Esomeprazolo: durata massima e ripetizioni sicure per stress?

Salve,
ho 43 anni, normopeso, non fumatore ed astemio.
Per la prima volta dallo scorso Giugno sto soffrendo di reflusso, molto probabilmente causato da stress.
Ho effettuato gastroscopia negativa (solo una piccola ernia iatale), e con il mio gastroenterologo abbiamo schedulato una cura di esomeprazolo + gaviscon dopo i pasti e prima di andare a dormire, in particolare la cura consiste in 2 settimane di eso da 40 e poi altre 2 da 20, per poi finire con il solo gaviscon per 2 settimane dopo la fine dell'esomeprazolo (e poi prendere sempre il gaviscon tranquillamente al bisogno).
Devo dire che la cura ha funzionato alla grande, ma da luglio ad oggi mi è capitato di doverla ripetere altre 2 volte sempre per il riacutizzarsi dei sintomi (bruciore dopo i pasti e dolore che si irradia alla schiena) e sempre a causa di stress lavorativo/familiare.


Il mio gastroenterologo si è raccomandato di non assumere specialmente l'esomeprazolo a lungo, ho letto tra l'altro online di vari disturbi collaterali più o meno gravi associati all'assunzione di IPP per lunghi periodi, ma di fatto mi sono dimenticato di chiedere al mio medico la cosa più importante, ovvero...di che "lunghezza" parliamo?
Se io negli ultimi 5-6 mesi ho dovuto assumere esomeprazolo per la metà del tempo (sempre per massimo 1 mese), se ad esempio dopo un mese o anche meno per motivi di stress ho i sintomi che tornano posso ripetere la terapia (visto che funziona) senza aver paura di fratture ossee, tumori, infezioni intestinali/renali ecc (questo ho letto) o devo lasciar passare più tempo?
In quest'ultimo caso, quanto tempo viene considerato "idoneo" per la possibile comparsa di questi effetti collaterali?


Ultima cosa...questo vale anche per gli antiacidi come il gaviscon?
Il mio medico mi ha detto che è più importante non assuefarsi all'esomeprazolo piuttosto che al gaviscon.



Grazie
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 27.7k 677
In linea di massima il meno possibile. Esistono altre soluzioni terapeutiche e nel suo caso anche una corretta gestione dello stress se ritenuto concausa. Prego.

Dottor Andrea Favara

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Grazie per la risposta Dr.Favara, cosa intende con altre soluzioni terapeutiche? Potrebbe farmi qualche esempio?
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 27.7k 677
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Dottor Andrea Favara

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