Ernia iatale e ansia

Salve scrivo a nome di mia madre che ha 82 anni. Essa soffre di ernia iatale da circa 20 anni, di gastrite da ancora piu' tempo, e un anno fa le è stato diagnosticato un reflusso gastro esofageo. Attualmente è in cura con Peptazol 40mg una volta al di' al mattino. Segue molto attentamente l'alimentazione ma accusa una forte ansia, associata a tremori, tensione, forte battito cardiaco e numerose eruttazioni.
Premetto che abbiamo sentito diversi pareri, ma nessuno ci ha spiegato se in effetti questa ansia (molto fastidiosa) è dovuta ai problemi sopra descritti.
Mia madre è molto preoccupata, dice che vorrebbe operarsi per l'ernia iatale, che secondo lei è la causa del suo malessere. Io non escludo che possa trattarsi di un troppo coinvolgimento psicologico dovuto forse all'età e alla solitudine....
Voi che ne pensate? Sarei lieta di sentire un vostro parere. Vi ringrazio per l'attenzione.
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Medico Chirurgo attivo dal 2006 al 2006
Medico Chirurgo
Gentile Utente,
premesso che la diagnosi di ernia iatale deve essere fatta a seguito di una gastroscopia e che merita di trattamento specialistico nel tempo, i sintomi da lei riferiti lasciano spazio a diverse ipotesi.Dovrebbe capire se sono più o meno costanti o se hanno carattere sporadico o legato ad altri fenomeni.
Detto questo essi possono essere sintomi atipici o extra-gastroenterici dell'ernia e del reflusso e potrebbero indicare che la malattia non è controllata bene farmacologicamente e necessita di "aggiustamento", per così dire, o consulenza chirurgica come ultima ipotesi.
Ancora, si potrebbe pensare ad aritmie innescate da una "spina irritativa" quale la malattia gastrica: ad esempio crisi di fibrillazione atriale che si accompagnano spesso ad un vissuto di "ansia" e riferite dai pazienti con i termini più disparati tipo "sfarfallio al cuore", "tachicardia" o forte battito come dice lei.Non esistate a fare un ecg al momento delle crisi, una visita cardiologica ed un evtl ecg holter 24h.
A questo si possono aggiungere ipotesi su eventuali patologie tiroidee o altro.
Mi rendo conto di non aver risolto il suo problema...
le ho offerto solo un ventaglio di ipotesi che la possono aiutare a soffermarsi sul sintomo senza trascurarlo e che debbono necessariamente essere vagliate da un medico di ficucia in collaborazione con lo specialista gastroenterologo che la segue. Non giungete a conclusioni affrettate sulla condizione di solitudine, anche se a volte è una realtà.E' un momento, questo appunto, per starle più vicino.
In attesa che qualche collega specialista possa offrire un parere più esaustivo, le porgo i più cordiali saluti


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Dr. Roberto Mangiarotti Gastroenterologo, Medico internista 903 15
Concordo pienamente con quanto affermato con chiarezza e precisione dal Collega che mi ha preceduto. Mi permetto di aggiungere che, essendo verosimile che i sintomi possano essere causati dal reflusso, non trascurerei tutte quelle indicazioni utili a limitare il reflusso stesso (evitare menta e cioccolato, bevande gassate, cibi grassi, non coricarsi subito dopo i pasti ma attendere almeno 3-4 ore, evitare il sovrappeso). Inoltre valuterei se la signora sta assumendo farmaci che possano favorire il reflusso (ad es. alcuni farmaci cardiologici come i calcioantagonisti posso determinare ciò). Infine aggiungerei in terapia farmaci procinetici allo scopo di favorire lo svuotamento gastrico. Non cercherei comunque una soluzione chirurgica se non dopo una attenta valutazione specialistica.
Cordiali saluti.

Dott. Roberto Mangiarotti

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