cordiali saluti e ringrazio per la risposta.
[#5]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Intervengo ancora per una domanda più specifica alla quale non sono riuscito a trovare una risposta precisa.
A distanza di 5 mesi dalla mia cura non ho riscontrato alcuna recidiva anche se ho continuato ad avere rapporti sessuali con questa persona per un mese dopo la mia cura (purtroppo qui devo sottolineare una deficienza del personale che ci ha avuto in cura in quanto le è stato detto che potevamo continuare ad avere rapporti sessuali non protetti "tanto avevamo già contratto entrambi il virus" anche se io fino al momento della mia cura ho preferito evitare per non rischiare), a questo punto io vorrei capire se con una successiva partner potrei essere portatore del virus benchè questo non si sia manifestato nuovamente o posso considerarmi "guarito" anche se ovviamente a rischio di re-infezione.
Ancora grazie per la vostra disponibilità
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Dr. Alessandro Benini Dermatologo 3.2k 72
Gentile Utente
Ci si considera "guariti" dopo controlli negativi a distanza di un mese dalla cura e per due ulteriori controlli negativi sempre distanziati di un mese l'uno dall'altro.Sulla contagiosità difficile darle risposte certe poichè potrebbero esserci delle forme misconosciute,non rilevabili.Pensi che alcuni studi statunitensi con valore medico legale hanno riscontrato la presenza del virus anche in bambini che non avevano subito alcun abuso sessuale pertanto si è ipotizzato che possa essere stato contratto anche durante il periodo del parto.Difficile anche dirle sul periodo d'incubazione secondo me molto variabile ed influenzato da tanti fattori.La cosa importante invece è il controllo soprattutto per quanto riguarda le donne per evitar loro le succitate complicanze.
Saluti
Alessandro Benini
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dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Ancora grazie per la risposta che mi fa ovviamente decidere che la prossima partner dovrà essere a conoscenza della possibilità (spero remota) di questo virus così che si possa intervenire tempestivamente qual'ora si presenti.
Pongo solo l'ultimo quesito in quanto non ho ben capito se la sua risposta si riferisse anche a questo o meno.
Dal momento della contrazione del virus alla formazione di una eventuale CIN1 o CIN2 non è possibile stabilire un tempo minimo durante il quale questo, se non curato, si estenda?
Per chiarirvi il mio problema, ho il forte dubbio che la mia ex partner attribuisca a me la causa della sua condizione e benchè io sia in grado di non sentirmi in colpa per questo vorrei poter fugare questo dubbio anche perchè lei, essendosi informata meno di me e basandosi solo su informazioni superficiali, attribuisce il fatto che se ne la mia ex ne il suo ex hanno contratto nulla l'unica spiegazione è che io l'abbia tradita e quindi abbia contratto il virus da una terza persona.
Con questo colgo anche l'occasione per farvi i miei complimenti per l'ottimo servizio che offrite.
Cordiali saluti
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Dr. Alessandro Benini Dermatologo 3.2k 72
Dica pure alla sua partner che è impossibile darle delle risposte scientifiche a quello che chiede,poichè come detto in precedenza le variabili sono talmente tante che,aggiungo io, non è corretto, oltre che impossibile fare calcoli sui tempi e sugli "untori" (di manzoniana memoria)
Saluti
Alessandro Benini
[#9]
Dr. Luigi Laino Dermatologo 22k 464 367
Eccole un utile copia-incolla di un mio consulto che sovente reitero in situazioni che possono ritenerlo utile:


Premessa:

Il vaccino che attualmente è in commercio, si ritiene disponibile per il sesso femminile (soprattutto per le donne in età pre-pubere che possono averlo in convenzione dal SSN e consigliato per quelle fino a 26 anni, età media, per la quale si può ancora considerare la possibilità che non siano stati contratte le forme più aggressive [ceppi 6,11,16,18]); tale vaccino difatti è relegato a questi 4 ceppi, i quali sono riconosciuti essere collegati al cancro della cervice uterina.
Alcuni stusiosi consigliano comunque anche alle donne positive ai ceppi 6,11,16,18 di effettuare il vaccino poichè ritengono che esso svolga comunque una amplificazione della risposta all'HPV (un pò come si sosteneva per il vaccino per l'herpes simplex I- II: il sottoscritto si astiene per carenza di letteratura internazionale a supporto, du questo punto).

Per l'uomo non serve alcun tipo di vaccino, poichè fortunatametne la condilomatosi genitale, salvo rarissimi casi quasi costantemente non associati a soggetti fortemente immunodepressi (vedi tumore di Buscke Lowenstein) non concorre a provocare il cancro.

