Come faccio a smettere di rovinarmi la pelle?

Salve, ho 18 anni ed è da 7 che soffro di acne. Sono sempre andata da dermatologo a dermatologo, ma non ho mai risolto nulla. Adesso sto prendendo l'aisoskin da 2 mesi e vedo che la situazione sta migliorando. Ma ho l'abitudine orribile e inevitabile di schiacciatmi i brufoli, punti neri,di torturare anche il più microscopico puntino. Questo accade ogni volta che il giorno dopo ho una verifica o un'interrogazione a scuola. Faccio il liceo. A volte è più forte di me e non ce la faccio! Vedo che ho la pelle rovinata... Lei pensa che con l'aisoskin andrà tutto via? Come posso fare a smettere di torturarmi la pelle?
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Dr. Luigi Laino Dermatologo 22k 464 367
Gentile utente,

le racconto un aneddoto:

Tempo fa, venne a visita una signora per un problema di Acne grave.

Questa signora era stata sottoposta per ben due volte a cicli completi di istotretinoina per bocca, della durata di 8 mesi ciascuno.

il suo problema - a detta della paziente - invece di risolversi si era aggravato e la situazione psicologica della paziente era notevolmente inficiata.

clinicamente e a "distanza di scrivania" la signora sembrava affetta da un'acne molto importante.

non appena posi la lampada dermatologica al di sopra del volto della paziente, mi accorsi che delle decine di lesioni che le ricoprivano guance fronte e mento NESSUNA era compatibile con una lesione acneica.

la diagnosi era quindi "acne escoriativa/patomimia".

di questi casi ne ho visti e ne vedo molti di vario genere e grado.

Questa storia ha questo significato:

la patologia acne escoriativa, che può arrivare fino a gravi forme di patomimia (ovvero autolesionismo mimante una patologia dermatologica)o dismorfofobia (ovvero vedere dei problemi che non ci sono o vederli amplificati in maniera esponenziale poco o nulla c'entra con l'acne.

A volte minime situazioni sono "pedissequamente" ricercate dalla paziente (di solito il sesso femminile è quello maggiormente interessato) e autolesionate dalla stessa.

la paziente affetta da questa patologia, si guarda centinaia di volte allo specchio, a volte per pomeriggi interi, utilizzando via via specchi e luci più nitide, o specchi ingrandenti; pian piano la patologia diviene familiare, poichè la paziente interessa costantemente l'attenzione dei propri genitori/parenti/coniugi nei confronti del suo stato che arriva ad essere alla fine di tipo maniaco-depressivo, costituendo tout court un quadro psichiatrico; sovente addirittura la paziente arriva al dermatologo già con lunghe storie psicoterapieche o prescrizioni di psico-farmaci. Quasi costantemente la vita sociale e relazionale della paziente è gravemente inficiata.

ovviamente non sempre il percorso descritto arriva allo stato finale: spesso assieme al dermatologo si riesce a valutare con oggettività a situazione e renderla il più possibile aderente alla realtà; solo in seguito si riuscirà a migliorare la stabilità del quadro cutaneo ed a migliorare i segni che costantemente accompagnano detta situazione.

La via d'uscita quindi esiste eccome, ma per percorrerla è necessario scegliere il proprio dermatologo di fiducia che dovrà:

1. stabilire il quadro e la gravità della situazione
2. scegliere di avvalersi della collaorazione di un collega psicoterapeuta o iniziare da solo la via terapeutica
3. curare da subito le lesioni in base al tipo e al grado di severità
4. adottare i presidi strumentali per migliorare i segni cutanei (la luce pulsata, terapia che non reca ulteriori danni temporanei alla pelle del paziente è quella a mio avviso da prediligere, a causa della presenza costante di "macchie rosse" ovvero cicatrici ipercromiche post-infiammatorie)

non perda la speranza ed abbia la fiducia nella guarigione, ma si fidi e collabori pienamente con il dermatologo che eleggerà per questo percorso.

cari saluti

Dr.Luigi Laino Dermovenereologo, Tricologo
Direttore Istituto Dermatologico Latuapelle
www.latuapelle.it

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dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
grazie