Eccole quindi questi consigli:

1) l'HPV è causa di diverse manifestazioni cliniche, dalle verruche volgari (mani, piedi le sedi più classiche) a quelle piane (viso e zone estensorie del corpo le sedi più classiche) fino alla condilomatosi (genitali le sedi più classiche di manifestazione)

2) Ammontano già a circa 130 i sottotipi o "ceppi" identificati nel genere umano; non tutti sono capaci di dare le patologie sopraelencate ma "gruppi" di questi virus sono collegati a singole patologie: alcuni ceppi di questo virus (6,11,16,18 in primis) sono stati correlati con una grave paltologia della donna, il carcinoma della cervice uterina: tale situazione ha esitato con la recentissima introduzione di un vaccino per questi ceppi, da somministrare in misura preventiva a tutte le ragazzine in età pre-menarca e come consiglio, fino all'età di 26 anni.

3) probabilmente sia io che lei (e la restante popolazione generale) possediamo taluni sottotipi di questo virus (accade la stessa cosa per il virus dell'Herpes simplex e per quello Varicella Zooster, che si contrae dopo assieme alla varicella :quest'ultimo causa del famigerato "Fuoco di S. Antonio") i quali probabilmente resteranno latenti nel nostro organismo senza dare manifestazioni cliniche

4) la maggior parte di questi virus alberga quindi industurbata ed indisturbatamente nelle nostre terminazioni recettoriali dei nervi periferici (distretti nervosi metamerici cutanei): il loro "isolamento" è altresì garantito dalle nostre sentinelle immunologiche (le difese loco-regionali e sistemiche del nostro corpo)

5) Esistono situazioni contingenti - sempre legate alla cosiddetta "tolleranza immunologica" (oggi meglio identificata in sistemi complessi che racchiudono più apparati, primo fra tutti il NICS: Neuro - Immune - Cutaneous - Sistem) che concorrono alla diminutio di questa sorveglianza a carico delle "sentinelle immunologiche" le quali hanno il potere di far "fuggire" (in termini medici: ripercorrere in via anterograda la via nervosa periferica fino al distretto cutaneo interessato) e di far replicare la popolazione virale (all'interno della cute)

6) in caso di replicazione virale cutanea (molto florida e numerosa) può insorgere la lesione cutanea clinica, la quale è la manifestazione evidente del virus stesso, o "malattia da papilloma"

7) Tutto questo è giustificato nella storia dei soggetti portatori di gravi patologie dell'immunocompetenza (HIV e AIDS) nei quali purtroppo si osservano le manifestazioni cliniche più importanti e meno trattabili.

8) Quindi solo la "malattia da HPV" (ovvero la manfestazione clinica : condilomi) è in grado di diventare potenzialmente trasmissibile (nel caso della condilomatosi, essa diviene quindi a tutti gli effetti una MST: Malattia Sessualmente Trasmissibile)

9) In caso di patologia clinica (condilomatosi) il soggetto rimane potenzialmente infetto ed infettante - di norma - fino al II controllo negativo per tale patologia (ovvero la seconda visita di controllo sempre a distanza di 3 settimane - 1 mese l'una dall'altra) nella quale non si evidenzia (all'occhio esperto del Venereologo, non del paziente ovviamente: classici i casi di misdiagnosi e diangosi terdive in altri modi..): i rapporti protetti (meglio ancora l'astensione sessuale per tutto il tempo di controllo) sono d'obbligo.

10) nel periodo della fase di stato (anche quando le manifestazioni non presenti ma potenzialmente ancora ripresentabili perchè in fase replicativa sub-clinica) il soggetto si ritiene sempre infetto ed infettante.

Tutto questo, per rimandare sempre e comunque all'attenzione dello Specialista Venereologo (l'esperto di Malattie Sessualmente Trasmissibili e di cute e mucose genitali) ogni dubbio su questa patologia che deve sempre e comunque essere arginata, per la Nostra Salute e per quella di chi condivide assieme a noi una piccola od una grande parte della Nostra Esistenza.

Cari saluti
Dott. Luigi Laino
Ricercatore Dermatologo e Venereologo
Malattie Sessualmente Trasmissibili, ROMA
[#10]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Grazie mille per le vostre risposte e grazie per il servizio che offrite :)

Papillomavirus (HPV): diagnosi, screening, prevenzione e tutto quello che devi sapere sul principale fattore di rischio del tumore del collo dell'utero.

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